LE SERIE DEI GIUSTI - VI DEVO ASSOLUTAMENTE CONSIGLIARE “THE BEAR”, LA MIGLIORE SERIE CHE HO VISTO ULTIMAMENTE, LA TROVATE SU DISNEY+. CON UNO STREPITOSO JEREMY ALLEN WHITE COME CARMEN “CARMY” BERZATTO, PRESTIGIOSO E SOFISTICATO CHEF DEL PIÙ CELEBRE RISTORANTE DI NEW YORK CHE, DOPO IL SUICIDIO DEL FRATELLO ALCOLISTA MICHAEL, JON BERNTHAL, EREDITA LA SUA SCALCINATISSIMA E POPOLARISSIMA BETTOLA DI SPAGHETTI E CARNE, “THE BEEF OF CHICAGOLAND”, IN QUEL DI CHICAGO… - VIDEO
-Marco Giusti
Stasera vi devo assolutamente consigliare una serie, la migliore di quelle che ho visto ultimamente, la trovate su Disney+, “The Bear”, ideata e scritta da Christopher Storer che l’ha diretta (5 puntate) assieme a Joanna Calo (3 puntate) con uno strepitoso Jeremy Allen White come Carmen “Carmy” Berzatto, prestigioso e sofisticato chef del più celebre ristorante di New York che, dopo il suicidio del fratello alcolista Michael, Jon Bernthal, eredita la sua scalcinatissima e popolarissima bettola di spaghetti e carne, “The Beef of Chicagoland”, in quel di Chicago.
Carmy toglie gli spaghetti, “non c’entrano niente con quel che voglio fare”, ma non toglie il manzo (sette ore di cottura) e non toglie la squadra dei variopinti aiuto cuochi, che ribattezza tutti chef, è una forma di rispetto, e assume come suo braccio destro una ragazza nera più evoluta, Sydney, Ayo Edebiri, che punta, come lui, alla qualità dell’alta cucina.
Ma soprattutto si tiene l’ingombrante cugino Richie, Ebon Moss Bachrach, che non ha proprio le sue vedute sul tipo di ristorante che stanno gestendo, e si ritrova in mezzo ai problemi di famiglia con lo zio Jimmy, Oliver Platt, e con la sorella “Sugar”, Abby Elliott. Niente di veramente nuovo, si dirà, già abbiamo visto serie basate su cuochi e cucine (ricordo “Alice”), anche se di solito al femminile, ma non avevo mai visto la commistione fra il mondo zozzone della cucina popolare e quello dei superchef, che è la parte più divertente del gioco.
E l’angelo caduto Carmy, una sorta di piccolo Al Pacino, pieno di problemi e di pesantezze da superare, che cerca di ristabilire nella bisteccheria di Chicagoland, la costruzione sofisticata della brigata francese degli chef stellati o che spiega al pasticcere nero come si fa un dolce di prugne per il quale servono non solo quattro tipi di prugne, ma dodici cuochi, è quel che ci vuole per tirarvi su. Dopo “I May Destroy You” ho trovato un’altra grande serie, aspettando di vedere le puntate finali di “Gli anelli del potere”, che seguita a non valere quanto “House of the Dragon”.