LA ROMA DEI GIUSTI - “PRENDETE LE ARMI, PERCHÉ NOI SIAMO ROMA!”. ECCOMI! FEDELE ALLA CHIAMATA ALLE ARMI DEL NEO-PEPLUM DI MATTEO ROVERE “ROMULUS” ARRIVATO ALLA SUA SECONDA STAGIONE - È UNA RIVISITAZIONE, MOLTO LIBERA DEL CELEBRE RATTO DELLE SABINE, CON TITO TAZIO, RE DEI SABINI, CHE SI VEDRÀ RUBARE DA ROMOLO E DAI SUOI SOLDATI TUTTE LE RAGAZZE - "MI SONO DIVERTITO, ANCHE SE MOLTE DELLE TROVATE SONO RUBATE DA ALTRI FILM, MA FOTOGRAFIA, SCENOGRAFIA E MUSICA SONO ADEGUATE…" - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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“Prendete le armi, perché noi siamo Roma!”. Eccomi! Fedele alla chiamata alle armi del neo-peplum di Matteo Rovere “Romulus” arrivato alla sua seconda stagione, “Romulus II”, presentata stamane alla Festa del Cinema di Roma proprio mentre veniva votato come Presidente della Camera il leghista Lorenzo Fontana. L’idea, sembra, è quella di fare sette stagioni come sette sono i re di Roma. E qui già tocca fare i conti con i ricordi scolastici, proprio come quando il Totò bidello in “Totò e i sette re di Roma” doveva elencare al perfido ispettore scolastico Alberto Sordi i nomi dei sette re. “Romo… Romo…” – “Romoletto?!”.

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Quindi sveglia alle sette, doccia, piombo in macchina destinazione Auditorium-Festa del Cinema e mi fermo subito all’imbocco di Viale Parioli. Blocco per “Scavi archelogici”. Mortacci… quanto è antica sta città… Scavano proprio a metà tra gli uffici del mitico sceneggiatore Ennio De Concini, padre anche del peplum all’italiana avendo ideato e scritto “Le fatiche di Ercole” nel 1958, e la prima casa di Totò a Roma, presa ai tempi di “Il ratto delle sabine” di Mario Bonnard.

 

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Quello che sto per vedere, “Romulus II”, è proprio una rivisitazione, molto, molto libera del celebre ratto delle sabine, con Tito Tazio, Re dei Sabini, che si vedrà rubare da Romolo e dai suoi soldati tutte le ragazze. Alla storia è dedicato anche un peplum italo-francese firmato da Richard Pottier, “Il ratto delle Sabine” con Roger Moore come Romolo, Folco Lulli come Tito Tazio e una serie di bellezze del tempo come Mylene Demongeot, Giorgia Moll, Scilla Gabel, Luisa Mattioli, che su queste set si fidanzerà con Roger Moore.

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Sembra che la copia francese sia molto più spinta della nostra. Anche questo “Romulus II” diretto da Matteo Rovere, che firma la prima puntata, e da Enrico Maria Artale, Michele Alhaique, Francesca Mazzoleni, con la bella fotografia di Vladan Radovic, coproduzione Sky-Rovere-Cattleya, spinge molto su sesso e nudità, ma anche su sangue e violenza, togliendo qualsiasi tono da commedia alla vicenda. Scompare del tutto la storia del ratto, coi latini cafoni sfigati e senza donne che rapiscono le donne sabine per procreare.

 

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Qui devono farlo per vendicarsi della morte di una ragazza romana, Deftri, e per salvarsi la pelle una volta circondati dai sabini. Tito Tazio non è un orco supermacho alla Folco Lulli ma una sorta di bellezza non binaria interpretato dall’emergente Emanuele Maria Di Stefano (“La scuola cattolica”, “Corpo libero”) pieno d’oro e di collane e, ovviamente, cattivissimo. I due re di Roma, anzi Ruma, Yemos e Wiros, cioè Andrea Arcangeli e Francesco Di Napoli, ormai orfani della lupa Silvia Calderoni (grave perdita…), assieme alla sempre più schizzata e armatissima Ilia di Marianna Fontana (sempre grandiosa), vanno dai Sabini e da Tito Tazio per stabilire una pace e trovano un giovane re, Tito Tazio, mitomane, crudele e cannibale, che li vuole annientare.

 

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Ovvio che non può finir bene. Quanto alle sabine del ratto, qui si riducono a cinque sacerdotesse, capitanate da certa Ersilia, Valentina Bellé, che fanno intrugli, bevono sangue e predicono il futuro. Devo dire che la prima puntata, diretta da Matteo Rovere, è ottima, per ritmo, azione, spadate sulla capoccia e nudi frontali a go-go. La seconda è più moscia, anche se c’è la scopatona, molto attesa tra lo Yemos di Andrea Arcangeli e l’Ilia di Marianna Fontana e spunta una possibile love story fra Ersilia e Wiros. Mi fermo qui.

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Devo dire che mi sono divertito, anche se molte delle trovate sono rubate da altri film (“Apocalypto”, “La tortura della freccia”), ma fotografia, scenografia e musica sono adeguate. Non ho ancora trovato Massimo Foschi che ho visto nel trailer, l’unico attore italiano che possa recitare in qualsiasi lingua viva o morta. A giorni su Sky.

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