NUNZIARELLA, UNA NE FA E CENTO NE SBAGLIA - NON SOLO GLI ASCOLTI AL MICROSCOPIO, CON IL BARATRO DELL’1,8% DI SHARE, ORA LE TOCCA ANCHE LA SCULACCIATA: PER L’INTERVISTA ALLA RAGAZZA VITTIMA DI STUPRO A PALERMO, QUASI 300 TRA GIORNALISTE, INTELLETTUALI, SCRITTRICI E ATTIVISTE FIRMANO UNA LETTERA CONTRO LA DE GIROLAMO, INDIRIZZATA ALLA PRESIDENTE RAI MARINELLA SOLDI E AD AGCOM - “LA VIOLENZA DI GENERE DIVENTA PORNOGRAFIA DEL DOLORE” - LA RISPOSTA DELLA MOGLIE DI BOCCIA: "AVETE SBAGLIATO BERSAGLIO, SIAMO TUTTE DALLA STESSA PARTE"

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Estratto dell’articolo di www.lastampa.it

 

nunzia de girolamo monologo su giorgia meloni 10

«Palermo è una città di cultura e di bellezza, però io devo dire che c'è una Palermo che continua a giudicarti male». A seguire, le interviste di palermitane e palermitani che a volto coperto incolpano lei, la ragazza, di «essersela andata a cercare». Ancora, la lettura ad alta voce delle trascrizioni dei messaggi che gli stupratori si sono scambiati dopo la violenza e le domande, insistenti, su come è trascorsa quella serata, minuto per minuto.

la ragazza vittima dello stupro di gruppo a palermo - avanti popolo

 

Così è andata l’intervista della conduttrice Nunzia De Girolamo, in onda il prima serata su Rai 3 lo scorso 31 ottobre alla ragazza sopravvissuta allo stupro di gruppo di Palermo. Così la violenza si trasforma in spettacolo, tutto quel che non dovrebbe essere fatto quando si parla di violenza di genere è stato fatto. E in diretta tv.

 

Dopo il richiamo della commissione Pari opportunità e del sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, quasi 300 tra giornaliste, intellettuali, scrittrici, attiviste, survivor e portavoce di spazi politici di tutta Italia firmano una lettera indirizzata alla presidente Rai Marinella Soldi e ad Agcom.

la ragazza vittima dello stupro di gruppo a palermo - avanti popolo

 

«Riteniamo che la modalità di intervista incalzante nei confronti della sopravvissuta e la conduzione adottate da De Girolamo rappresentino un esempio inaccettabile di pornografia del dolore […] Ci troviamo quindi a constatare che, ancora una volta, su una rete del servizio pubblico la violenza di genere è stata declinata a tema da salotto e opinione, ignorando le policy di genere approvate dal CdA Rai, le linee guida del Manifesto di Venezia e del contratto giornalistico, nonché le voci di associazioni, movimenti e sopravvissute». […]