PAOLA & CHIARA OVER THE RAINBOW! A GIUGNO SARANNO MADRINE DEL GAY PRIDE A ROMA. "E’ UN PICCOLO VANTO. LO SIAMO STATE NEL 2000 PER IL PRIMO GAY PRIDE A MILANO QUANDO LA NOSTRA VIVA EL AMOR! VENNE SCELTA COME INNO UFFICIALE. VORREMMO VIVERE IN UN MONDO CHE NON ESCLUDE I DIRITTI DI NESSUNO" - IL GRANDE SUCCESSO, POI LA SEPARAZIONE DURATA 10 ANNI, IL RITORNO A SANREMO - “LITIGAVAMO TROPPO, ORA SIAMO CRESCIUTE” – QUANDO FECERO SCAPOCCIARE IL MOIGE PER LE SCENE DI NUDO IN "KAMASUTRA" - VIDEO
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Estratto dell’articolo di Carlo Moretti per la Repubblica
Da ragazzine acqua e sapone a icone sexy. Dieci anni dopo lo stop della coppia artistica, Paola & Chiara sono tornate a Sanremo tra i Big con un brano dance che spopola sui social e nelle radio: Furore ha ora tutte le chance di rivelarsi un tormentone estivo, anche perché le due sorelle si apprestano a cantarla nel tour Paola e chiara. Per sempre , al via il 14 luglio da Ferrara, con anticipo nelle date zero del 5 maggio a Trezzo sull’Adda, del 13 e 14 a Milano (Fabrique) e del 19 e 20 a Roma. Il 10 giugno, sempre nella capitale, saranno madrine al Gay Pride 2023.
Emozioni per il ruolo di madrine del Gay Pride?
«Grande orgoglio, ma non sarà la nostra prima volta in assoluto».
Quando era già accaduto?
Paola: «Nel 2000 per il primo Gay Pride a Milano quando la nostra Viva el amor! venne scelta come inno ufficiale. Erano tempi in cui non era di moda essere un artista gay friendly, anzi, era decisamente scomodo».
Chiara: «Per noi è un piccolo vanto. Non c’era ancora l’affluenza che c’è oggi, era una cosa nuova, la scintilla è partita da lì e non si è più fermata».
Cosa pensate della chiusura del governo rispetto alle richieste del movimento Lgbtq+ e della campagna contro le famiglie omogenitoriali?
Paola: «È un argomento molto complesso, sono questioni difficili e da analizzare bene.
Bisogna evitare che ci sia sfruttamento del corpo femminile. Ma nel 2023, in Europa, di sicuro i figli delle famiglie arcobaleno che già esistono non devono ricevere trattamenti diversi rispetto agli altri bambini. Vorrei vivere in un mondo che non esclude i diritti di nessuno».
La vostra reunion è stata un successo, ma cosa avete fatto nel periodo di separazione?
Paola: «In quei dieci anni la vita ha preso il sopravvento, abbiamo vissuto le esperienze che avremmo sempre voluto fare: io volevo proseguire con la musica e con le mie serate da dj».
Chiara: «Io invece mi sono dedicata sempre più spesso alla recitazione, tra le ultime cose fatte ho partecipato a una puntata della serie Mare fuori ».
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Quali furono i motivi per cui nel 2013 scioglieste il duo?
Chiara: «Promozione, video, era diventato tutto molto oneroso. Eravamo uscite dalle major e da indipendenti era difficile far fronte all’impegno economico che occorre per fare dischi. Abbiamo ammesso di non potercela fare e abbiamo lasciato».
Paola: «Non è il motivo principale, questa è stata solo una delle cause. Di fronte a un risultato non pienamente soddisfacente si genera un nervosismo che si riversa sul rapporto con questo mestiere. Quando si è in due, o in una band, il nervosismo diventa motivo di discussione anche per le cose minime. Non ci divertivamo più, e quando la tensione supera il divertimento cantare diventa un peso».
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Siete diventate dance nel 2000, con la svolta sexy di “Vamos a bailar”, poi nel 2003 il video di “Kamasutra” fece andare fuori di testa il Moige per le sue scene di nudo.
Chiara: «Nella vita si è bambine, poi adolescenti, poi donne e quando si diventa donne si scopre che il tuo corpo è tuo e che puoi usarlo come espressione di te stessa. Nel nostro caso è anche un simbolo di espressione artistica, oltre che di femminilità».