"IL SOGNO AMERICANO CON TRUMP E TUTTI I PAZZI CHE GIRANO A NEW YORK NON C'È PIÙ” - MAURO REPETTO, EX 883, A “I LUNATICI” SU RAI RADIO2: “SOLO LA LINGUA CHE NON PADRONEGGIAVO, MI HA IMPEDITO DI MANGIARE LA MELA DELL’AMERICAN DREAM MA HO CONOSCIUTO SCORSESE - I MIEI BALLETTI CON GLI 883? IMPROVVISAVO, NON C'ERA NIENTE DI PROVATO. NÉ IO NÉ MAX ABBIAMO MAI BARATO, SIAMO SEMPRE STATI NOI STESSI..."
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Mauro Repetto è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in onda dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle tre, live anche su Rai 2 dall'una e dieci circa.
Il fondatore, assieme a Max Pezzali, degli 883, ha dichiarato: "Il tour di 'Alla ricerca dell'Uomo Ragno a teatro è sold out in tutti i teatri. Che fine ha fatto l'Uomo Ragno? Il vero potere non è riuscire a volare sull'Empire State Building, ma affrontare la vita con il sorriso sulle labbra, arrivare alla sera e dire che ce l'abbiamo messo tutta, vada come vada. Questo superpotere ce l'abbiamo tutti, neanche il vicino che ci rompe le scatole se facciamo casino, o il collega invidioso ce lo può togliere".
Repetto, poi, ha raccontato gli esordi: "Jovanotti, con Cecchetto, è stato quello che ci ha aiutato di brutto. Mandava i nostri pezzi rap in radio nel 1988. Quando rivedo quelle immagini e ripenso a quei tempi provo una grande nostalgia.
Però mi dico che tutto è giocabile come all'epoca, spero che delle persone come i miei figli continuino mandare progetti a qualche grande personaggio che possa ascoltarli, in ogni campo. Bisogna spingere, è cambiato tutto ma in fondo è la stessa cosa, bisogna darsi da fare, poi lo trovi qualcuno che ti apre la porta. Il motto 'dignità zero'? Quante volte proponi una idea e hai almeno otto persone, tutte invidiose, che dicono che non gli piace. Dignità zero, continuiamo a proporre, prima o poi qualcuno disinteressato che ascolta le tue idee e le porta avanti lo trovi. Dignità zero, bisogna continuare, sempre":
Sugli anni in cui Repetto è scomparso dalle scene pubbliche: "Io non andavo via da una cosa, ne volevo iniziare un'altra, avevo l'american dream che oggi con Trump e tutti i pazzi che girano a New York non c'è più, era una figata, volevo farla e l'ho fatta. Cercavo il sogno americano, volevo propormi come attore e sceneggiatore a Hollywood, ci sono andato, ho conosciuto Scorsese, ma ho sottovalutato la lingua, che non padroneggiavo. La lingua mi ha impedito di mangiare completamente la mela del sogno americano, l'ho solo sfiorata, le ho dato qualche bacino":
Ancora Repetto: "Non rivendicavo il dover essere una star, non ho mai voluto essere un protagonista. Come è nato il mio balletto? Immaginavo le coreografie ma le mettevo nella mia testa senza provarle. Improvvisavo e saltavo cinque minuti dietro Max, non c'era niente di provato. Né io né Max abbiamo mai barato. Siamo sempre stati noi stessi"