A ROTTA DI COLLE – NEL SUO NUOVO LIBRO BRUNO VESPA RACCONTA I 12 PRESIDENTI: "NESSUNO E’ STATO UN DOCILE PASSACARTE. IL POTERE DEL COLLE NEGLI ULTIMI 20 ANNI È AUMENTATO NELLA MISURA IN CUI È DIMINUITO QUELLO DI PALAZZO CHIGI. NON È UN BENE” - DAGO: GRONCHI E IL MINISTRO DEI TRASBORDI. IL PRESIDENTE AVEVA UN’AMANTE A LIVORNO E...
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DAGO: GRONCHI, MINISTRO DEI TRASBORDI
Gronchi aveva un’amante a Livorno e, con l’auto del Quirinale era solito partire per Antignano, trecento chilometri a nord di Roma, dove balzava sulla berlina del ministro dei Trasporti, suo amico, per raggiungere la signora in incognito.
Per questo Montanelli aveva coniato il nomignolo di «ministro dei Trasbordi» per il complice del capo dello Stato.
VESPA RACCONTA I DODICI PRESIDENTI
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
«Secondo un vecchio luogo comune, il presidente della Repubblica è un signore che se ne sta tranquillo al Quirinale, firma ogni tanto qualche carta e non interviene nella vita politica. In realtà il Quirinale è il centro di un autentico potere che molti capi dello Stato hanno esercitato nella storia italiana».
Bruno Vespa stavolta si occupa della massima carica della Repubblica nel suo nuovo libro Quirinale. Dodici presidenti tra pubblico e privato (RaiLibri) uscito oggi. «Nessuno dei dodici presidenti è stato un docile passacarte», scrive Vespa nell' introduzione. E propone subito un suo giudizio istituzionale, parlando degli ultimi vent' anni: «Il potere del Quirinale è aumentato nella misura in cui è diminuito quello di Palazzo Chigi. Non è un bene».
Si parte da Enrico De Nicola («Un monarchico per la Repubblica») e si arriva a Sergio Mattarella, un viaggio col tipico ritmo dei libri di Vespa: nessun linguaggio da addetti ai lavori, gusto dell' aneddoto, della scoperta di chi dirige i veri giochi dietro le quinte, delle debolezze e delle virtù dei protagonisti. Dice ironicamente Vespa: «Per conquistare quella poltrona abbiamo visto episodi da guerra civile. E, con l' eccezione di Cossiga, non ha mai vinto il candidato dato per sicuro in partenza».
Ogni ritratto ha un' appendice femminile: le Prime Signore, le mogli o le figlie dei presidenti. Da Ida Einaudi a Carla Gronchi, da Laura Segni a Tina Santacatterina Saragat, da Vittoria Leone a Carla Voltolina Pertini, Da Peppa Cossiga («moglie invisibile») a Marianna Scalfaro, da Franca Ciampi a Clio Napolitano e a Laura Mattarella. Altri ritratti di altre protagoniste, anche qui mai figure scialbe o banali.
Vespa si diverte a ricostruire le eterne incertezze di De Nicola quando gli chiesero una sua disponibilità per l' elezione: «La riposta fu un no. Ma un no alla De Nicola. Cioè un nì, meglio ancora un sì mascherato da no». Poi Luigi Einaudi, fortemente interventista, mite e parsimonioso col celeberrimo episodio della pera divisa a metà in un pranzo con Ennio Flaiano. Giovanni Gronchi, altro uomo «di pasta interventista», come quando impose al Viminale il suo protetto Fernando Tambroni.
E il complesso capitolo di Antonio Segni, «l' enigma del golpe fantasma», cioè il ruolo del generale Giovanni de Lorenzo nella rovente crisi del primo governo di centrosinistra guidato da Aldo Moro nel luglio 1964. Anche dopo l' uscita del libro del figlio Mario Segni ( Il colpo di Stato del 1964. La madre di tutte le fake news , Rubbettino) Vespa ritiene ancora «la più convincente» la ricostruzione firmata da Paolo Mieli sul Corriere il 17 gennaio 2004 che si conclude con un «io ho qualche dubbio» sulla versione di Lino Jannuzzi del maggio 1967 su l' Espresso («l' Italia è stata sull' orlo di un colpo di Stato»).
C' è Giuseppe Saragat («Un padreterno al Quirinale»), per Vespa «il contrario di un mediocre». Sandro Pertini è «Giamburrasca al Quirinale» con le sue popolarissime intemperanze. Il «Picconatore» Francesco Cossiga, che per il Vespa privato è «il presidente del cuore, con lui ebbi da direttore del Tg1 scontri oggi inimmaginabili, poi nacque una profonda amicizia con mia moglie e con me». Oscar Luigi Scalfaro, protagonista di storici scontri con Silvio Berlusconi. Carlo Azeglio Ciampi, l' uomo dell' Euro e «lo sdoganatore della parola Patria». Giorgio Napolitano, un «comunista al Quirinale», «molto interventista», unico ad essere rieletto.
Infine Sergio Mattarella, alle prese con «tre crisi bizzarre», capo di Stato «esempio di solidarietà nel momento più duro dell' ultima fase dell' epidemia» col suo vaccino allo Spallanzani.
Nel gennaio 2022 si vota.
Vespa, è tempo di una presidente donna? «Nel sentimento diffuso degli italiani sarebbe un avvenimento normale. Ma non so se ci saranno le condizioni politiche. Però il grande giallo del Quirinale è già cominciato, c' è chi sta scrivendo i primi capitoli».