NON CE N'È COVIDDI, MA DI FOLLOWER È PIENO! ANGELA DA MONDELLO APRE UN PROFILO INSTAGRAM E IN 24 ORE ARRIVA A 123MILA SEGUACI. LI USERÀ PER VENDERE QUALCHE BIBITA TREMENDA, VISTO CHE NON OFFRE CONTENUTI IMPERDIBILI. ASPETTANDO CHE (OGGI) RIAPRA IL SALOTTINO DELLA D'URSO
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Roberto Pavanello per www.lastampa.it
Misteri più o meno buffi da social o segno dei tempi. Cosa mai spingerà qualcuno a “seguire” una signora di Palermo che non ha particolari meriti se non quello di essere diventata la protagonista involontaria di uno dei video – con conseguente tormentone – più diffusi di questa estate?
Sarebbe bello saperlo. Ma più che di un breve articolo di giornale, meriterebbe – forse – uno studio sociologico su questi tempi balordi. Fatto sta che ad Angela Chianello sono bastati pochi secondi all’interno di un servizio di Live – Non è la D’Urso (e dove se no?) per entrare nel lessico comune di questa stramba estate. La sua «non ce n’è Coviddi» è partita dalla spiaggia di Mondello per rimbalzare dal Sud al Nord. Con gif e meme presenti in ogni social e la frase ripetuta qua e là, tra il divertito e l’incredulo.
Perché è questo a colpire più di tutto: il ripetere insistito di quella frase è fatto con intento parodistico. E dunque come è possibile che il profilo Instragram di questa donna abbia superato in poco più di 24 ore i 116 mila follower? Otto i post, non proprio indimenticabili, pubblicati e una bio in cui la signora Chianello si presenta come «mamma a tempo pieno», con tanto di precisazione: «Amo la mia famiglia».
Il mistero resta, tant’è che ci chi sotto l’ultimo selfie che la ritrae alla guida di un’auto scrive: «Mi spiegate per quale motivo state iniziando a seguirla in massa? Io sono senza parole», oppure chi scomoda Andy Warhol e in quindi minuti di popolarità che nel futuro tutti avremmo avuto. Il futuro del gigante della Pop Art è evidentemente arrivato». Tanti, comunque, i commenti urticanti, ai quali si affiancano gli attestati di simpatia.
Il «non ce n’è Coviddi» che tanto ci ha fatto divertire, anche per il suo italiano non proprio da Accademia della crusca o da dizione teatrale, rischia però di essere inopportuno di fronte alle manifestazioni negazioniste che stanno pericolosamente animando alcune piazze – virtuali e no – e non solo in Italia. In attesa che la paladina dell’assenza del virus dalla spiaggia palermitana riesca a monetizzare quell’uscita (magari guadagnandosi qualche comparsata nei pomeriggi tv più trash), forse qualcosa di buono lo abbiamo portato a casa: anche i più allergici ai libri di grammatica possono imparare come si scrive «non ce n’è». Almeno si spera.