E’ SEMPRE POPOLO VS ELITE. TELEVOTO O STAMPA: CHI DECRETERA’ IL VINCITORE DI SANREMO? - LA RAI FARÀ “UNA RIFLESSIONE SUL SISTEMA DI VOTO” DOPO IL CASO GEOLIER-MANGO – IL TELEVOTO NON È IN GRADO DI INTERCETTARE IL PUBBLICO CHE ASCOLTA LA MUSICA MA NON LA VIVE CON LA PARTIGIANERIA DELLE FAN BASE. RICICCIA LA GIURIA DEMOSCOPICA? (CI FOSSE STATA AVREBBE FATTO VINCERE LOREDANA BERTÈ) - I PROBLEMI TECNICI E I DISSERVIZI DURANTE LE FASI FINALI DEL FESTIVAL - IL VIDEO STRACULT DI ULTIMO CONTRO LA SALA STAMPA NEL 2019: “AVETE QUESTA SETTIMANA PER SENTIRVI IMPORTANTI E DOVETE SEMPRE ROMPE ER CAZZO!”


 

 

Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

La legge elettorale, che è democrazia, influenza il risultato.

SALA STAMPA SANREMO

Vale anche a Sanremo, nella ricerca di un «sacro» regolamento in equilibrio fra vicinanza al gusto del pubblico (ma quale pubblico?) e desiderio di premiare la qualità delle canzoni. Lo scontro fra le due visioni ha portato a mille polemiche.

 

Le corse al televoto di Al Bano frenate dalle giurie di qualità, quella di Pupo ed Emanuele Filiberto con tanto di giallo e intrigo politici nel 2010. Il televoto che dominava nell’era dei talent show. Il cartello della giuria di qualità del 2000 contro Morandi e Matia Bazar, favoriti dalla Demoscopica: voto 10 per gli Avion Travel che vinsero, zero a tutti gli altri. Più recenti gli insulti di Ultimo, dominatore del televoto 2019, alla Sala stampa, rea di aver preferito «quel ragazzo lì...», quel Mahmood che oggi è una star. O ancora le polemiche per la turbativa che avrebbe causato nel 2021 l’appello social di Chiara Ferragni a favore di Fedez e Michielin (ma vinsero i Måneskin).

 

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ULTIMO SALA STAMPA SANREMO

In questa edizione la narrazione dell’opinione pubblica era in carico solo al televoto, dopo il pensionamento della Demoscopica. Le giurie della Sala stampa e delle Radio erano pensate per rappresentare il punto di vista di chi con la musica ci lavora. Chi grida al tradimento del volere popolare perché Sala stampa e Radio hanno spinto Angelina, mentre Geolier ha dominato sugli smartphone, dimentica il funzionamento di questi strumenti. Il televoto, lo spiegava ieri sul Corriere Andrea Alemanno di Ipsos, società che ha coordinato per anni le giurie di Sanremo, «premia i cantanti più famosi e quelli più in grado di generare attivismo tra i fan».

 

Non è quindi in grado di intercettare, ad esempio, quella parte di pubblico che ascolta la musica ma non la vive con la partigianeria delle fan base. Compito che assolve meglio, sempre secondo Ipsos, una giuria demoscopica: ci fosse stata avrebbe fatto vincere Loredana Bertè, seguita da Annalisa e Angelina Mango, e avrebbe fatto scalare Geolier al ventesimo posto. Il funzionamento, insomma, provoca una distorsione in chiave populista della volontà popolare. Il pubblico del televoto assomiglia a quello dei social, riflette la disintermediazione della musica, il poter avere un filo diretto tra fan e artista. Ecco perché al televoto ha vinto Geolier, che nel 2023 ha avuto l’album più venduto/streammato in Italia, ma è poco conosciuto a un pubblico nazionalpopolare.

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Anche le giurie demoscopiche, che per continuare il paragone con le scienze politiche assomigliano più alla democrazia diretta, hanno dei limiti e, ad esempio, tendono a premiare nomi in circolazione da più tempo. Il campione di votanti in passato era selezionato in base all’attitudine ai consumi musicali, biglietti di concerti e dischi acquistati, ma le barriere all’ingresso erano basse e rappresentavano un pubblico distratto. Ed ecco perché se ci fosse stata ancora la demoscopica avrebbe vinto Loredana Bertè. La rivoluzione portata dalle piattaforme di streaming come Spotify e il nuovo modo di consumare musica richiederebbe un adeguamento dei criteri. Siamo cambiati noi, il sacro regolamento va modificato.

 

SANREMO, POLEMICA SUL VERDETTO LA RAI: RIVEDERE IL SISTEMA DI VOTO

Renato Franco per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

La Rai «farà una riflessione» sul sistema di voto che stabilisce il vincitore del Festival di Sanremo. Bastano poche parole per capire che qualcosa si è inceppato nel meccanismo che ha decretato la vittoria di Angelina Mango.O — vedendola in negativo — la sconfitta di Geolier, il rapper napoletano che tutti davano come favorito. Ancora una volta — come già successo in passato — è il criterio che stabilisce il vincitore a suscitare perplessità. Come è possibile — si chiedono in tanti, non solo i fan di Geolier — che un cantante che aveva ottenuto il 60% dei televoti non abbia vinto il Festival?

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Come è ormai noto, il verdetto del Sanremo 2024 è stato determinato dal risultato combinato del voto delle tre giurie in campo: Sala stampa, Radio e Televoto che hanno un peso praticamente identico (33% Stampa e Radio, 34% Televoto). Aggregando i numeri delle tre giurie Angelina Mango è arrivata al primo posto con il 40,3% di share. Al secondo si è classificato Geolier con il 25,2%, al terzo Annalisa (17,1%), al quarto Ghali (10,5%) e al quinto Irama (6,9%).

 

Quindi un trionfo apparentemente netto.

 

Ma a far discutere sono i risultati delle singole giurie. Al Televoto infatti Geolier ha dominato, con percentuali bulgare: il 60% risulta essere il massimo di preferenze mai registrato da quando esiste questo sistema. Angelina Mango si è piazzata al secondo posto ma a grandissima distanza: appena il 16,1% dei voti telefonici, terzo Ghali (8,3%), quarta Annalisa (8%), quinto Irama (7,5%).

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Sulla vittoria finale ha pesato dunque in maniera decisiva il giudizio della Sala stampa e delle Radio che hanno affossato il rapper napoletano: entrambe infatti hanno issato Angelina al primo posto mentre hanno relegato Geolier rispettivamente in quarta e quinta posizione. La Rai però non ha comunicato con quali percentuali e questo alimenta i malumori: se la vittoria è — e lo è — trasparente perché non comunicare anche le percentuali? Circola però la voce che la Sala stampa abbia attribuito solo l’1,5% delle preferenze a Geolier, «annegando» in questo modo il suo risultato.

 

Il rapper ha comunque accettato la sconfitta con grande fairplay. Nessuna polemica, nessuna recriminazione, nessun riferimento al sentimento anti-napoletano che potrebbe aver mosso la scelta di qualcuno dei votanti. «Forse succedeva negli Anni 50, ma io sono un ragazzo nato nel 2000 e non posso raccontare quell’epoca. Mi sento bene, ho fatto un buon Festival. Mi è piaciuto tutto. Ho portato il napoletano a Sanremo e quindi ho realizzato i miei obiettivi. Sul palco ero con Angelina Mango, una ragazza di 20 anni come me ed è bellissimo vedere due giovani come noi sul podio».

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Non è l’unico problema relativo al voto: si sarebbero infatti verificati problemi tecnici e disservizi durante le fasi finali del Festival, con migliaia di utenti che, pur provando ad inviare telefonicamente la propria preferenza, non avrebbero ricevuto conferma circa la raccolta del voto da parte del sistema.

 

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Al Codacons tutto questo rumore non pare vero: «A fronte della enorme spesa sostenuta dai cittadini per televotare da casa il proprio artista preferito, è necessario garantire massima chiarezza e trasparenza, nell’interesse di tutte le parti coinvolte. Per questo motivo il Codacons «presenta una istanza d’accesso alla Rai volta ad ottenere tutti i dati sui voti di Sanremo 2024: quelli espressi dai singoli componenti delle giurie della Sala stampa e delle Radio; i voti validi raccolti attraverso il Televoto; quelli invalidati e la relativa motivazione, e i dati circa eventuali voti espressi dal pubblico da casa e non raccolti dal sistema».

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