PURE NATALIA ASPESI VA IN ESTASI PER TIGER KING: “RACCONTA TUTTO CIÒ CHE CI SI PUÒ ASPETTARE (VERGOGNA!) DI MEGLIO DALLO STREAMING IN QUANTO SPAVENTOSO E VOLGARE; STATO IN SCHIAVITÙ DEI LAVORATORI INERMI, POLIGAMIA, SPACCIO E USO DI DROGHE PESANTI, ABBIGLIAMENTO E TRUCCHI RIBUTTANTI, SUICIDI, OMICIDI” – “ MOSTRA L’AMERICA CHE NON CONOSCIAMO, LA PIÙ VERA, LA PIÙ FORTE, LA PIÙ PERICOLOSA, QUELLA CHE CI FA…” – VIDEO
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Natalia Aspesi per “la Repubblica”
Chiusi in casa, depressi e privi di emozioni, annoiati dall' imperio invasivo delle notizie sulla peste ormai ridotte a numeri e vergognoso scontro politico, è arrivato (proprio dal 20 marzo, massima allerta Covid 19) su Netflix un documentario talmente pazzo nella sua verità da trasmettere quel tanto di pazzia necessaria a non dar fuori di matto sul serio. Si intitola Tiger King, in America sta avendo un successo travolgente, e si capisce il perché.
Queste sette puntate di massimo disordine umano riescono ad avere una funzione confortante per il loro orrore; che si potrebbe definire persino simpatico (chiedo scusa ai più deboli) se poi alla fine di ogni brillante, stupefacente puntata, non ci si sentisse all' improvviso un po' avviliti, stanchi. Fino a vergognarsi del proprio divertimento.
Tiger King, alias Joe Exotic, alias Joe Maldonado-Passage (i cognomi dei suoi due mariti che però si definiscono eterosessuali) è uno dei quattro protagonisti della serie, tutti proprietari di zoo privati, dalla vita a dir poco eccentrica e perciò affascinanti anche nelle loro nefandezze, nel loro aspetto disturbante. Da gennaio l' uomo dai capelli ossigenati con frangetta, barbetta e baffi, begli occhi azzurri e sorriso costante, molti anelli lungo i lobi delle orecchie, collane e Rolex, si trova in galera in Texas, condannato a 22 anni per aver incaricato un sicario di ammazzare la sua arcinemica e rivale che con la scusa di salvare le tigri maltrattate a sua volta le chiude in gabbia in quello che lei chiama santuario, non zoo.
Carole Baskin è una cicciotta dai lunghi capelli biondi con coroncine di fiori in testa, che da giovane, si vede dalle foto, pareva Lana Turner. Si sospetta, ma non è mai stata incriminata, che sia responsabile della scomparsa davvero misteriosa del suo secondo marito (ora ne ha un terzo adorante) più vecchio di 22 anni, ricchissimo, che voleva divorziare da lei.
C' è chi ama pensare che una tigre se lo sia mangiato in un boccone, perché, ci mostra il filmato, il tritacarne dello zoo è troppo minuscolo, ci sarebbero voluti giorni.
Come se contenesse tante diverse fiction, Tiger King racconta tutto ciò che ci si può aspettare (vergogna!) di meglio dallo streaming in quanto spaventoso e volgare; stato in schiavitù dei lavoratori inermi, poligamia, spaccio e uso di droghe pesanti, guru improvvisati, sette e culti scemi, stupri, mascalzoni di ogni tipo, abbigliamento e trucchi ributtanti, rivalità sanguinose, suicidi, omicidi, tutti armati di giganteschi fucili a sparacchiare qua e là o a minacciare gli ospiti sgraditi.
Tutto vero, documentato in cinque anni di lavoro, i protagonisti contentissimi di apparire in tutto il loro dark: ideato e girato onestamente da Eric Goode, 61 anni, proprietario di alberghi a Manhattan al suo primo film assieme a Rebecca Chaiklin; il suo scopo, come ha detto al New York Times, è attirare l' attenzione di un grande pubblico sullo sfruttamento e le atroci sofferenze degli animali esotici in cattività, "girando un Breaking Bad dove non si commercia la droga ma appunto queste povere bestie".
E le vediamo dibattersi nelle gabbie centinaia di meravigliose, maestose, enormi tigri da 400 chili, furibonde e smarrite, e i leoni, e l' elefante, e l' orso, i giaguari, il coccodrillo, i cobra indiani: con 300 euro a testa folle di americani, che non si immagina possano essere così brutti e grassi, si pagano il brivido della foto (molto ambite sui social di incontri sessuali) vicino alla bestia feroce impotente a difendere la sua dolente dignità, poi tutti seduti contenti, anche i bambini, a palleggiarsi i cuccioli di non più di due settimane, deliziosi gattini di morbida grazia: che diventati velocemente grandi e quindi pericolosi, verranno venduti a collezionisti privati (più chic una tigre che una Maserati) oppure soppressi contro ogni legge. Joe Exotic dà lavoro a gente uscita di galera, a sbandati irrecuperabili, a cui van bene 100 dollari la settimana: l' innocente transessuale Saff, a cui una tigre ha mangiato il braccio sinistro, è subito tornata allo zoo per amore degli animali e "perché ci lavora il manager John che non ha più le gambe".
Nel santuario della furba Carole in Florida gli inservienti sono tutti volontari, non vengono pagati ma dopo 5 anni di 12 ore di lavoro al giorno senza vacanze riceveranno un diploma. Nello zoo di Bhagavan Antle detto Doc, nella Carolina del Sud, lavora invece un harem di belle ragazze che lui sceglie adolescenti, vestendole leopardate e disponibili per altri uomini; istruttore di animali feroci a Hollywood, è un omone di bellezza un po' laida, e le sue donne lo reputano un dio.
Ci sono pure personaggi che amano davvero gli animali feroci sin da bambini e vogliono vivere tra di loro: come Mario Tabraue, un gentile, elegante signore anziano molto riservato, che dopo aver ammazzato la prima moglie scontando pochi anni di galera, negli anni 80 guadagnò 80 milioni di dollari col traffico di droga, giusto per poter mantenere le sue care tigri.
Ha ispirato a Brian De Palma il personaggio di Tony Montana di Scarface, è stato condannato a 100 anni di galera, diventando informatore ne ha fatti 12 e adesso se la gode con la nuova moglie e le sue bellissime bestie.
Dal carcere Joe Exotic ha fatto sapere che per la miniserie già in programma vuole che a interpretarlo sia Brad Pitt. Ma è questo documentario che mostra l' America che non conosciamo, la più vera, la più forte, la più pericolosa, quella che ci fa capire il potere di un uomo con quel ciuffo giallo ridicolo e il comportamento di chi sa che così va il mondo. Il suo.