"LO STRAPPO DI CONTE E’ STATO DECISO GUARDANDO I SONDAGGI. CON DRAGHI A PALAZZO CHIGI IL M5S E’ PRECIPITATO AL 12%" - IL SOCIOLOGO VICINO AI PENTASTELLATI DOMENICO DE MASI – “IL MIO RACCONTO DELLE TELEFONATE DRAGHI-GRILLO HA CREATO MARETTA? MA BEPPE L'AVEVA GIÀ DETTO AD ALCUNI PARLAMENTARI. NON HO RIVELATO NULLA” - SE ORA ESCE DAL GOVERNO E FA RIENTRARE DI BATTISTA, CONTE RECUPERA ANCHE 2-3 PUNTI”
-
Lorenzo De Cicco per la Repubblica
Dietro alla smania di strappo di Giuseppe Conte col governo Draghi c'è anche, forse soprattutto, il precipitare grillino nei sondaggi. A sostenerlo non è un nemico dell'ex premier, ma quello che i più tratteggiano come l'ideologo del corso contiano dei 5 Stelle: Domenico De Masi, sociologo, docente della scuola di politica M5S. L'uomo che a fine giugno ha rivelato al Fatto : «Grillo mi ha detto che Draghi gli dice di cacciare Conte».
Scatenando un putiferio. «Lo strappo - racconta De Masi - si è consumato per via di una conflittualità latente che c'era fin dalla nascita di questo governo, che è nato contro quello di Conte. Da allora i 5 Stelle, che erano crollati dal 33% delle politiche al 18-19%, ma che avevano mantenuto questa percentuale per la ventina di mesi del Conte II, oscillando un po' forse, ma restando lì, con il governo Draghi hanno invece ripreso a precipitare fino al 12. Credo che questo sia stato uno degli elementi che ha spinto Conte ad addivenire a questa decisione»
Ora la rottura è definitiva?
«Credo di sì. Se ora esce dal governo e fa rientrare Di Battista, Conte recupera anche 2-3 punti. Non sarebbe un'operazione stupida. Vale anche per la Raggi. Ha bisogno di un'anima movimentista, come c'era nel Pci».
Non vede margini per ricomporre la crisi?
«Dall'inizio di questo governo ho visto una serie di punture di spillo, prolungate, contro i 5 Stelle, dall'annacquamento del reddito di cittadinanza al Superonus... Non hanno fatto di tutto per tenerli dentro. Il Movimento avrebbe dovuto fare quello che fece Berlinguer, con l'appoggio esterno. All'inizio di questo governo avevano ancora un bel gruzzolo di deputati e senatori su cui contare».
Ma fu il suo amico, o ex amico, Grillo a volere il M5S nel governo Draghi...
«Mah, amico. Il mio rapporto con Grillo è che ogni tanto mi telefona. Così anche l'ultima volta che ci siamo visti. Tutto qui».
Però il suo racconto delle telefonate Draghi-Grillo ha creato maretta, per usare un eufemismo...
«Ma Grillo l'aveva già detto ad alcuni parlamentari. Non ho rivelato nulla».
Con Grillo vi siete risentiti?
«No. Ma mi pare abbia detto che ora il M5S può uscire».
E con Conte si è sentito in questi giorni?
«Sì, più volte. Sta traghettando il Movimento verso la forma partito. All'inizio ha pensato di farne proprio uno suo, di partito, ma era un'operazione costosa e una fatica enorme. Ha scelto di prendersi un partito già bello e pronto. Certo non c'era un materiale umano facile. Ma Di Maio gli ha fatto un favore, levandogli 61 nemici».