DA ROMINA POWER A “U-POWER”, LA STORIA DEL “BALLO DEL QUA QUA” – DARIO SALVATORI: “IL TRIO AMADEUS-FIORELLO-TRAVOLTA PASSERÀ ALLA STORIA PER AVER COREOGRAFATO IL BALLO COMPOSTO NEGLI ANNI CINQUANTA E RIVITALIZZATO DA AL BANO. FU LUI A PENSARE NEL 1980 A UNA NUOVA VERSIONE ITALIANA DA AFFIDARE A ROMINA. NEL 1985 ROBERTO D’AGOSTINO, CHE OFFICIAVA I RITI DEL POST DISCOTECA A ‘QUELLI DELLA NOTTE’, PROGRAMMÒ ‘IL BALLO DEL QUA QUA’, DEFINENDOLO A METÀ STRADA FRA SERGIO JAPINO E PETIT ROLAND. A ROMA LA COMUNITÀ GAY DELL’‘ALIBI’ E ‘MUCCA ASSASSINA’…” - VIDEO
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JOHN TRAVOLTA IN MONDOVISIONE CHE BALLA IL BALLO DEL QUA QUA CON AMADEUS E FIORELLO UN PAESE DI ESAURITI TOTALI #Sanremo2024 pic.twitter.com/EKn3LJQ5d8
— venere di twitta ? (@aleferaz) February 7, 2024
Dario Salvatori per Dagospia
Come se fosse la prima volta che un pennuto sale alla ribalta al Festival di Sanremo. Già nel 1952 arrivò “Papaveri e papere”, una canzone interpretata da Nilla Pizzi, la quale riuscì a piazzarla al secondo posto. Gli autori erano Panzeri, Rastelli e Mascheroni e la canzone fece il giro del mondo,la incise anche Bing Crosby.
Il trio Amadeus, Fiorello e John Travolta passerà alla storia per aver coreografato il “Ballo del qua qua”, ridicolizzando l’attore italo-americano, che probabilmente ne avrebbe fatto a meno. “Il ballo del qua qua” passa per post kitsch ma in realtà può contare su un blasone non indifferente. Composto negli anni Cinquanta dallo svizzero Werner Thomas con il titolo “Der ententanz” e riproposto da una versione multilingua da Caterina Valente, tanto da entrare nel comparto kids e fu la fortuna editoriale del brano. Fece il giro d’Europa molte volte, con il titolo “The chicken dance”.
Fu Al Bano ad intercettare una nuova versione della canzone durante un tour insieme a Romina Power. Nel 1980 era in classifica in Olanda (“De vogeltjesdans”) e in Francia (“La danse des canards”), Fu proprio lui a pensare ad una nuova versione italiana da affidare totalmente a Romina. L’arrangiamento venne realizzato da Teddy Rendell e poi passò nelle mani di Lorenzo Raggi.
La versione italiana piacque subito ai bambini, prima a “Fantastico” poi addirittura sigla di “Paperissima”, sotto la voce di Romina c’erano i migliori coristi di studio: Silvia Annichiarico, Paola Orlandi, Silvio Pozzoli. Arrivò anche al cinema: “Il trafficone”, “L’affittacamere”, “Biancaneve & Co.”.
“The Big Bang Theory”. Il disco “pennuto” dell’era dance fu “Disco duck”, un grande successo del d.j. Rick Dees e nelle nostre scorribande notturne, “Il ballo del qua qua” se la batteva con “La notte vola” di Lorella Cuccarini e “Tuca tuca” di Raffaella Carrà. A Roma la comunità gay dell’”Alibi” e “Mucca Assassina”, per non parlare dei riempipista all’ “Easy Going”, che ogni venerdì premiava i ballerini più sfrenati alle prese con il qua qua con un week end a Cellino San Marco.
Nel 1985 Roberto D’Agostino, che officiava i riti del post discoteca a “Quelli della notte”, programmò “Il ballo del qua qua”, definendolo a metà strada fra Sergio Japino e Petit Roland. Certo, il povero Tony Manero non poteva sapere tutte queste cose. Avrebbe preferito ancora una volta il completo bianco, cimentandosi con l’hustle newyorchese, anche se vinse l’hustle latino.