Giuseppe Pollicelli per “Libero Quotidiano”
Dato che Salvo Montalbano è il personaggio di finzione più amato dagli italiani, ci sta che le recenti vicende di cronaca che lo vedono protagonista risultino rappresentative del nostro Paese. Peccato solo che, dell’Italia, rappresentino il peggio. Alcuni giorni fa Carlo Degli Esposti, produttore con la sua Palomar della fortunata serie tv sul commissario, ha battuto cassa presso la Regione Siciliana minacciando di spostare il set della fiction in Puglia qualora dalla Sicilia avesse continuato a non arrivargli un euro.
Evidentemente i debiti multimilionari della Regione non sono avvertiti come un problema da Degli Esposti, ex militante di Lotta Continua rivelatosi bravissimo a fare un mucchio di soldi con il cinema e la tv. La Sicilia vuol essere ancora il luogo in cui vengono girate le avventure di Montalbano?
Bene, che inizi a scucire i quattrini. Il governatore siciliano Rosario Crocetta, dal canto suo, si sarebbe potuto muovere con un po’ più di tempestività, evitando l’antipatica querelle. D’altronde Montalbano è un patrimonio a cui sarebbe suicida rinunciare, come dimostrano i tanti turisti che ogni anno si recano a Porto Empedocle cercandovi le tracce dell’immaginaria Vigata di Andrea Camilleri.
Il quale Camilleri ha fatto pendere la bilancia dalla parte di Degli Esposti (che, casualmente, è anche la parte di Camilleri medesimo) dichiarando: «La Regione Siciliana e i suoi governi, in questi anni, non hanno fatto niente per aiutare o coadiuvare la produzione di Montalbano».
Turbato dal richiamo camilleriano, Crocetta ha dapprima fatto un risentito accenno a un contenzioso con la Rai - la quale sarebbe debitrice nei confronti della Regione di ben 25 milioni di euro - originato dal flop della serie Agrodolce, ma poi se n’è uscito con l’idea di un disegno di legge che subito è stato discusso dal Parlamento regionale.
Risultato: l’istituzione di un apposito fondo, con un’iniziale dotazione di 200.000 euro, a cui potrà accedere ogni produzione tv che conti almeno tre anni di attività sul territorio, realizzi almeno il 51% delle riprese nei luoghi dell’isola e impieghi un 50% di maestranze locali.
«Non è un progetto ad hoc per Montalbano», ha detto l’assessore al Turismo Michela Stancheris, «ma un disegno di legge complessivo per valorizzare il territorio della Sicilia». Che si tratti di un provvedimento cucito in fretta e furia addosso alla Palomar, del resto, non lo aveva pensato nessuno. Mica siamo sospettosi come Montalbano, qui.