"A RICCIO’, ADESSO QUESTI CHE VONNO?" - GIORGIO GOBBI, IL RICCIOTTO DE 'IL MARCHESE DEL GRILLO', A RADIO2: “ALBERTO SORDI ALL'INIZIO NON MI VOLEVA, MI RITENEVA TROPPO GIOVANE. ECCO QUAL E' STATA LA BATTUTA CHE POI CI HA FATTO ROMPERE IL GHIACCIO - FLAVIO BUCCI? NON E' STATO APPREZZATO COME MERITAVA, ERA UN ORSO, UN PO' SCORBUTICO, MA UN ATTORE STRAORDINARIO. SI E' BUTTATO UN PO' VIA. LUI E SORDI NON SI STAVANO SIMPATICI. TROPPO DIVERSI…” – VIDEO

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Da “i Lunatici - Radio2” - https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici

 

Giorgio Gobbi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino.

sordi giorgio gobbi sordi giorgio gobbi

 

L'attore è popolare soprattutto per aver interpretato il ruolo di 'Ricciotto' nel film con Alberto Sordi 'Il Marchese del Grillo": "Sono il Ricciotto del Marchese del Grillo. Lo sono diventato grazie ad un provino, ma devo dire che la cosa sorprendente e piacevole è che c'è stato un segno del destino che dovessi fare quel film. Ero sul set di una pubblicità dove c'era una attrice che è venuta a mancare da poco.

 

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Durante una pausa mi avvertì che stavano facendo i provini per un film con la regia di Monicelli in cui cercavano dei caratteristi romani. Io per quella pubblicità ero vestito con abiti settecenteschi. Terminata la pubblicità mi precipitai sul set, incontrai l'aiuto di Monicelli, che mi vide e mi fissò un appuntamento con Mario. La sera stessa Mario tornò in produzione, mi vide, mi fece una serie di domande e mi disse di tornare la settimana successiva. Ho fatto un provino, eravamo tanti a concorrere nel ruolo di Ricciotto".

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Alberto Sordi all'inizio era titubante: "Sordi non mi voleva, disse che non andavo bene, mi riteneva troppo giovane per fare quel ruolo. Riteneva difficile una complicità fra un uomo di sessant'anni e un ragazzo di ventidue. Monicelli invece si impose, mi prese. I primi giorni Sordi nei miei confronti aveva un atteggiamento di studio, poi abbiamo cominciato a scioglierci, a divertirci, ed è nata sul set una grande complicità".

 

Sul rapporto con Sordi: "Il momento in cui ci siamo sciolti per me è stata una conquista. C'era la gara della ranocchia fatta al Quirinale. Quando dico al Marchese 'chi si gratta la fronte c'ha le corna pronte'. Quando Faustina cornifica il Marchese con Marcuccio. Ridevamo di un ricco che veniva cornificato da una ragazzina. Nacque una complicità maschile, diciamo così. Si sciolse un rapporto di grande soggezione che avevo nei confronti di Alberto Sordi. Immaginatevi per un esordiente ritrovarsi a recitare accanto ad un mostro sacro come Alberto".

 

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Sull'atmosfera che si respirava nel set: "Avevamo la consapevolezza di fare un buon film, c'erano tutte le credenziali, tra cast, direzione e ritrovata armonia tra di noi. Però non immaginavamo nemmeno lontanamente che potesse diventare uno dei film più amati dagli italiani. Spazio per l'improvvisazione? Poco, Alberto era molto scrupoloso con la sceneggiatura. La mattina ci vedevamo da lui per mettere a punto, coordinare e provare le battute. Facevamo delle piccole correzioni, dei taglietti, poi un minimo margine all'improvvisazione veniva lasciato, ma minimo. E più da parte sua, io ero un neofita, un esordiente".

 

paolo conticini giorgio gobbi pino ammendola foto di bacco paolo conticini giorgio gobbi pino ammendola foto di bacco

Nel Marchese del grillo appare anche Flavio Bucci: "Non è stato apprezzato come meritava, anche se lascia due o tre interpretazioni assolutamente storiche. Tra queste, Ligabue. Era un personaggio complicato, era un orso, un po' scorbutico, pur essendo un attore straordinario. Ho avuto la gioia di conoscerlo in modo amichevole, intimo, era una persona squisita, di una intelligenza e di una cultura smisurata. Probabilmente se avesse avuto più tempo e una maggiore attenzione verso se stesso, avrebbe ottenuto di più. Ho la sensazione che si sia un po' buttato via. Era un attore meraviglioso".

 

Sul rapporto tra Bucci e Sordi sul set: "Non si stavano simpatici l'uno con l'altro. Lo ascrivo ad una diversa cultura attoriale. Flavio era formato dal teatro e dai classici, ha fatto spettacoli teatrali indimenticabili e una cultura enorme, Alberto veniva dall'avanspettacolo, dalla radio, avevano un approccio diverso al mestiere dell'attore. Entrambi colossali, ma diversi. Questo li ha resi un po' ostici l'uno con l'altro".

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