Ned Beatty rip
Marco Giusti per Dagospia
Amato da registi e star come John Boorman, Robert Altman, John Huston, Burt Reynolds, Paul Newman, Steven Spielberg, Christopher Reeve non c’è stato un caratterista attivo e venerato a Hollywood come Ned Beatty, scomparso a 83 anni dopo una carriera cinematografica che vanta, dal 1971 a oggi, qualcosa come 166 titoli, tra film e serie tv, oltre alle tante apparizioni teatrali di successo in America e in Inghilterra.
ned beatty john goodman roseanne
Non riuscì mai a vincere l’Oscar, anche se ci andò vicino con la candidatura per “Quinto potere” di Sidney Lumet.
Grosso, coi capelli riccioli, sovrappeso, uomo del sud più profondo, Ned Beatty era però in grado di incarnare qualsiasi ruolo, comico o drammatico, bifolco o acculturato, buono o maligno con la stessa disinvoltura.
Quando lo vedemmo nel fondamentale “Deliverance”/”Un tranquillo weekend di paura” di John Boorman, dove viene ferocemente violentato da un cacciatore che lo obbliga a imitare un maiale, pensammo che dopo un esordio simile, così umiliante e fastidioso anche per lo spettatore, non gli sarebbe stato facile proseguire nel cinema di Hollywood. Niente di più sbagliato.
ned beatty jon voight deliverance
Proprio quella scena, così rivelatrice della violenza e dell’ambiguità dell’America profonda, lo portò a una serie di film di grande successo molto amati dal pubblico della New Hollywood degli anni ’70, al punto che “Variety” lo definirà l’attore più indaffarato di Hollywood” per le tante richieste di lavoro che riceveva.
ned beatty con l'ex moglie e i figli
John Huston lo volle per “L’uomo dai sette capestri” a fianco di Paul Newman, Bud Yorkin per “Il ladro che venne a pranzo” insiene a Ryan O’Neal e a Warrne Oates, Burt Reynolds lo vorrà accanto a lui per ben sei film, da “McKlusky, metà uomo metà odio” a “Un uomo da buttare” a “Gator”, Robert Altman lo impose nel bellissimo “Nashville” e lo vorrò molti anni dopo in “Cookie’s Fortune”, Alan J. Pakula lo chiamò per “Tutti gli uomini del presidente” fra star come Robert Redford e Dustin Hoffman, Elaine May per “Mickey & Nicky”, dove divide la scena fra due mostri come Peter Falk e John Cassavetes, Steven Spielberg ne farà una sorta di buffo personaggio da cartoon della Warner in “1941”, mentre Richard Donner gli cucirà il personaggio di Otis, il braccio destro di Lex Luthor-Gene Hackman nei due giganteschi “Superman” diretti da Richard Donner. E, forse, quello di Otis è il personaggio che il pubblico più ricorda di Ned Beatty.
Era nato a Louisville in Kentucky, cresciuto proprio in una fattoria del profondo sud. Inizia prestissimo a recitare in teatro, spostandosi a Abingdon, Virginia, poi in Pennsylvania, poi a Huston, Texas, infine alla più celebre Arena Stage Company di Washington e infine a Broadway dove si mette in luce come uno dei pochi bianchi in “The Great White Hope”.
Ma a teatro, addirittura Los Angeles, porterà anche il testo del nostro Dario Fo, “Morte accidentale di un anarchico”. Col personaggio di Bobby Trippe in “Deliverance”, diretto da John Boorman a fianco di Burt Reynolds entra per sempre nel cinema nel 1971.
E’ la svolta, visto che da lì in poi sarà davvero uno degli attori più richiesti degli anni’70, forte dei successi dei film che gira con Burt Reynolds, ma anche delle apparizioni in grandi film del tempo come “Nashvillle”, “Wagon-lits con omicidi”, “Superman”, “Tutti gli uomini del presidente”, “Quinto potere”, “L’esorcista II”, quello diretto da John Boorman con Richard Burton. Gira anche film fortemente impegnati, come “Alambrista!” di Roger Young, “La ballata di Gregorio Cortez” e kolossal per la tv come “Gli ultimi giorni di Pompei”.
Negli anni ’80 gira ancora molti film, anche se non è più il caratterista dei successi di autori come Altman o Hustob. Lo troviamo in “The Big Easy”, in “Quarto protocollo”. Negli anni ’90 fa anche molta tv, ma le sue apparizioni, pensiamo nel tardo thriller con Sean Connery, “Just Cause”, o in “He Got Game” di Spike Lee fanno sempre piacere. All’inizio del 2000 torna a teatro nel West End di Londra con “La gatta sul tetto che scotta” di Tennesse Williams e ha un grande successo di pubblico e di critica.
Lo ritroviamo così pochi anni dopo nel buon cinema dove si era formato, pensiamo al notevolissimo “The Walker” di Paul Schrader con Woody Harrelson, a “La guerra di Charlie Wilson” di Mike Nichols. Con Ned Beatty se ne va una parte della Hollywood che abbiamo tutti molto amato e seguito.
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