"IN COREA HO MANGIATO LA CARNE DI CANE" - GIUSEPPE CRUCIANI MEJO DI BEPPE BIGAZZI (CHE SPIEGÒ ALLA "PROVA DEL CUOCO" COME CUCINARE UN GATTO): "NEL 2002 ERO IN COREA PER SEGUIRE I MONDIALI DI CALCIO. AVREI DOVUTO INTERVISTARE L'ARBITRO BRYAN MORENO, FAMOSO PER L'ELIMINAZIONE DELL'ITALIA, MA PASSAI UNA NOTTE PARTICOLARE CON UNA DONNA MEZZA AMERICANA E MEZZA COREANA, CHE AVEVO INSEGUITO PER TRE GIORNI FOTTENDOMI DEL LAVORO CHE DOVEVO FARE..."
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Estratto da www.ilmessaggero.it
È un Giuseppe Cruciani più "mansueto" quello che si presenta ai microfoni di Supernova. Alessandro Cattelan riesce ad andare a fondo nelle sue visioni, ottenendo anche diversi aneddoti di vita del conduttore de "La Zanzara".
Si parla di inclusività e vittimismo, finendo poi nell'intramontabile tema della masturbazione. Giuseppe Cruciani in alcuni momenti prende anche il possesso del microfono facendo lui le domande al conduttore. Alessandro Cattelan riesce a non sbilanciarsi senza far perdere la spontaneità del suo ospite. […]
«Ho più di mille magliette di calcio fino agli anni '70, di qualsiasi squadra e nazionalità». Giuseppe Cruciani apre l'intervista raccontando la sua speciale collezione, attratto dalle divise che Cattelan ha disposto nel suo studio. Riguardo alla sua fede sportiva racconta: «Io sono tifoso della Lazio e la squadra non si cambia. La cambiò Emilio Fede, passando dalla Juventus al Milan. Preferiva il grano».
Negli ultimi anni è diventato simpatizzante della Juventus: «La mia fidanzata è super juventina e io vengo osannato dai tifosi perché ho difeso la Juve durante Calciopoli e continuo a pensare che abbia vinto legittimamente. Secondo me che rubi è una leggenda metropolitana. Tra Juventus e Lazio, tifo Lazio».
«Nel 2002 sono andato in Corea a seguire i Mondiali di calcio e ho anche mangiato una volta la carne di cane. Fu un'esperienza drammatica». Questo è il primo aneddoto che Giuseppe Cruciani ricorda raccontando della sua esperienza ai campionati del mondo di calcio in Giappone e Corea, seguiti 22 anni fa per Radio 24.
Avrebbe dovuto anche realizzare un'intervista all'arbitro Bryan Moreno, famoso per l'eliminazione dell'Italia da quella competizione: «La prima telefonata in Italia gli fu fatta da una nostra giornalista stagista. Io passai una notte particolare con una mezza americana e mezza coreana, che avevo inseguito per tre giorni fot****omi del lavoro che dovevo fare.
La conobbi la sera prima di Italia-Corea all'ambasciata italiana. Io in giro per Seul a cercare di arrivare dove mi aveva lasciato il bigliettino da visita, mentre in redazione mi dicevano che dovevo chiamare Moreno».
«Tutti si sentono vittima di qualcosa e tutti pensano che lo Stato si debba occupare dell'esistenza degli haters su Internet». Giuseppe Cruciani si scaglia contro quella che lui definisce «epoca del vittimismo». In particolare ce l'ha con alcuni personaggi in particolare: «Più pericoloso cercare di pulire o ripulire una piattaforma piuttosto che l'esistenza di uno che insulta te e la tua famiglia.
Diffidate chi pubblicamente ti dice sono vittima di odio social, perché vogliono costruirsi un'immagine basata sul fatto di essere vittima di odio social. Chi dice "mi aggrediscono perché sono grasso"...chi se ne frega, spegni i commenti».
Torna sulle frasi di Vittorio Feltri che avrebbe voluto investire dei ciclisti: «Non è istigazione alla violenza. Qualcuno vuole andare in tribunale, perché ci dobbiamo occupare di spendere tempo e denaro per seguire uno che ha detto qualcosa sui social. Le speranze che qualcuno muoia restano le speranze che qualcuno muoia. Non è un'istigazione a mettere sotto i ciclisti» [...]
«Mi fa godere quando una mia polemica ha seguito. Essere belli ed ascoltati è bello, non nascondiamoci. È bello avere influenza e dire cose che pesano. Andarlo a cercare è il più grande errore che puoi fare». […]
«Sono molto ansioso e molto conservatrice. Tendo a mantenere l'esistente. Ho avuto paura di cambiare radio e luogo di lavoro, l'ansia del cambiamento mi ferma». Un aneddoto su Radio Deejay: «Avrei dovuto portare la Zanzara. Stimo molto Linus, mi ha offerto per due anni di andare da loro. Non ho dormito per una settimana dopo che l'affare era praticamente concluso. Mi convisi che questa cosa che era sbagliata. Temevo di perdere la mia libertà».