RICORDATE "WE ARE THE WORLD", LA CANZONE CANTATA DA OLTRE 45 ARTISTI DI FAMA MONDIALE PER BENEFICENZA? E' STATO REALIZZATO UN DOCUMENTARIO, DAL TITOLO "THE GREATEST NIGHT IN POP", CHE RACCONTA L'INCREDIBILE STORIA DIETRO ALLA REALIZZAZIONE DEL BRANO - L'INTERA OPERAZIONE È NATA NEL GIRO DI UN MESE, QUANDO NEL 1984 HARRY BELAFONTE CHIAMO' LIONEL RICHIE LAMENTANDOSI CHE I MUSICISTI AFROAMERICANI NON AVESSERO FATTO NULLA PER AIUTARE L'ETIOPIA, COLPITA DA UNA CARESTIA DEVASTANTE - DA QUELLA CONVERSAZIONE PARTI' UNA CATENA DI TELEFONATE E… - VIDEO
-Estratto dell'articolo di Mattia Marzi per "il Messaggero"
Avvenne tutto nel giro di un mese. La sera del 20 dicembre 1984 Harry Belafonte, icona della black music statunitense […] indignato dal fatto che gli artisti afroamericani non avessero fatto nulla per aiutare l'Etiopia colpita da una carestia devastante, chiamò Lionel Richie. […] che telefonò a Quincy Jones, il produttore di Michael Jackson. Jones a sua volta chiamò il Re del Pop, […] Trentotto giorni dopo, il 28 gennaio 1985, i quattro erano in studio di registrazione - gli A&M Recording Studios di Hollywood - a incidere una delle pagine più iconiche della storia del pop: We Are the World.
IL GRUPPO
[…]. Con loro c'erano altri quarantadue artisti, tutti campioni delle classifiche: da Bob Dylan a Stevie Wonder, da Bruce Springsteen a Tina Turner, da Diana Ross a Dionne Warwick, passando per Cyndi Lauper e Ray Charles. Un all-star team dalle ambizioni nobilissime: raccogliere fondi da destinare all'Etiopia affamata. Alla vigilia del quarantennale dell'operazione, che cadrà il prossimo anno, la magia di We Are the World rivivrà il 29 gennaio in The Greatest Night in Pop, l'attesissimo docu-film di Netflix. […]
L'EGO
«Sembra un sogno», sussurra Bob Dylan in un filmato. In un altro si vede qualcuno appiccicare alla parete dello studio un foglio con su scritto: «Check your ego at the door», «Lascia il tuo ego fuori dalla porta». «I più grandi artisti di quella generazione si ritrovarono tutti insieme. Avevamo solo una notte a disposizione per farcela», dice Lionel Richie, che scrisse insieme a Michael Jackson la canzone e che ora è tra i produttori del documentario. Il contributo della voce di Thriller fu fondamentale: «Quando Michael accettò di partecipare al progetto, fece a tutti un dono grandissimo. Senza quella canzone straordinaria, non avevamo niente da dire», ripeteva nelle interviste Harry Belafonte.
L'all-star team fu ribattezzato Usa for Africa, dove «Usa» stava per «United Support Artists».
All'appello, però, mancavano almeno due big del pop-rock a stelle e strisce di quegli anni: Madonna e Prince. Lady Ciccone, reduce dal successo di Like a Virgin, fu snobbata dalla produzione, come rivelò molti anni dopo Nile Rodgers degli Chic: «Non venne invitata. Fu uno schiaffo per lei: so che ci rimase molto male». Il folletto di Minneapolis, invece, si fece a lungo corteggiare, salvo poi dare il due di picche: «Lo chiamai e gli dissi che eravamo tutti in studio e che mancava solo lui. Mi chiese di poter incidere in una stanza separata. Dopodiché, riagganciò il telefono. Mi disse che mi avrebbe richiamato, ma non lo fece», ricorda Lionel Richie.
L'IMPRESA
We Are the World permise agli Usa for Africa di raccogliere 100 milioni di dollari dalle vendite. Il brano vinse anche quattro Grammy Awards, tra cui quello come Canzone dell'anno. […]