"LA SFIDA PER I MANESKIN ORA NON È DIVENTARE UN PEZZO DI STORIA DEL ROCK, MA NON ANDARE IN PEZZI" - CARLO MASSARINI: "SEMBRA PASSATA UNA VITA, MA SOLO NEL MARZO DEL 2021 I MÅNESKIN VINCEVANO SANREMO. POCHI MESI DOPO IL DEBUTTO AMERICANO E DA LÌ IN POI - COME SI DICE A ROMA- LA QUALUNQUE" - "SONO STATI QUELLI GIUSTI AL MOMENTO GIUSTO, MA ESSERE GIUSTI NEL MOMENTO GIUSTO VUOL ANCHE DIRE AVERE UN LOOK, DELLE PERSONALITÀ, DEGLI ATTEGGIAMENTI CHE PIACCIANO, E FACCIANO PARLARE" - "LA COSA PAZZESCA È CHE..." - VIDEO
-
Estratto dell'articolo di Carlo Massarini per “La Stampa”
Sembra passata una vita, ma son solo due anni. Nel marzo del 2021 i Måneskin vincevano Sanremo. […] Due mesi dopo vincevano […] sul palcoscenico globale dell’Eurofestival. Pochi mesi dopo il debutto americano, dal vivo e in televisione, Beggin’ al #1 delle classifiche che supera il miliardo di streaming, e da lì in poi - come si dice a Roma- la qualunque. […]
I Måneskin, chi l’avrebbe detto?, sono stati quelli giusti al momento giusto: in un’era di pop sintetico […] arrivare con un power trio+cantante è paradossalmente uno strappo alla regola, un’anomalia. E non è evidentemente solo l’imprimatur che vecchi leoni del rock come Little Steven o Iggy Pop possono darti, sono anche i milioni di ragazzi che vogliono un suono diverso.
Ci sono altri motivi di questa velocità, che è peraltro la caratteristica principale dei nostri tempi: i media, per esempio. Noi abbiamo cominciato a sentire musica sui giradischi, […]La musica era fantastica, ma che fatica! Ora Spotify è in tempo reale, e così anche le interviste, le foto, le notizie, You Tube e i social, tutti con la stessa dinamica del «lo voglio, e lo voglio adesso». Tutto a portata di mano: rende la ricerca della musica troppo facile e fa calare il desiderio (come nei migliori manuali sessuali), ma la congiuntura è perfetta per creare fenomeni rapidi, globali, che si autoalimentano. […]
Essere giusti nel momento giusto vuol anche dire avere un look, delle personalità, degli atteggiamenti che piacciano, e facciano parlare. Ora, le vagonate di abiti griffati che i Måneskin hanno indossato in questi anni non saranno per tutti né per tutte le ore, saranno eccessivi, esagerati, ma di certo non passano inosservati, in quest’era del tutto-fashion. La fluidità, finta? vera? non importa- che a molti infastidisce per altri può essere il contrario[…]
Sì, ma la musica? Lo sanno anche loro, non sono i primi né i migliori a fare una qualsiasi variazione sul rock. I Måneskin sono uno spartiacque, molti ad amare la freschezza e la novità e l’italianismo alla conquista del mondo, molti altri a dire che questo non è rock, vuoi mettere coi Led Zeppelin? Damiano sempre al NME ha risposto con grande buon senso: «Fare incazzare i contrari è il mio colpevole piacere. Non ha senso pensare che ci comportiamo come gli Stones o i Queen. È già successo, ha avuto il suo momento d’oro. Hanno creato un’eredità e nessuno la può toccare. È stupido aspettarsi da una band di ventenni di replicare quello che succedeva negli Anni 70 e 80.[…]».
[…] A tutti coloro che si aspettano o sperano che il loro successo duri poco, dico che dipende da tante cose, soprattutto dai pezzi che scriveranno. Il segreto del successo è quello. In passato, alcune ballate molto belle (Coraline, Ritorna a Casa) e gran rock, Zitti e Buoni lo è. In tempi recenti, una stringa di hit funzionali e non epocali (Mammamia, I Wanna Be Your Slave), il nuovo album Rush però è interessante, in particolare nei testi. […]
In sintesi, per parole, atteggiamenti, modi, personalità (non conosco molti artisti che abbiano accusato pubblicamente Putin) sono una rappresentazione credibile della musica del 2023 (per il pubblico del 2023), che non è quella di dieci anni fa, figurarsi dello scorso secolo.
La cosa pazzesca - a parte la velocità, la globalizzazione del successo, tutto l’hype intorno - è che mi sembra siano riusciti a uscire dal tritatutto del successo […] rimanendo sé stessi. Forse la romanità in questo ha aiutato, e mi auguro che lo tengano sempre ben presente. La sfida ora forse non è diventare un pezzo di storia del rock, ma non andare in pezzi dentro, rimanere i sé stessi di sempre.