PAOLO CORSINI FA LA VITTIMA – IL DIRETTORE DEGLI APPROFONDIMENTI RAI NON INTENDE CHIEDERE SCUSA A CORRADO FORMIGLI PER AVEGLI DATO DELL”“INFAME” AI MICROFONI DI “PIAZZAPULITA”: “QUELLO DELL’ALTRA SERA È STATO UN AGGUATO. È DA UN ANNO CHE QUELLA TRASMISSIONE MI ATTACCA. NE PARLERÒ CON GLI AVVOCATI. IN RAI CI SARÀ UN PROCEDIMENTO DI DISCIPLINA, PORTERÒ ANCHE LÌ I MIEI ARGOMENTI” – CORSINI AVREBBE EVOCATO LE DIMISSIONI: “SE GIAMPAOLO ROSSI DOVESSE CHIEDERMELO, SAREI PRONTO A FARE UN PASSO DI LATO…” – VIDEO
-Se questi insulti sono degni di un altissimo dirigente della televisione pubblica pagata da tutti i cittadini...#Corsini #Piazzapulita pic.twitter.com/6KBcd9Bn8n
— Corrado Formigli (@corradoformigli) October 24, 2024
Estratto dell’articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
Un amico di vecchia data, un collega giornalista, ieri davanti a un caffè gli ha consigliato: «Paolo, ma perché non chiedi scusa a Corrado Formigli e buonanotte? Così tutto si placa...». Ma Paolo Corsini, 56 anni, direttore degli Approfondimenti Rai, rugbista e scalatore indomito, non ci ha pensato un attimo: «Io a Formigli non chiedo scusa, semmai chiedo scusa alla mia azienda. E ti dico pure una cosa: se l’ad (Giampaolo Rossi, ndr ) dovesse chiedermelo, sarei pronto a fare un passo di lato. Perché se tutti questi attacchi, prima che a me, recano danni all’azienda, io mi faccio da parte. Ma scuse a Formigli, proprio no. Quello dell’altra sera è stato un agguato».
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L’amico al bar ieri glielo ha chiesto: «Ma davvero ti riferivi al gradino che ti ha fatto incespicare e non al conduttore?». Anche stavolta, risposta pronta: «É stato Formigli che ha deciso che quella parola era diretta a lui e l’ha mandata in onda, la verità è che io ho un ginocchio gonfio come un melone, faccio la magnetoterapia...É vero, io non avevo alcuna voglia di parlare con Piazzapulita perché è da un anno che quella trasmissione mi attacca. Se avessi avuto il ginocchio a posto, sarei scappato senza problemi. Ne parlerò con gli avvocati. In Rai ci sarà un procedimento di disciplina, porterò anche lì i miei argomenti».
Il responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo, ieri ha invocato le sue dimissioni dopo aver trovato nel libro Quel braccio alzato, storia del saluto romano di Massimo Arcangeli alcuni post su Facebook dello stesso Corsini. Che, però, s’indigna a sua volta: «C’è la foto di mio padre con la divisa dei Figli della Lupa mentre fa il saluto romano e, sotto, il mio post che riprende l’inno dei balilla: “Con ali e fiamme la Giovinezza va” .
Ma questa gente non sa che quando ritrovai quella foto mio padre stava morendo. Era una foto di lui bambino a Tripoli, dove nacque nel 1931. Era un ricordo privato. Io lo so che il fascismo è stato il male assoluto. Io sono un ufficiale (maggiore dei granatieri della riserva, ndr ) e ho giurato fedeltà alla Repubblica».
Già, ma quella volta che alla festa di Atreju (14 dicembre 2023) sul palco si definì «militante» e parlò di FdI come del «nostro partito». E poi gli sberleffi sul 25 aprile... «Maledetta quella volta che andai ad Atreju — confida all’amico —. La visione di quei 120 ragazzi con le felpe azzurre mi emozionò, pensai a Zygmunt Bauman, alla militanza contro la società liquida.
Quello è il mio mondo, certo ma io non sono mai stato iscritto a FdI. Ho letto pure che avrei chiamato mia figlia Arianna in omaggio ad Arianna Meloni. Follia. Giorgia la conosco da quando aveva 16 anni, ma Arianna l’ho conosciuta l’anno scorso. I post sul 25 aprile? Scrissi Buona Pasquetta, era solo goliardia...».
Stasera su Rai3 c’è Report e Sigfrido Ranucci annuncia novità non solo sul ministro Giuli ma pure sull’inchiesta genovese che ha fatto dimettere Giovanni Toti. E questo mentre le urne in Liguria sono aperte, oggi e domani. «Io al posto di Ranucci non l’avrei fatto, ma c’è un vuoto normativo e tecnicamente ha ragione lui, perciò può andare in onda. Io non censuro nessuno, do consigli. Mi dicono che ho censurato Scurati, non è vero! Chiedete a Riccardo Jacona, a Marco Damilano: possiamo pensarla in maniera diversa, ma al primo posto c’è sempre il bene della Rai».
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