IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA UNO DEI CATTIVI DEL CINEMA ITALIANO, MARIO DONATONE, 87 ANNI, ATTORE DI CINEMA E TEATRO. DIFFICILE SCORDARLO COME IL TERRIBILE MOSCA, IL KILLER CHE UCCIDE LA FIGLIA DI MICHAEL CORLEONE, INTERPRETATA DA SOFIA COPPOLA, ALLA FINE DEL “PADRINO PARTE III” - NELLA SUA CARRIERA HA INTERPRETATO QUALCOSA COME 150 FILM, GANGSTER MA ANCHE PRETE O CARDINALE O POLIZIOTTO, L'ESSERSI SCHIERATO CON ALLEANZA NAZIONALE NON GLI HA PORTATO MOLTO, ANZI…

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Marco Giusti per Dagospia

 

mario donatone la grande bellezza

Se ne va uno dei cattivi del cinema italiano, Mario Donatone, 87 anni, attore di cinema e teatro. Difficile scordarlo come il terribile Mosca, il killer che uccide la figlia di Michael Corleone, interpretata da Sofia Coppola, alla fine del “Padrino Parte III” di Francis Coppola. La sua partecipazione al film prevedeva 7 giorni di lavorazione, ne fece 77. Magrado Donatone avesse interpretato nella sua carriera qualcosa come 150 film, gangster ma anche prete o cardinale o poliziotto, è col “Padrino – Parte III” nel 1990 che grazie a quella faccia così particolare, come di una persona che sta male con se stessa pronto a compiere qualsiasi cosa, che lo notammo davvero tutti.

 

Tanto che ebbe ancora buoni ruoli negli anni successivi, in film come “L’angelo con la pistola” di Damiano Damiani o “L’odore della notte” di Claudio Caligari o “Faccia di Picasso” di Massimo Ceccherini, dove è Picasso, o il recente “John Wick capitolo 2”. E credo che lo schierarsi così decisamente a fianco di Alleanza Nazionale negli anni del potere della destra non gli abbia alla fine dato molto. Anzi.

 

mario donatone il padrino

Nato a Tripoli, in Libia, nel 1933, torna in Italia con la fine della guerra e entra presto nel mondo del cinema e del teatro. Lo troviamo in piccoli ruoli in “Bellissima” di Luchino Visconti e in “Risate di gioia” di Mario Monicelli. Ha un ruolo maggiore, ma col nome d’arte di “Dan Doney”  nell’esotico-erotico “Eva la venere selvaggia” di Roberto Mauri con la brasiliana Esmeralda Barros. Col nome di “Mario Donen” lo troviamo invece nell’erotico “Il diario segreto di Fanny” di Sergio Pastore. Poi col nome suo in “Kid, il monello del west” di Mario Amendola, che lo diresse anche in “Totò di notte n. 1” e “Due sul pianerottolo”.

 

E’ grazie ai fratelli Corbucci che diventa quasi una presenza fissa nel loro cinema. Lo troviamo così in “Io non spezzo… rompo”, “Boccaccio”, “La casa stregata”, “Il figlio dello sceicco”, tutti di bruno Corbucci, in “Bluff”, “Mi faccio la barca”, “A tu per tu”, “Il conte Tacchia”, “Sono un fenomeno paranormale” di Sergio. Poi in gran parte dei film di Tomas Milian-Nico Giraldi diretti da Bruno, “Squadra antiscippo”, “Assassinio sul Tevere”, “Delitto a Porta Romana”, “Delitto sull’autostrada”, “Delitto in Formula 1”, pronto a qualsiasi ruolo, non solo il cattivo.

 

mario donatone delitto a porta romana

Negli anni ’80, prima dell’incontro con Coppola, lo troviamo anche in film diversi, da “Il camorrista” di Giuseppe Tornatore, dove è un pretore, a “La signora della notte” di Piero Schivazappa al trashissimo “La croce delle sette pietre” di Marco Antonio Andolfi, dal misterioso “Haji Wshington” dell’iraniano Ali Hatami al cultissimo “Phenomena” di Dario Argento. Attivissimo anche in teatro, sia come attore, lo ricordiamo con Lando Buzzanca in un più recente “Liolà”, che come regista con sue compagnie che come professore di recitazione.

Mario Donatone
mario donatone
mario donatone