LA SIAE L'ULTIMA? – "REPUBBLICA" FA LO SCIOPERO DELLE IMMAGINI! IL QUOTIDIANO DI ELKANN METTE IN PAGINA QUATTRO RIQUADRI BIANCHI AL POSTO DI ALTRETTANTE OPERE D’ARTE, PER PROTESTARE CONTRO I DIRITTI DI RIPRODUZIONE TROPPO ONEROSI CHIESTI DALLA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI: “HA ORMAI RESO IMPOSSIBILE IL NOSTRO LAVORO. SIAMO COSTRETTI SEMPRE PIÙ SPESSO A RINUNCIARE. E IL DIRITTO DI CRONACA?” – LA RISPOSTA DI SALVO NASTASI, PRESIDENTE SIAE, CHE ANNUNCIA LA SVOLTA: “QUATTRO IMMAGINI GRATIS PER OGNI ARTICOLO DI CRONACA, SU CARTA O ONLINE”
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1 - QUESTA PAGINA È CHIUSA PER SIAE
Estratto dell’articolo di Dario Pappalardo per “la Repubblica”
Picasso, Matisse, Morandi e Giacometti sono spariti. Non è un errore né uno scherzo: quelli che vedete qui in pagina al posto delle opere sono proprio spazi bianchi. Perché all'arte, nelle redazioni dei giornali, siamo costretti sempre più spesso a rinunciare. «È Siae».
Il responso del desk fotografico di Repubblica suona come una sentenza, quando scopriamo chi tutela l'artista di cui vogliamo occuparci. Parte allora la caccia alla liberatoria. Tramite gli uffici stampa, si contattano gli studi d'artista, gli eredi o gli aventi diritto per ottenere il via libera all'utilizzo delle immagini.
Se va bene, si inviano poi con largo anticipo gli impaginati in pdf alla Siae per il placet definitivo, allo scopo di evitare multe da migliaia di euro. È un succedersi di email che può andare avanti per settimane, a volte senza alcun risultato. È qualcosa che i colleghi internazionali stentano a capire. Inutile girarci intorno: la Società italiana degli autori ed editori ha ormai reso impossibile il nostro lavoro.
Un tariffario dei diritti di riproduzione sempre più costoso e una macchina burocratica implacabile rallentano, talvolta impediscono, la pubblicazione degli articoli. La libertà di informare è sottoposta al vaglio di terzi. Cassare la recensione di una mostra – quando gli artisti o i loro eredi sono iscritti alla Siae – diventa allora la soluzione più veloce ed economica. Con buona pace del diritto di cronaca, però.
Eppure il 26 novembre 2023 una sentenza del giudice di pace di Lucca avrebbe dovuto fare scuola. Per adesso, invece, giace come lettera morta. In quel caso, in seguito al ricorso di Aw ArtMag, rivista di settore, si ribadiva «il principio cardine della legge sul diritto d'autore, in base alla quale è libero l'uso delle immagini ai fini di critica e discussione e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica». Nel contesto specifico, la rivista non violava il diritto di riproduzione delle opere d'arte perché non era «l'effettivo utilizzatore» e «non ne ha tratto profitto». Insomma, non è una questione di merchandising o di pubblicità. Ma la Siae, ovviamente, ha fatto ricorso.
Qui è in gioco l'informazione culturale. Se ogni singola immagine oggi è a portata gratuita di click, il racconto dell'arte rischia di restare vuoto. Nel nuovo "Compendio 2024 delle norme e dei compensi per la riproduzione di opere delle arti figurative", […] la società interpreta la norma in chiave restrittiva: per "diritto di cronaca" è inteso un semplice trafiletto che presenti la mostra con i dati essenziali. Allora sì, in questo caso, l'immagine – poco più grande di un francobollo – è concessa a titolo gratuito. Le agende di appuntamenti sono salve. Il diritto di informare no.
Ma non è stato sempre così. Secondo una prassi consolidata, gli uffici stampa, d'accordo con la Siae, fornivano alle redazioni dei giornali un pacchetto di immagini "libere” […]. Dal 2021 le regole sono cambiate. La pandemia […] ha fermato il flusso di introiti essenziali per la sopravvivenza della Società italiana degli autori ed editori. Il recupero crediti si è spostato sull'editoria, interrompendo di fatto una collaborazione tra istituzioni culturali e giornali che aveva come unico scopo l'interesse collettivo.
Interpellata su questi temi, la Siae risponde che «le tariffe applicate sono stabilite in accordo con i nostri aventi diritto ed in linea con quelle applicate negli altri Stati europei».
E ancora: che «in merito al diritto di cronaca» si lavora a «una interpretazione univoca ed oggettiva che punti ad eliminare ogni interpretabilità e fraintendimento». Tra gli obiettivi c'è anche la semplificazione del "Compendio delle norme". […]
2 - SE SI FERMA IL DOVERE DI CRONACA
Estratto dell’articolo di Dario Olivero per “la Repubblica”
La protesta di queste pagine ha soprattutto valore di testimonianza. […] quando la ragione si inceppa, il buon senso viene meno e il dialogo si spegne, l'unica strada è il silenzio delle cose come sono: show, don't tell, non dirlo, mostralo.
Quello che i nostri lettori hanno davanti agli occhi è il mondo dell'informazione culturale secondo la Siae […]. Lo fa sotto la vigilanza della presidenza del Consiglio e dei ministeri delle Finanze e della Cultura. E lo fa, sia detto per inciso, in regime di monopolio. Non per inciso invece va detto che il diritto d'autore è una conquista fondamentale della modernità e la protezione dei contenuti intellettuali va salvaguardata e difesa[…]. Ma che cosa accade quando due diversi diritti […] entrano […] in conflitto?
Accade infatti che in democrazia esista il diritto-dovere di cronaca e di critica, […] il cui sviluppo, ricordiamolo, è promosso dalla Costituzione. […] la Siae ha i difetti di ogni burocrazia, specie se italiana, e i suoi tempi di reazione mal si sposano con quelli contingentati di un giornale che deve decidere in fretta, pubblicare in fretta, chiudere in fretta. E il diritto di cronaca? Il diritto dei lettori di sapere di quali opere si sta parlando? La risposta è nella pagina che stiamo pubblicando. Ps: naturalmente in Rete le immagini si trovano ovunque, quindi buona ricerca.
3 - CASO SIAE. SALVATORE NASTASI: “QUATTRO IMMAGINI GRATIS PER OGNI ARTICOLO”
«Quattro immagini gratis per ogni articolo di cronaca, su carta o online». E’ la proposta del presidente Siae, Salvatore Nastasi, dopo l’articolo apparso su Repubblica, che denuncia l’impossibilità di riprodurre le immagini delle opere d’arte per giornali e gallerie.
Una proposta che ha del rivoluzionario, non solo per l’Italia, ma per l’Europa intera. «Non avevamo mai preso posizione», spiega il presidente della Società italiana Autori ed Editori Salvatore Nastasi, «adesso lo facciamo proponendo il regime più liberale d’Europa in fatto di diritto di cronaca».
«L’articolo di Repubblica», continua Nastasi, «affronta un tema delicato che investe contemporaneamente diritto di cronaca e libertà di stampa e rispetto della norma vigente, anche se datata, sulla tutela della proprietà intellettuale delle immagini.
Il tema posto da Repubblica ci impegna ad accelerare e risolvere in maniera chiara e definitiva la questione su cui la Siae sta lavorando da tempo. Nei prossimi giorni proporrò al consiglio di gestione della Società una soluzione che rispetti le norme ma che consenta di mettersi al passo coi tempi e in linea con le principali nazioni europee. Va infatti ricordato che in Europa ogni Paese tratta questo argomento in maniera diversa».
[…] «[…] in […] Francia, […] per ogni articolo su carta sono consentite due riproduzioni gratuite, ma con una forte limitazione alle dimensioni dell’immagine».
Ecco invece la sua proposta. «Noi vogliamo invece introdurre il regime più liberale d’Europa in materia. Ovvero la possibilità che qualsiasi articolo che eserciti il diritto di cronaca, su carta o online, possa essere accostato anche a 4 immagini, senza corresponsione di alcunché alla Siae e senza alcuna limitazione di dimensioni».