IL "B-SIDE" DELLA "RAPPRESENTANTE DI LISTA" - DOPO LA CONSACRAZIONE CON “AMARE”, IL DUO COMPOSTO DA VERONICA LUCCHESI E DARIO MANGIARACINA TORNA A SANREMO, CAMBIA MUSICA E METTE UN LATO B IN COPERTINA. LO SCORSO ANNO AVEVA SCODELLATO, INVECE, UNA BELLA VAGINA. PER L’ANNO PROSSIMO CI DOBBIAMO ASPETTARE UN PAIO DI TETTE?
-Rita Vecchio per leggo.it
«Ritornare Sanremo? E dove è stato il tempo di scrivere una canzone, dopo un anno passato tra disco, libro e tour?». E invece, La Rappresentante di Lista il brano lo aveva già. Dopo la consacrazione con “Amare”, Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina ritornano al Festival con un brano totalmente diverso, “Ciao Ciao”. Strofe musicalmente divertenti, che prestano il respiro ritmico alla splendida voce della Lucchesi.
«Avevamo voglia di chiudere un cerchio iniziato l’anno scorso - raccontano i due che sul palco saranno insieme a Enrico Lupi e a Erica Lucchesi (sorella di Veronica) - Un sound nuovo, per raccontare l’altra faccia di LRDL». Più che altro, il lato B (vista la copertina del brano che risponde alla vagina in primo piano dello scorso anno). «La canzone si presta a tante possibilità di sfogo sul palco. Quest’anno Sanremo è la nostra seconda chance. A volerci fortemente, è stata la direzione artistica».
Ovvero Amadeus.
DM. «Veramente non avevamo intenzione di partecipare (ridono, ndr). Quando ci annoiamo, scriviamo. E “Ciao, Ciao” era stata già scritta. Non sapevamo sarebbe servita per il Festival».
Terzo anno consecutivo al Festival: ospiti di Rancore nel 2020 e in gara l’anno scorso. Che canzone è “Ciao Ciao”?
«C’è chi dice che rimanda agli anni 70, chi agli 80. Per noi è anni 2022, con dentro i temi di LRDL: il corpo, il libro Maimamma, la fine del mondo».
Che cosa è la fine del mondo?
VL: «La fine delle illusioni. La fine delle certezze. La fine dei giochi. Ma può essere luce rischiaratrice, occasione per cambiare e ripartire».
Il riferimento è al Covid?
VL: «È più largo. Penso a quello che sta succedendo alla Terra che scalpita per gli errori che stiamo commettendo. Alla paura della morte».
DM: «La situazione pandemica si inserisce, c’è la “vertigine sociale”, che è la solitudine. La paura è che l’umanità possa autodistruggersi. Detto così sembra patetico, ma è un topos letterario. Ricorda “Don’t look up” (l’ultimo film con Di Caprio e la Lawrence, ndr). L’uomo non cambia facilmente. È sempre quello delle guerre. L’arte può indirizzare la coscienza collettiva».
La vostra fine del mondo?
DM. «A parte il Covid che abbiamo preso? (Ridono, ndr). Ne abbiamo avute, conta trasformarsi in meglio. Il coro che canta con Veronica “Tocca a noi”, significa questo».
VL. «Io ho una fine che tengo a memoria, di cui porto ancora i segni di morte allegoricamente parlando: la separazione netta dal teatro dopo una delusione con la compagnia con cui lavoravamo. Difficile fare i conti con questa fine, ma la vita è stata stravolta. È stato un bel cambiamento».
Ed eccovi.
DM.: «Quest’anno sarà un vero Sanremo, con i personaggioni - Morandi, Zanicchi , Ranieri, Elisa- del Festival che guardavamo noi».
VL.: «L’anno scorso era più di rottura, eravamo accanto a Madame, Colapesce e Dimartino, Coma_Cose, come una line up di un festival indipendente».
C’è un preferito?
«Morandi. Ci facciamo lunghe chiacchierate sul fare musica. Come quella sul suo essere interprete e noi anche autori. Un bel confronto».