"DE ROSSI SI È CAMUFFATO PER IL DERBY? IO MI TRAVESTIREI PER UNA RAPINA IN BANCA" – KATIA RICCIARELLI NO LIMITS: "FABIO TESTI HA RACCONTATO AL "GFVIP" DI UNA STORIA TRA DI NOI? SE C'È REALMENTE STATA, NON HA AVUTO MOLTO SUCCESSO, PERCHÉ DI QUESTO FLIRT NON RICORDO NIENTE. CON SORDI INVECE CI FU QUALCOSA" - "BAUDO? ORMAI CI PARLIAMO, NON HA SENSO RESTARE CON IL MUSO. TROPPA INUTILE FATICA" - "A BOCELLI SCONSIGLIAI LA LIRICA PER QUESTIONI DI VISTA. COME VOLER GUIDARE UNA FERRARI" – E ALLE SLOT MACHINE... - VIDEO
Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano
L' intoppo è dietro l' appellativo. "Lo so, tra gli artisti non c' è il femminile di 'maestro', e spesso le persone si arrampicano per scovare la soluzione giusta". Qual è? "A volte mi chiamano 'dottoressa', e mi viene da ridere; 'maestra' no perché è legato alla scuola".
Quindi? "Si rifugiano nel rassicurante 'maestro', e in quei momenti mi sento molto virile". Austera può sembrare, Katia Ricciarelli; austerità data anche dalla sua professione, dai ruoli interpretati, dall' ambiente frequentato, dove le regole sono dogmi e si tramandano da generazioni, teatri e sipari; salvo poi rivelare lati del carattere molto più pratici e inaspettati per parole e atteggiamenti, così all' improvviso, magari durante un argomento serio, gira la testa e le sfugge un "guarda che sta a fa' sto fijo de 'na mignotta".
Dopo un secondo di incertezza, diventa chiaro il soggetto in questione: è il cane indisciplinato.
Da questa sera e per tre domeniche su Rai 1, la Ricciarelli sarà tra le protagoniste di Come una madre, un giallo-dramma su una donna (Vanessa Incontrada) in fuga insieme a due bambini orfani di una madre uccisa in circostanze da chiarire; e la Katia nazionale interpreta una cantante lirica diventata barbona. "Ovvio, in gran parte sono io".
In gran parte
Non ero e non sono un' attrice di cinema o televisione, posso avvicinarmi a certi personaggi se affini a me stessa.
In compenso al suo esordio ha vinto un Nastro D' Argento
Grazie a Pupi Avati e neanche ci pensavo: uno non diventa attore a 50 o 60 anni, è un lavoro da intraprendere ben prima.
E invece
Allora ha vinto la curiosità e la capacità di coinvolgermi di Pupi, poi ci metto del mio, quindi caparbietà e curiosità.
La definiscono precisa e pignola.
Sul lavoro lo confermo, nella vita tutto il contrario, e a casa mica pretendo le pattine: quando parto lascio un disordine bestiale.
Aggiungono: schietta.
Non so se è un difetto o un pregio, forse più un difetto, però non offendo mai nessuno.
Ad Andrea Bocelli ha sconsigliato la lirica per questioni di vista.
E lo confermo, una cosa è il palco per un concerto e un' altra è l' Opera.
Lui non ci sarà rimasto bene Ancora non era famoso, non aveva debuttato a Sanremo; vennero da me e dopo averlo sentito cantare, gli espressi il mio pensiero: "Nella lirica è fondamentale vedere il direttore d' orchestra e mantenere un contatto visivo pure con i colleghi".
Diretta.
Ma è basilare! Altrimenti è come voler guidare una Ferrari.
Tipo "Profumo di donna".
Esatto! Ciò non toglie nulla alle grandissime capacità di Andrea, che poi ha espresso.
Daniele De Rossi si è cammuffato per vedere il derby in Curva Sud. Lei per cosa si travestirebbe?
Una rapina in banca.
Eh?
(Ride a lungo) Vabbè, scherzo, ma non ho questa necessità di andare in qualche posto senza farmi riconoscere; comunque a volte vorrei tramutarmi in uccellino per ascoltare cosa dicono di me.
(Il cagnolino abbaia).
Ha spesso parlato della sua Dorothy Le ho dato il nome della moglie di Caruso, l' ho salvata dalla strada, quando aveva pochi mesi. È morta dopo 18 anni, un dolore terribile; quando sono in macchina controllo sempre dal finestrino, ho paura di investire un animale.
Vegetariana.
Non del tutto, evito solo gli animali piccoli; una volta ho chiamato i Vigili del fuoco per salvare una rondine, e sono venuti.
Torniamo ad Avati.
Mi ha insegnato l' a-b-c della recitazione, prima di far parte del cast de La seconda notte di nozze avevo solo partecipato a L' Otello di Zeffirelli, ma con Franco bastava seguire la musica, navigavo nelle mie certezze, per dire "ti amo" ci mettevo un tempo infinito perché cantato, mentre il cinema vero è diverso (sorride), pure lento.
Cosa?
Per girare un minuto impieghi un tempo impossibile, devi farla e rifarla, fino all' esaurimento.
Noioso.
Io sono per la spontaneità.
Sempre.
Certo, e grazie alla spontaneità mi è andata bene pure sul grande schermo, e poi con Pupi c' è ironia, anche se l' argomento è serio.
Come Shakespeare con i suoi "buffoni".
La regola è sempre quella, serve a mantenere la concentrazione del pubblico, e Falstaff ne è l' emblema. Ah, il mio difetto era quello di recitare e gridare.
Perché?
Abituata al teatro: sul palco è necessario mantenere un tono sempre forte per arrivare fino alle ultime file, mentre Pupi mi ha spiegato che con il cinema è il contrario: se uno abbassa i toni, obbliga lo spettatore a cercare di capire.
Un maestro.
Quando giravamo stava tutto il tempo in ginocchio per seguire i passaggi; anche Franco (Zeffirelli) mi ha aiutata tantissimo.
Un suo grande amico.
Oltre: un fratello. Mi ha insegnato a gesticolare di meno, a ridurre la mimica facciale, "non servono tutte queste smorfie, non stai all' Opera". Ma su un palco uno deve caricare ogni aspetto per arrivare pure alle file in fondo.
"Come una madre" Sì, lì in gran parte sono io.
Con quel turbante nero, tutta truccata In gran parte. E ci vuole tutta la mia ironia per mostrarmi così, perché una come la Tebaldi non avrebbe mai accettato; mi sono commossa.
Davvero?
Diventare grandi in questo ambiente non è semplice, all' improvviso arriva il tempo a portarti via lo scettro. Ci vuole dignità.
Non è semplice, dice.
Per niente; anche per Mazzacurati ho interpretato un ruolo con sfumature non facili (La sedia della felicità). Ero una parrucchiera.
Ultimo film di Mazzacurati prima di morire.
Persona meravigliosa, un poeta.
Fabio Testi ha raccontato al "Grande Fratello" di una storia tra di voi.
Se c' è realmente stata, non ha avuto molto successo, perché di questo flirt non ricordo niente.
Dolore.
Mi hanno chiamato per riportarmi le sue parole: l' ho trovato inelegante e non è la prima volta.
Con Testi?
No in generale, oramai ne sento di tutti i colori, forse perché sono sola.
E con Sordi?
Alt, qui è vero, ma ero giovanissima, lui già un divo, e persona molto divertente.
Quando lo seppero le sorelle, arrivò la loro benedizione: "Lei va bene, ha un lavoro".
Allora era tirchio.
No, mi ha offerto la cena.
Ha un' ossessione?
Neanche una, ma ho la passione per la musica, che è ben diverso, e alla musica sono riconoscente perché grazie a lei mi sono permessa tutto ciò che sognavo da ragazza (cambia discorso).
E questa storia del Coronavirus?
Bel guaio Io insegno a tantissimi cinesi e coreani, metterò la mascherina.
La Incontrada è stata bersagliata per il peso
Sul set ne abbiamo parlato, e mi ha detto di essere felice così, purtroppo rompono con i social, ed è per questo che non ci sono, non intendo prestarmi a certe scenette, e non voglio sentire neanche certe frasi rivolte a me.
Teme?
Ho i miei chiletti in più, e sono quasi sempre stata così: mi piacciono e sono normali per la mia professione.
Quando ha vinto il Nastro, gli altri attori come l' hanno presa?
Hanno rosicato tanto, e quando l' ho ritirato ero quasi imbarazzata, quasi mi vergognavo. E li capivo.
È una dei pochi artisti da sempre dichiarata di destra.
Però non ho mai avuto problemi sul lavoro, perché sono un' artista e ora lo dico in maniera chiara.
Cosa?
I veri artisti appartengono al mondo, non a una parte, e chi crede il contrario è un povero deficiente.
Quindi è successo.
Recentemente ho partecipato a uno spettacolo dedicato alla Shoah: tre serate meravigliose, e sono stata brava, e sono arrivata alle lacrime per quanto ho sentito il tema. Eppure c' è stato uno che ha protestato in quanto di destra.
È scaramantica?
Un tempo lo ero sotto molte forme, anche le più classiche come il gatto nero; adesso no, al massimo mi concedo il segno della croce.
Superenalotto?
Mai giocato. Preferisco le slot machine.
È giocatrice.
Mi piacciono quelle con il poker, amo stare da sola davanti a loro, non amo giocare con altri, con il vociare, il nervosismo, e tutto il corredo; mi piace stare lì e vivermi in solitaria l' adrenalina offerta (resta zitta).
Qui c' è un "ma"
I tempi sono cambiati, secondo me le hanno truccate, perché non vince più nessuno, ci hanno tolto anche questo divertimento, ma nonostante questo ho più vinto che perso e a volte ho portato a casa dei bei colpi.
Di cosa ha paura?
Di niente, neanche della vecchiaia, e se posso scegliere, preferisco morire di un colpo secco.
Cos' è la felicità?
Quella non esiste più; quando non avevamo niente potevi sognare e magari raggiungere i tuoi obbiettivi; adesso no, ci hanno svuotato, al massimo uno deve puntare alla serenità.
A proposito di serenità, hanno raccomandato di non nominarle Baudo.
Davvero?
Sì.
E perché? Oramai ci parliamo, ci siamo rivisti, non ha senso restare con il muso, troppa inutile fatica. Come dicevo prima, conta la serenità.