NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE – ALDO GRASSO E IL DOCUMENTARIO SU CATERINA CASELLI, IL CASCHETTO D’ORO DELLA MUSICA ITALIANA: "È UNA LUNGA CONFESSIONE IN PUBBLICO CONTRAPPUNTATA DI RICORDI, DI REPERTI MUSICALI, DI SPEZZONI DI FILM (CHE TENEREZZA I «MUSICARELLI» DI FIZZAROTTI!), DI ANEDDOTI, DI TAGLI ALLA VERGOTTINI (COME VALENTINA DI CREPAX). LA COMMOZIONE L’ASSALE QUANDO PARLA DI TENCO, DEL SUICIDIO DEL PADRE, DI MORRICONE. E ANCHE CON I CANTANTI CHE HA LANCIATO... - VIDEO
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Aldo Grasso per il Corriere della Sera
Con Caterina Caselli condivido il giorno e il mese di nascita e, più o meno, anche l’anno. Condivido altre vissutezze, ma ha poca importanza. Come tanti, invece, condivido gli anni di «Nessuno mi può giudicare» (era il Sanremo de «Il ragazzo della via Gluck»), di «Perdono», di «Sono bugiarda», della cover «Il volto della vita». Condivido la passione per Paolo Conte.
A un certo punto Caselli dice che la frase «come piove bene sugli impermeabili» è un lampo di poesia e nel cuore mi partono subito le serrande abbassate e la pioggia sulle insegne delle notti andate. Vorrei essere al suo posto, perché in quel momento sta parlando con Paolo Conte, ricorda il successo di «Insieme a te non ci sto più» e ho come la sensazione che la Caselli abiti il mio stesso immaginario (è vero il contrario).
Caterina Caselli – Una vita, cento vite è un documentario diretto da Renato De Maria, prodotto da Sugar Play in collaborazione con Rai Cinema (Rai3). Meglio, è una lunga confessione in pubblico contrappuntata di ricordi, di caschi d’oro, di reperti musicali, di spezzoni di film (che tenerezza i «musicarelli» di Fizzarotti!), di aneddoti, di tagli alla Vergottini (come Valentina di Crepax), di lacrime.
La commozione l’assale quando parla di morti, di Tenco, del suicidio del padre, di Morricone e le lacrime sono come sigilli di autenticità che si posano su un lungo racconto apparentemente molto istituzionale (una sorta di regalo che il figlio ha fatto alla vita avventurosa e complessa della madre) per risvegliarne i lati più passionali. E anche con i cantanti che ha lanciato, da Pierangelo Bertoli a Giuni Russo, dal trio Morandi-Tozzi-Ruggeri ad Andrea Bocelli, ai Negramaro, si sente che il rapporto va oltre la professione. Un sentimento multiforme racchiuso in queste parole: «E quando andrò/Devi sorridermi se puoi/Non sarà facile ma sai /Si muore un po’ per poter vivere».