LA RICONOSCETE DALLA SPIGOLOSITÀ? – È UN’ARTISTA CHE HA CALCATO UN PALCO MOLTO IMPORTANTE, DOVE SI È PRESENTATA CON UN “MAKEOVER” CHE HA FATTO DISCUTERE - IN UNA RECENTE INTERVISTA HA DETTO DI SÉ: “MI SENTO COME IL CAFFÈ PRESO IN SOLITUDINE AL BAR A METÀ MATTINATA, MENTRE SCRIVO QUALCOSA…” (MA CHE VOR DI'?!) – DI CHI STIAMO PARLANDO?

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Levante: «Sono un caffè intimo, preso in solitudine mentre romba la città»

LEVANTE

Estratto dell’articolo di Francesca Scrimizzi per www.cosmopolitan.it 

 

[…] Marracash, Levante ed Elodie sono chiamati a immaginare ‘L’Italia che vorrei’, un racconto condiviso di un’Italia equa, giusta e libera in cui far vivere le generazioni future in cui gli artisti esprimono la loro visione, cominciando dalla quotidianità dei piccoli gesti. Ed è proprio da qui che inizia la nostra chiacchierata con Claudia Lagona, in arte Levante.

 

Il primo gesto del mattino, quello pieno d'amore?

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«Il primo primo gesto d'amore al mattino, ora, non è più la tazza di caffè - che rimane il secondo - ma è proprio la carezza ad Alma, il bacio ad Alma. Devo confessarti che sentirsi dire "mamma" al mattino con quella vocina dolce e la cosa più piena d'amore che ho in questo momento. Assolutamente il secondo gesto è poi il caffè. Sono una pazza del caffè. Ho anche una voglia di caffè sulla spalla destra! […]».

 

Qual è invece il gesto che non perdoni?

«La mancanza di sincerità in tutte le cose. Io non amo le bugie e questa cosa riesco a proiettarla su tutto. Non amo le cose che non sono autentiche, che non hanno verità, anche nella creatività, chi mente. Possiamo fare degli errori, noi siamo fatti di errori e andiamo a tentativi per cui spesso sbagliamo, e non succede niente. Va benissimo.

 

Ricordi un momento di verità nella tua vita, anche piccolo?

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«Ho sempre fatto dei casini, però poi ammettevo tutto. E questa cosa mi è un po' rimasta, cioè un po' per una questione caratteriale un po' per esperienza, io faccio spesso i mea culpa. Quando ero piccola ne ho fatte diverse. Beh, avevo una volta avevo rubato un ciondolino di una mia una mia compagna di classe perché mi piaceva tantissimo. [...] Ho ammesso tutte le colpe […]"».

 

[…] Torniamo al caffè. Che caffè ti senti? Il primo del mattino, magari in solitudine guardando una finestra, uno in compagnia, un espresso intimo?

«Mi sono anche un po' commossa, lo ammetto. Non mi sento il primo della mattina, no. Io mi sento il caffè preso in solitudine al bar a metà mattinata mentre scrivo qualcosa, dei pensieri perché magari mi sono portata con me un quadernino, o leggo un giornale. Mi sento quel caffè lì, quello raccolto, in cui mi prendo del tempo soltanto per me, in una città che fa chiasso. Perché per quanto io ami la natura, sono un animale da città e adoro il caos. La mia città preferita in assoluto è New York, dove tutti sono importanti e nessuno si riconosce».

 

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Se avessi la possibilità di prendere un caffè, oggi ma proiettato tra vent'anni, con tua figlia Alma Futura cosa le diresti?

«Sai che è una delle cose che le dico spesso? "Alma, quando cresci che ci andiamo a prendere un caffè!". É un momento importante perché è un po' come dire "incontriamoci, parliamoci, scambiamoci idee". É un gesto molto umano. Tra vent'anni cosa le direi? Mi piacerebbe semplicemente ascoltarla mentre mi raccontava delle cose che fa. Spero sia molto più libera di quanto lo sono stata agli a vent'anni. Ero sicuramente molto libera, ma avevo forti legami col passato che un po' mi hanno frenata».

 

[…] Un momento [con la nonna Rosalia, ndR] che ricordo con grande chiarezza è stato quando dopo pranzo, il 18 settembre del 2021, le ho detto di essere incinta. Mi guardò con i suoi occhi enormi, aveva uno sguardo molto fiero ma che non faceva trapelare emozioni, e mi disse una frase che ho poi inserito nel mio disco: “Sono contenta, perché da solo non è buono nessuno, neanche in paradiso".

 

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Al di là del fatto che noi donne possiamo diventare madri o meno e questo non cambia il nostro volo valore, io in quella frase ci ho visto una donna del 1928 che mi stava dicendo che avrei potuto essere chi volevo, ma ho scelto di essere madre e lei era contenta di questo. Quello che mi ha dato lei io l'avrei voluto raccogliere tutto e portarlo nel futuro».

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