IL PIÙ GRANDE SUCCESSO DI CLINT EASTWOOD: È RIUSCITO A PIACERE ANCHE ALLA SINISTRA! – AL TORINO FILM FESTIVAL “CRY MACHO” E LA DOCUSERIE SULLA CARRIERA DEL LEGGENDARIO ATTORE E REGISTA SONO STATI ACCLAMATI DA CRITICI, AMICI E COLLEGHI – EASTWOOD È L’ULTIMO ESPONENTE DI UN CINEMA CHE NON ESISTE PIÙ, NUTRITO DAGLI INSEGNAMENTI DI SERGIO LEONE E DON SIEGEL – LA SUA PERSONALITÀ E LE SUE VISIONI “SCOMODE” VENGONO MESSE DA PARTE PER ELOGIARE LE SUE CAPACITÀ DA REGISTA… - VIDEO
-Luca Beatrice per "il Giornale"
Se anche il Torino Film Festival rompe gli indugi, si toglie di dosso le incrostazioni ideologiche e gli attribuisce un così ampio e meritato riconoscimento, allora davvero Clint Eastwood è diventato l'ultimo testimone di un cinema che non c'è più o quasi.
Oltre all'anteprima di Cry Macho, nuova prova da regista e soprattutto da attore a 91 anni che segna peraltro il ritorno al genere più amato, il western, il Tff ha presentato le nove puntate della serie documentaria A Cinematic Legacy che ripercorre oltre mezzo secolo di carriera cominciato con i telefilm di Rawhide e giunto sin qua.
TUTTI D'ACCORDO
Colleghi, amici, protagonisti e complici, tutti d'accordo nell'affermare che Eastwood sia il più grande autore vivente, fedelmente ancorato all'idea di cinema classico nutrito dall'insegnamento di John Ford e Howard Hawks, passato attraverso Sergio Leone e Don Siegel che il vecchio Clint ritiene suoi maestri e mentori. Scopriamo così che Eastwood fa pochissimi ciack, è bravissimo nel lavorare con gli attori, architetto di un'arte del silenzio e dell'espressione del volto che non ha bisogno di troppe parole.
Poi, è molto simpatico ed è dotato di un particolare senso dell'umorismo. Persino i tanti che nutrivano più di un pregiudizio nei suoi confronti- conservatore, repubblicano, legato ai valori tradizionali dell'America come l'eroismo nella vita quotidiana, il senso della giustizia, il posto distinto che nella società spetta agli uomini e alle donne - devono riconoscere la grandezza assoluta di questa straordinaria macchina narrativa.
Eastwood si esprime al meglio quando racconta e interpreta personaggi ambigui, più portati al male rispetto al bene, controversi e solitari, e tutti hanno segnato indelebilmente la vita di cinefili che credono più nella sofferenza che nel buonismo. Chiunque ha sbagliato dovrà pagare, anche se non è giusto, anche se le sfumature di umanità porterebbero altrove. Perché, parafrasando il titolo di uno dei suoi tanti capolavori, il nostro non è «Un mondo perfetto».
L'autore classico si muove sempre all'interno dei generi che garantiscono robustezza nella storia, cura nel dettaglio, capacità registica. Nemico giurato della sciatteria e dell'effetto plastica che investe tanta parte del cinema contemporaneo, Clint è maestro dell'inquadratura e dei movimenti di macchina, sempre perfetti, mai una sbavatura, né troppo né troppo poco.
Si tratti di western, polizieschi, film di guerra, commedie umane, applica un meccanismo a orologeria e chi conosce il cinema sa che gestire il tempo è il primo indice di capacità. Anche se sono dei luridi bastardi, o forse soprattutto per questo, i suoi "eroi" ci entrano nel cuore: Harry Callaghan non è un giustiziere solitario ma un poliziotto, sicuramente repubblicano, che deve far rispettare la legge e detesta il lassismo democratico che colpevolizza più le vittime dei criminali.
Will Munny ne Gli Spietati è uno che ha ammazzato gente senza scrupoli, si porta dietro un passato tragico ma se ne frega di rischiare la vita per difendere le prostitute. Robert Kincaid, il fotografo senza patria de I ponti di Madison County è coprotagonista insieme a Maryl Streep di una delle più belle storie d'amore mai interpretate al cinema in cui vince il sentimento di rinuncia, «non ti voglio perché non posso averti».
MERITATISSIMO OSCAR
Premio Oscar per il vecchio pugile di Million Dollar Baby, avrebbe meritato analogo riconoscimento per il Walt Kowalski di Gran Torino, immigrato anch' egli proprio come quelli che odia ma di cui difenderà i diritti contro la prepotenza e il bullismo.
Ogni segreto del cinema di Eastwood è raccontato in questa straordinaria serie che il Tff ha proiettato in anteprima, dimostrando alla buon'ora che il buon cinema è anche quello che piace a noi: il cinema degli antieroi, Chris Kyle il cecchino di American Sniper, Richard Jewell paranoico e omosessuale accusato ingiustamente di aver messo una bomba ad Atlanta, Sully il comandante che salvò 155 persone, Leo Sharp il veterano novantenne che trasporta droga per il cartello.
Siamo contenti se qualcuno sta cambiando opinione su di lui, però vorrei rassicurare i fan della prima ora: Clint Eastwood è decisamente roba nostra, roba di destra, nella sua accezione migliore.