IN NOMINE RAI - PER IL RUOLO DI PRESIDENTE ALT A GIOVANNA BIANCHI CLERICI. ASSE PD-FI PER UN NOME DI GARANZIA: MINOLI O ANNUNZIATA - GUERRA DI DOSSIER TRA LEGA E M5S: SALVINI IN PRESSING PER OTTENERE IL TG1 (SANGIULIANO IN POLE) E PER AVERLO SAREBBE DISPOSTO A CEDERE SUL DG ACCETTANDO IL NOME PREFERITO DA DI MAIO, OVVERO IL “RENZIANO” FABRIZIO SALINI...

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Al.T. per il Corriere della Sera

Il puzzle delle nomine in Rai resta complicato. Non tutti i tasselli sono andati al loro posto e così si è discusso tutta la notte per cercare di far nascere la nuova Rai firmata Lega e 5 Stelle, con la nomina del presidente e dell' amministratore delegato. Oggi è previsto un consiglio dei ministri, che potrebbe essere decisivo, e si tiene l' assemblea dei soci che dovrà ratificare il cda. Ma non è escluso un nuovo rinvio.

 

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

Luigi Di Maio smentisce di avere ricevuto a casa e incontrato alcuni dei protagonisti del totonomine nei tg di questi giorni. Smentita d' obbligo, anche perché la nomina dei direttori dei tg spetta all' amministratore delegato. Anche Alberto Matano, Gennaro Sangiuliano e Giuseppe Malara smentiscono di avere incontrato il vicepremier. Ma il casting sarebbe ancora in corso e il primo ostacolo è il presidente. Il nome di Giovanna Bianchi Clerici incontra qualche difficoltà, anche per la sua eccessiva esposizione politica, essendo stata una parlamentare della Lega Nord. Circostanza che si scontra con il pressing del Pd e di Forza Italia che chiedono un presidente di «garanzia», non troppo targato politicamente: i due partiti potrebbero accordarsi su Giovanni Minoli o Lucia Annunziata. Il loro pressing non è solo virtuale, visto che il voto di almeno uno dei due gruppi sarà determinante in commissione di Vigilanza, dove si dovrà ratificare la nomina (Lega e M5S arrivano a 21 consiglieri, mentre la maggioranza è di 26 componenti).

 

Nei giorni scorsi sarebbe stato chiesto al ministero dell' Economia, e alla Rai stessa, una certificazione che attesti la possibilità di nominare un presidente di sesso maschile e il mancato conflitto con la legge Madia, che prevede l' alternanza. Il responso è stato un via libera e questo fa pensare che i due movimenti stiano già cercando altrove. Anche Fabrizio Salini, candidato ad, ha punti deboli, a cominciare dai conflitti d' interesse. In alternativa c' è Marcello Ciannamea, direttore dei palinsesti Rai. Avrebbe invece presentato un documento che proverebbe la sua compatibilità nella nomina Valerio Fiorespino, ex capo del personale della Rai, considerato vicino a Milena Gabanelli.

 

minoli annunziata minoli annunziata

Dall' opposizione, l' ex premier Paolo Gentiloni è critico (e ironico): «Non ho mai visto un governo così concentrato sulle nomine. E dire che i 5 Stelle avevano fatto della lontananza dalle stanze del potere il loro biglietto da visita».

 

 

GUERRA DI DOSSIER M5S-LEGA 

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

 

GIOVANNA BIANCHI CLERICI GIOVANNA BIANCHI CLERICI

Si fa presto a dire fake news. Perché in queste ore, nella migliore e intramontabile tradizione degli sgambetti tra partiti e della propaganda con depistaggi, volano soffiate, indiscrezioni, rivelazioni vere e presunte. E a farle circolare vorticosamente, in quella che somiglia sempre di più a una guerra di dossier, sono gli stessi esponenti di Lega e 5 Stelle, che da un lato trattano in riunioni riservate congiunte, dall' altro si tirano siluri. E così, nei giorni scorsi esponenti pentastellati hanno fatto arrivare ai cronisti notizie copiose sulla condanna per danno erariale della leghista Giovanna Bianchi Clerici, con accluse le intercettazioni in cui veniva definita - in una telefonata del 2007 tra l' ex premier Silvio Berlusconi e l' allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà - «una soldatessa».

 

ciannamea ciannamea

Quanto basta per irritare il Carroccio, che il giorno successivo faceva arrivare con una manina la visura camerale che attesta per Fabrizio Salini, accreditato come potenziale amministratore delegato, una partecipazione del 5 per cento in Stand by Me, società fondata dall' ex consulente del governo Renzi Simona Ercolani. Ma soprattutto società che rischia di configurare un conflitto d' interessi per Salini.

Segnali chiari di un nervosismo che contagia anche i protagonisti delle nomine.

 

Alcuni, come Gennaro Sangiuliano, non fanno mistero delle loro amicizie (ed ecco i selfie con il «caro amico» Matteo Salvini), altri, come Alberto Matano, provano a sottrarsi alla morsa velenosa dei partiti, rivendicando una storia lunga e trasversale da professionista in Rai, che non può essere cancellata da una amicizia ventennale con Vincenzo Spadafora. Il tritacarne Rai brucia nomi e candidati, si intreccia con le altre nomine, Fs in testa, e sembra ripercorrere i fasti della partitocrazia d' antan.

 

gennaro sangiuliano, paolo del debbio gennaro sangiuliano, paolo del debbio

Qualcuno prova a smarcarsi e, come spesso accade in questi mesi, è Roberto Fico che, con i suoi consueti modi felpati e cauti, lancia segnali di malessere per il metodo usato, troppo simile a quelli tanto deprecati quando si era dall' altra parte della barricata, ma anche per i nomi che girano. Anche per provare a convincerlo della bontà della nomina a presidente di Giovanna Bianchi Clerici è andato a trovarlo, nel primo incontro istituzionale, il ministro dell' Economia Giovanni Tria.

 

Il punto, però, è convincere anche Pd e Forza Italia, visto che serve il sì dei due terzi della Vigilanza. E i due partiti invece (fonte Pd) si sarebbero accordati tra loro per provare a far passare un nome diverso: i due papabili sono Giovanni Minoli e Lucia Annunziata. Presidenti autorevoli e noti, che avrebbero soprattutto un ruolo di rappresentanza e di comunicazione. Ma Forza Italia potrebbe invece decidere di votare la Bianchi Clerici.

A quel punto i 5 Stelle dovrebbero decidere se dare il via libera o astenersi.

 

vincenzo spadafora e alberto matano vincenzo spadafora e alberto matano

Se non si scioglie quel nodo, e questo elemento potrebbe essere una buona arma di pressione, non si va avanti nelle nomine. Anche per questo, per chiudere il pacchetto completo, si procede con casting, abboccamenti e incontri. Matteo Salvini sarebbe tornato in pressing per ottenere il Tg1. E per averlo sarebbe disposto a cedere sull' amministratore delegato, accettando quindi il nome preferito da Di Maio, ovvero Fabrizio Salini (che scalzerebbe così Marcello Ciannamea).

 

Al telegiornale della rete ammiraglia vorrebbe piazzare Sangiuliano. Se fosse così, Matano, che era il candidato più apprezzato per la direzione del Tg1, potrebbe essere dirottato alla rete. Per il Tg3 potrebbe esserci la conferma di Luca Mazzà, renziano sul quale Salvini avrebbe speso qualche giorno fa parole positive. Al Tg2, se la Lega non ottenesse il Tg1, potrebbe arrivare Mario Giordano, che solo due mesi fa Salvini gratificava così su Twitter: «Grande Mario Giordano, uno dei pochi giornalisti liberi!». Naturalmente, nulla di tutto questo sarebbe nella lettera della norma: perché il compito di nominare i direttori dei tg spetta all' ad.

DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO DELVOX TRIA SALVINI DI MAIO

 

 

 

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