IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – IL MONDO DELLO SPETTACOLO ITALIANO È IN LUTTO PER LA SCOMPARSA DI VITTORIO CONGIA, 89 ANNI, GRANDE CARATTERISTA DEL CINEMA, DEL TEATRO E DELLA TV ITALIANA DEGLI ANNI ’50 E ’60 E PERFINO GRANDE DOPPIATORE, SUA LA VOCE ITALIANA DI IAN HOLM NELLA TRILOGIA DEL SIGNORE DEGLI ANELLI – A TEATRO FECE LA SUA FIGURA A FIANCO DI SYLVA KOSCINA NUDISSIMA IN LA COMMEDIA DEL DECAMERON DI BRUNO CORBUCCI
-Marco Giusti per Dagospia
Il mondo dello spettacolo italiano è in lutto per la scomparsa di Vittorio Congia, 89 anni, grande caratterista del cinema, del teatro e della tv italiana degli anni ’50 e ’60 e perfino grande doppiatore, sua la voce italiana di Ian Holm nella trilogia del Signore degli anelli. Non ci sono solo una quarantina di film, allora considerati “leggeri”, a fianco di Totò, Vittorio Gassman, Renato Rascel, Vittorio De Sica, Aroldo Tieri, Walter Chiari, Mario Carotenuto, una marea di musicarelli con Laura Efrikian e Gianni Morandi, ma anche spettacoli teatrali importanti, un “le fuberie di Scapino”, un “Androclo e il leone” con Gianrico Tedeschi dove Congia è il Leone, “Rinaldo in campo” con Domenico Modugno e Delia Scala, “Anfitrione” con Alberto Lupo, e molti sceneggiati e programmi televisivi. Si va dai primi anni ’50 con “Senza rete” a “L’alfiere” e “Scampolo”, a un famoso “Scaramouche” a puntate con Domenico Modugno, da “Napoli contro tutti”, grande show del sabato sera presentato da Nino Taranto al docu-drama “Tecnica di un colpo di stato” di Silvio Maestranzi dove Congia impersonò Re Vittorio Emanuele III detto Spadetta.
Nato a Iglesias nel 1930, dotato di grande mimica, di parlantina veloce e di presenza scenica, malgrado fosse piccolo, venne scoperto al cinema prima da Vittorio Cottafavi per Messalina venere imperatrice con Belinda Lee e poi da Mario Mattoli che lo volle prima a fianco di Totò in Sua eccellenza si fermò a mangiare e poi in 5 marines per cento ragazze. Diventò presto un prezzemolino della commedia leggera, come Paolo Panelli o Toni Ucci, simpatici, duttili, divertenti, preparatissimi. Lo troviamo in Gli attendenti di Giorgio Bianchi assieme a Rascel e De Sica, al curioso Mina… fuori la guardia di Armando W. Tamburella con Mina e Carlo Croccolo, da Vacanze alla Baia d’Argento di Filippo W. Ratti con Valeria Fabrizi a I soliti rapinatori a Milani di Giulio Petroni, da Obiettino ragazze di Mario Mattoli a Frenesia d’estate di Luigi Zampa con Vittorio Gassman.
Interpreta anche due film a episodi un po’ fuori dal genere comico, Amori pericolosi dove è diretto da Carlo Lizzani e il meno impegnativo Amore facile di Gianni Puccini. Grazie alla popolarità televisiva diventa una delle presenze fisse del filone dei musicarelli diretti da Ettore Maria Fizzarotti, In ginocchio da te, Non son degno di te, Soldati e caporali. Torna a recitare con Totò in Gli amanti latini di Mario Costa e con Franco e Ciccio nel divertente I figli del Leopardo di Sergio Corbucci, dove interpreta il sergente Nando Tazza. Con la fine del cinema leggero e dei musicarelli, prova un po’ tutto, dal thriller con Il gatto a 9 code di Dario Argento, dove è Righetto il cameraman, al cavernicolo con Quando gli uomini si armarono di clava e con le donne fecero din don di Bruno Corbucci, dal western con Amico stammi lontano almeno un palmo di Michele Lupo con Giuliano Gemma, dove ha un buon ruolo, al militare con 4 marmittoni alle grandi manovre di Marino Girolami, dove ha il ruolo del soldato sardo Porceddu, al decamerotico con Una cavalla tutta nuda di Franco Rossetti.
A teatro fece la sua figura a fianco di Sylva Koscina nudissima in La commedia del Decameron di Bruno Corbucci. I suoi ultimi film, usciti alla fine degli anni ’70, sono Io tigro, tu tigri egli tigra di Giorgio Capitani e Renato Pozzetto e Ridendo e scherzando di Vittorio Sindoni. Dopo fece molto doppiaggio, diventando la voce ufficiale di Ian Holm, ma doppiando anche grandi attori come Michael Gambon e Harry Dean Stanton. Magari il cinema e la tv si sarebbere dovuti ricordare un po’ di lui.