"MAX PEZZALI? LA RICONOSCENZA NON E' IL SUO FORTE" - CLAUDIO CECCHETTO CITA VASCO ("NON SONO GLI UOMINI A TRADIRE MA I LORO GUAI") PER PUNGERE IL CANTANTE SCOPERTO DA LUI -SU FIORELLO: “LUI È IL PIU' PIGRO" (LA REPLICA DELLO SHOWMAN A "VIVA RAI 2": "MA SE STAVO IN DISCOTECA DA MEZZANOTTE FINO ALLE 6 DEL MATTINO”) - "AMADEUS? LO CHIAMAVO LA VOCE DI PIOMBO – FABIO VOLO? AVEVO PREVISTO IL SUO SUCCESSO COME SCRITTORE" – E POI JERRY SCOTTI, SABRINA SALERNO, JOVANOTTI - "GIOVANI TALENTUOSI OGGI? CE NE SONO UN PAIO: STEFANO DE MARTINO E MIO FIGLIO JODY” – IL DOCUFILM

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1 - CECCHETTO E I SUOI TALENTI

Renato Franco per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

claudio cecchetto

«Con il senno di poi ho capito che sono stato un talent scout anche nella scelta dei miei studi: prima perito termo-tecnico, poi Scienze delle preparazioni alimentari, ovvero i due grandi problemi dell’era moderna: il riscaldamento e il cibo».

 

Incontri, successi, scommesse, scelte azzardate e azzeccate: quella di Claudio Cecchetto è una vita da film, anzi da docu-film: People from Cecchetto , domani su Rai1 alle 21.30, una produzione Lotus in collaborazione con Rai Documentari.

 

(...)

 

Nella sua vita da talent scout ne ha scoperti e lanciati tanti. Fiorello?

«Il più pigro. E meno male, perché se no sarebbe presidente del mondo dello spettacolo. Lui è così: si è confezionato un programma al mattino presto perché si sveglia con il buio e va a fare colazione. E ha deciso che poteva diventare una trasmissione».

 

Amadeus?

«Lo chiamavo la voce di piombo, con quel timbro pesante, bello, solido, che riempie tutte le frequenze, la risata che sprizza ottimismo. Il nome nasce dal pezzo di Falco, un singolo di grande successo. Era perfetto, c’era già la sigla del programma pronta».

 

claudio cecchetto jovanotti fiorello

A lui però non piaceva il nome, ma oggi le deve fare un monumento.

«Mi fa ridere che anche sua mamma ormai lo chiama Amadeus».

 

Ha cambiato il nome pure a Fabio Bonetti: Volo.

«Mi disse che era uno che leggeva molti libri e la cosa mi colpì subito: ero abituato a dj che leggevano poco. Sono contento del suo successo come scrittore, l’avevo quasi previsto, gli dissi che leggeva talmente tanti libri che un giorno avrebbe dovuto scriverli perché non ne avrebbe più avuti da leggere».

 

Cosa la colpì di Sabrina Salerno?

«Sento domande che hanno già la risposta... al di là dell’avvenenza, ho visto in lei tanta energia e grinta. A Canale 5 la mettevano sempre in bikini, a lei non piaceva e io ero d’accordo: meglio immaginare che sbattere in faccia, meglio una maglietta larga e bagnata».

claudio cecchetto max pezzali

 

Gerry Scotti?

«L’ho bloccato sulla scaletta di un aereo mentre stava partendo per l’America. Lo convinsi a rinunciare al lavoro da copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità. Lui può fare qualsiasi cosa, sapevo che se avevo un problema lui era la soluzione: per questo Gerry è il presentatore immagine di Canale 5».

 

Jovanotti?

«All’epoca erano tutti poser, io invece sono sempre stato un casinista in discoteca: in lui mi sono riconosciuto, anzi ho rivisto me all’ennesima potenza».

Max Pezzali?

«Diciamo che la riconoscenza non è il suo forte».

 

2 - «FAREI SANREMO E POI MI RITIRO»

Mattia Marzi per “il Messaggero” - Estratti

 

«Se mi avessero chiesto: "Chi vuoi essere?", avrei risposto: Claudio Cecchetto», dice Jovanotti.

marco trani claudio cecchetto

 

«Con Baudo era l'unico vero talent scout», ricorda Amadeus. Dall'ex Ragazzo fortunato all'ex dj diventato uno dei volti più potenti della tv italiana, passando per Fiorello, Gerry Scotti, Leonardo Pieraccioni, Francesco Facchinetti, Sabrina Salerno e Fabio Volo: People from Cecchetto (una chiara citazione di quella People From Ibiza del "suo" Sandy Marton), il docufilm di Emanuele Imbucci sulla carriera del 71enne ex dj, presentatore, fondatore di Radio DeeJay e Radio Capital, produttore e talent scout straordinario, è una grande reunion - virtuale - dei "Cecchetto guys", che celebrano il loro mentore. Andrà in onda mercoledì in prima serata, alle 21.30, su Rai1.

 

Claudio Cecchetto risponde da Cortina, dove venerdì sera ha partecipato alla festa per i quarant'anni di Vacanze di Natale, simbolo di un decennio, gli Anni '80, di cui mister Gioca Jouer è stato uno dei grandi testimoni e protagonisti: «Non ho mai lanciato talenti, ho seguito i talenti, abbiamo costruito insieme la loro carriera», dice.

 

gerry scotti kay sandvik cecchetto e sandy marton

Facciamo un gioco. Per fare Amadeus, Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti, gli 883, Paola e Chiara, Leonardo Pieraccioni, solo per citare alcuni dei talenti che ha scoperto lei, ci vuol Cecchetto. E per far Cecchetto, invece?

«Ci vuole il grande Mike Bongiorno. Silvio Berlusconi lo aveva appena nominato direttore artistico di Telemilano 58, la futura Canale 5. Pensò bene che una televisione nuova come quella avesse bisogno di rivolgersi alle nuove generazioni. Cominciò a cercare tra i volti giovani di quel periodo».

 

(...)

Ma lei ne vede, di giovani talentuosi?

«Ce ne sono un paio. Uno è Stefano De Martino».

E l'altro?

«Mio figlio Jody (29 anni, nato dall'unione con la moglie Maria Paola Danna, ndr)».

Non vale.

«Lo so (ride). Ma mi rivedo in lui. A Sanremo se l'è cavata bene con la conduzione del PrimaFestival».

claudio cecchetto amadeus

 

A proposito di Sanremo, per il 2025 si libera un posto da conduttore e direttore artistico, e adesso va in onda un documentario su di lei in prima serata: con la Rai ne avete parlato?

«No. Ma non avrei problemi a farlo. Così come sono stato il più giovane conduttore, mi piacerebbe anche diventare il più vecchio. Sarebbe un bel modo per chiudere la carriera».

fiorello marco trani claudio cecchetto

 

Amadeus lo sente?

«Sì, dai».

Ma l'anno scorso non aveva detto che «ormai bisogna passare da Lucio Presta per parlare con lui»?

«Son cose che si dicono».

 

Per il suo ultimo Festival ha chiamato tanti amici: a lei una telefonata non gliel'ha fatta?

«C'è tempo fino al 6 febbraio: il cast non è ancora chiuso, no?».

Sta aspettando che squilli il telefono?

«Se mi chiama, ci sono. Altrimenti non ne farò un dramma».

 

Nel docufilm non compare Max Pezzali: com'è finita, dopo trent'anni di hit?

«Male. Max è scomparso».

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Che risposte si è dato?

«Vasco in una sua canzone, Credi davvero, dice una cosa giusta, che si presta bene a descrivere la situazione: "Non ti fidare mai, non sono gli uomini a tradire, ma i loro guai". Non dico altro».

Però il suo personaggio comparirà nella serie Sky "Hanno ucciso l'uomo ragno", sugli 883.

«Ci mancherebbe. Li ho inventati io, per citare il grande Mike: una cosa dovuta».

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