NUOVO COLPO DI SCENA NEL CASO CIRO GRILLO FINITO A PROCESSO CON I SUOI AMICI PER VIOLENZA SESSUALE – FRANCESCO CORSIGLIA, UNO DEI SODALI DEL FIGLIO DEL FONDATORE DEL M5S, AVREBBE IMPORTUNATO UNA RAGAZZA GENOVESE IN DISCOTECA A FINE LUGLIO SCORSO. IL RACCONTO DELLA 19ENNE ALLE FORZE DELL’ORDINE: “MI HA SPOSTATO LA SPALLINA DEL TOP FACENDO USCIRE IL SENO E MI HA LASCIATO SEMINUDA IN PISTA” - COSA HA SPINTO CORSIGLIA A INGUAIARSI ULTERIORMENTE VISTO IL PROCESSO IN CORSO? IL SOSPETTO È CHE...
Estratto dell'articolo di Francois de Tonquedec per “la Verità”
Il caso di Ciro Grillo e dei suoi amici, accusati di violenza sessuale nei confronti di due coetanee milanesi, registra un nuovo colpo di scena. Infatti, mentre il processo sembrava procedere nel migliore dei modi, soprattutto per uno degli accusati, il ventiquattrenne Francesco Corsiglia, ecco che proprio quest’ultimo è finito invischiato in un’altra storiaccia da discoteca, seppure con accuse meno gravi.
I contorni della vicenda non sono ancora perfettamente definiti, ma noi abbiamo provato a capirne un po’ di più. Tutto inizia a fine luglio quando, in una discoteca del lungomare di Genova, l’Estoril, Corsiglia va a ballare con gli amici. Durante la serata, secondo la ricostruzione che siamo riusciti a fare, il giovane scambia qualche battuta con una coetanea genovese. Il tema della conversazione avrebbe riguardato anche un piercing sul capezzolo della ragazza, una sportiva agonista.
Corsiglia, già abbastanza inguaiato, in virtù dei toni scherzosi, deve essersi sentito autorizzato a verificare con i suoi occhi, facendo una mossa di troppo e, a un certo punto, avrebbe spostato la spallina del top facendo uscire il seno alla giovane, rimasta seminuda in pista, davanti agli altri clienti del locale.
La diciannovenne avrebbe reagito con veemenza, arrivando anche a usare la forza contro l’indagato e scatenando un parapiglia che avrebbe attirato l’attenzione (forse su sollecitazione della giovane) anche di un paio di carabinieri che si trovavano all’ingresso del locale.
I militari, di fronte alle accuse della ragazza, particolarmente agitata, avrebbero provato ad approfondire l’accaduto. A quanto ci risulta, quando sembrava che le scuse di Corsiglia fossero state accettate, la giovane, forse resasi conto della gravità della molestia subita o forse dopo aver saputo di aver di fronte l’imputato del processo sardo e, quindi, un possibile recidivo, ha deciso di recarsi nella vicinissima caserma dei carabinieri di Forte San Giuliano per denunciare i fatti, facendo così scattare le procedure del «codice rosso».
Adesso la querela è nelle mani della Procura di Genova, guidata da Nicola Piacente, che ha di nuovo indagato Corsiglia per violenza sessuale, anche se «di lieve entità». Nei giorni scorsi, il pubblico ministero Federico Panichi, componente del pool di magistrati che si occupa di reati sessuali, dopo un’indagine lampo svolta dai carabinieri, ha chiuso gli accertamenti e gli ha inviato il cosiddetto «avviso di conclusione delle indagini preliminari», preludio potenziale di una seconda richiesta di rinvio a giudizio.
La notizia, ovviamente, non c’entra nulla con il processo di Tempio Pausania, ma potrebbe influenzare non solo l’opinione pubblica, ma pure la corte che sta portando avanti il processo. Ricordiamo che Corsiglia è il ragazzo che, a detta anche dei suoi coimputati, aveva avuto il rapporto con la presunta vittima della gang bang sarda separatamente dagli amici. Il ragazzo, dopo aver fatto sesso con la giovane milanese, si era addormentato e non era finito né nei video hard del rapporto a quattro, né nelle foto sconce realizzate a pochi centimetri dall’altra presunta vittima delle molestie, in quel momento dormiente.
C’è da domandarsi che cosa possa avere spinto Corsiglia a inguaiarsi ulteriormente visto il processo in corso. E, come succede spesso, il sospetto è che a far saltare i freni inibitori dei giovani sia l’eccessivo consumo di alcol.
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