"UN MONOLOGO STUPIDO CHE FAVORISCE L’OMOFOBIA" - IL TRANS-REMO DI CHECCHO ZALONE NON È PIACIUTO AI TRANS: PER EFE BAL IL COMICO È DA BOCCIARE PERCHÉ "PARLA ANCORA DI NAZIONALITÀ BRASILIANA, DELLA CERETTA PER DIVENTARE PIÙ BELLA O PIÙ DONNA, DEL NUMERO DI PIEDE 48" - LA GIORNALISTA TRANSESSUALE MANILA GORIO A "LA ZANZARA": "SKETCH IGNOBILE, SI FA PASSARE IL MESSAGGIO CHE SIAMO TUTTE MIGNOTTE"
-1 - MANILA GORIO A LA ZANZARA SU RADIO 24: “ZALONE A SANREMO? UNO SKETCH IGNOBILE"
Da "Un Giorno da Pecora"
“Sono particolarmente arrabbiata” ha detto la giornalista transessuale Manila Gorio a La Zanzara su Radio 24 commentando quando successo sul palco di Sanremo ieri sera. “Ogni volta che si parla di transessuali, in questo paese dobbiamo farli vedere come sesso, droga e rock n’roll. Io sono una giornalista, ho una marea di amiche che fanno altri lavori, questo modello retrò delle trans che battono va lasciato”.
“Per me Checco è un amico - ha aggiunto la Gorio - siamo nati nello stesso paese e gli voglio bene. Ma Amadeus prima invita Drusilla Foer per un messaggio di inclusione, si dà spazio al monologo bellissimo sul razzismo e poi però si deve spiegare a chi ha scritto il testo di Checco Zalone che non dobbiamo far passare il messaggio che le trans sono mignotte. È stato ignobile”.
E sulla presenza come co-conduttrice della crossdresser Drusilla Foer, la Gorio ha aggiunto: “Con tutto il rispetto, ma non è una trans. Se fossi scesa io da quella scalinata, o qualche collega, avremmo dato un messaggio diverso. È giusto invitarla, ma spero che in futuro ci sia spazio per ragazze transessuali che lo fanno di lavoro”.
E ancora sullo sketch di Checco Zalone ha concluso: “È una ironia da anni '80, mi ha anche fatto ridere, ma appartiene a quegli anni: il mondo trans non è più quello. I Golden Globe li ha vinti una ragazza trans, gli Usa ci superano sempre perché noi dobbiamo rappresentare la famiglia del Mulino Bianco e ridicolizzare il mondo trans”.
2 - EFE BAL BACCHETTA ZALONE: “MONOLOGO STUPIDO CHE FAVORISCE L’OMOFOBIA. PER VIVERE BENE BASTA RISPETTARE LE REGOLE”
Gianmarco Aimi per www.mowmag.com
Checco Zalone come super ospite di Sanremo ha scatenato polemiche su più fronti nella seconda serata: dai virologi ai trapper, fino al mondo Lgbt+. Nello stile irriverente che lo contraddistingue (“Sto qui, con la gente vera!” urla dalla galleria del teatro Ariston, prima di scendere e raggiungere il palco, dove lo attende il presentatore) ha prima preso in giro chi in tv ha la lacrima facile: “Tutti si commuovono, mi sento un Maneskin” e poi ha recitato una favola-scorretta sul tema dell’omofobia e piena di stereotipi ambientata in Calabria che ha fatto insorgere i social e moltissimi commentatori.
La fiaba parte con il classico “c'era una volta” ambientata “in un calabro villaggio” e ha alternato la lettura del testo da parte di Amadeus con i dialoghi che Zalone rende con forte accento calabrese e brasileiro dei personaggi coinvolti. Il finale fra un vecchio professore di greco antico e un trans brasiliano ha fatto particolarmente discutere: "Di me si sa che io sono metà e metà, ma tu sei un coglione intero!". E al termine, con la canzone “Almeno tu nell’universo” adattata al tema ha salutato Amadeus: “Ciao e buon licenziamento”.
Una esibizione che avrebbe dovuto svelare le ipocrisie degli eterosessuali, che in pubblico discriminano i transessuali o gli omosessuali e in privato si appartano con quelli che si prostituiscono, ma che non è piaciuta né ai diretti interessanti né in generale al mondo Lgbtq+.
A farsi portavoce di questo dissenso è stata Efe Bal, la trans più famosa (e desiderata) d’Italia, che ci ha spiegato come mai la favola-scorretta di Zalone non l’ha per niente convinta: “È un monologo stupido e inutile, perché parla ancora di nazionalità brasiliana, della ceretta per diventare più bella o più donna, del numero di piede 48. Io non ho peli sulle gambe, porto il 40 come numero di scarpe, sono originaria di Istanbul in Turchia e non del Brasile, vivo in Italia da più di 20 anni, sono trans e non ho mai avuto problemi di razzismo e omofobia perché ho rispettato la cultura e le persone di questo bel Paese.
Ho creato un impero con il mio lavoro – ha proseguito Efe -, sono una delle trans più famose d’Italia, non bevo, non fumo, a volte vado in tv e credo che questo tipo di teatro che abbiamo visto a Sanremo non aiuti contro i pregiudizi, anzi, peggiora la situazione sul fronte omofobia. Non credo che gli italiani siano omofobi – ha poi concluso -, ma che questi spettacoli possano aumentare la quota di omofobia. Lasciateci in pace. L’unico modo per vivere bene è rispettare le regole, la cultura e la gente di un Paese. Sono molto delusa da Checco Zalone”.