"LE ELEZIONI USA MI RICORDANO 'GANGS OF NEW YORK' CON DUE FAZIONI CHE SI DAVANO BATTAGLIA" - MARTIN SCORSESE: "QUESTO ESPERIMENTO CHE CHIAMIAMO DEMOCRAZIA POTREBBE CONTINUARE OPPURE FINIRE. OGGI C’È INFORMAZIONE, MA ANCHE DISINFORMAZIONE" - "LA VIOLENZA NEI MIEI FILM? NON SI PUÒ NEGARE CHE SIA PARTE DEL NOSTRO ESSERE. ESISTE ANCHE UNA VIOLENZA CIVILIZZATA, FATTA DI OSTRACISMO E DI ABITUDINE A GUARDARE DALL’ALTRA PARTE" - SULLE ORIGINI ITALIANE: "IL VERO NOME DELLA MIA FAMIGLIA ERA SCOZZESE, MA È STATO CAMBIATO IN SCORSESE PERCHÉ…"
-Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per www.lastampa.it
[…]Nel Museo Nazionale del Cinema, incantato dai reperti prodigiosi, Martin Scorsese, classe 1942, accompagnato nel gran tour italiano dalla figlia Francesca che sta girando un documentario su di lui, […] annuncia con vigore: «No, non ho nessuna intenzione di abbandonare il cinema, devo girare ancora alcuni film, spero che Dio mi dia la forza di farli, e anche di avere i capitali necessari».
Ieri, dopo la laudatio di Giuseppe Tornatore, ha ricevuto la Stella della Mole, oggi è in programma la masterclass e l’introduzione alla retrospettiva: «Sin da quando, più di 70 anni fa, sedevo con i miei nonni e i miei genitori a guardare Paisà di Rossellini in tv, il vostro cinema ha occupato un posto speciale nel mio cuore, una presenza che mi ha guidato, sostenuto, spronato nel mio lavoro». […]
In molti dei suoi film, penso soprattutto a Gangs of New York, ha raccontato le radici sanguinose degli Usa. Le elezioni presidenziali sono vicine, e il clima generale fa ripensare a quei tempi. Qual è la sua impressione ?
«Ho girato a Cinecittà Gangs of New York e il mio desiderio era proprio esplorare le fondamenta del nostro Paese, a partire dal momento in cui, prima degli italiani, arrivarono gli immigrati irlandesi e poi altri gruppi etnici. Volevo indagare su quello che fu un esperimento di convivenza, sulla possibilità che si realizzasse davvero. Si trattava di fazioni contrapposte, che si davano battaglia, e questo scenario è ora di nuovo sotto i nostri occhi, per ragioni differenti.
Stiamo assistendo a qualcosa già accaduto in passato, tra poco sapremo come andrà. Questo esperimento che chiamiamo democrazia potrebbe continuare oppure finire. Oggi c’è informazione, ma anche disinformazione. […] il mio film si è rivelato una previsione tragicamente azzeccata».
La violenza è molto presente nel suo cinema. Si ritiene un cattivo o un bravo maestro?
«La violenza fa parte di quello che siamo ed è stata un elemento integrante della storia della strada in cui sono cresciuto. Intorno a me ho visto gente perbene fare cose molte brutte, ma anche tutto il contrario, i piani erano confusi e quindi sono venuto su con una visione molto aperta. Sui giovani la violenza può suscitare attrazione, naturalmente non si può esultare davanti a episodi di violenza, ma di sicuro non si può negare che sia parte del nostro essere.
Dobbiamo chiederci chi siamo e dobbiamo anche sapere che esiste una violenza civilizzata, fatta di ostracismo e di abitudine a guardare dall’altra parte. Anche quella è violenza. In Killers of the flower moon, per esempio, il personaggio interpretato da Robert de Niro, King Hale, è, in apparenza, un buono, uno che aiuta gli indiani, che adora quei “selvaggi”, poi, però, li ammazza. È sempre andata così, noi arriviamo, prediamo le loro terre, e loro devono solo sparire».
[…] Con l’Italia ha da sempre un rapporto stretto, perché?
«Guardo al passato e sono molto attratto dagli scavi archeologici e dalle scoperte che ne derivano. Sono stato produttore esecutivo di un film sull’archeologia sottomarina, per questo la settimana scorsa ero a Ustica e poi a Taormina. Tra un paio di giorni tornerò in Sicilia, a Polizzi Marina, a visitare la città di mio nonno, Francesco Scozzese.
Sapete che il vero nome della nostra famiglia era questo? Gli americani non riuscivano a pronunciarlo bene, così alla fine siamo diventati Scorsese. Il mio sarà un viaggio sentimentale, alla ricerca delle radici, mi piace pensare che, da questo pellegrinaggio, potranno venire altri film». […]