SPIDERMAN FINISCE IMPIGLIATO NELLA RAGNATELA DEL GOVERNO CINESE - LA SONY PICTURES HA INGAGGIATO (E PERSO) UN BRACCIO DI FERRO CON IL DRAGONE PER LA PROIEZIONE DEL FILM “SPIDER-MAN: NO WAY HOME” – I CINESI VOLEVANO “OSCURARE” LE IMMAGINI DELLA STATUA DELLA LIBERTÀ E, AL RIFIUTO DELLA CASA DI PRODUZIONE, HANNO RINVIATO ALLE CALENDE GRECHE LA DATA DI USCITA DELLA PELLICOLA… - VIDEO
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DAGONEWS
Il Dragone Censore colpisce ancora. Sony Pictures avrebbe respinto la richiesta del governo cinese di rimuovere le scene ritraenti la Statua della Libertà dal film “Spider-man: No way Home”.
Nel 2021 i dirigenti Sony lavoravano disperatamente per garantire una data di uscita al film, figlio della partnership tra i Marvel Studios (di proprietà della Disney) e la Columbia Pictures (di proprietà della Sony).
La Statua della Libertà ha un ruolo cruciale. Eppure i censori cinesi si sono impuntati, insistendo sul fatto che fosse rimossa digitalmente o perlomeno “minimizzata”, tagliando inquadrature e abbassando l’illuminazione così da oscurarla.
Dopo il secco rifiuto di Sony, il film non ha ottenuto una data di uscita nelle sale cinesi. Neppure l’incasso al botteghino in Nord America – 805 milioni di dollari – ha fatto gola al governo comunista.
Dopo “Spider-man: Far From Home”, del 2019, i Marvel Studios non hanno più prodotto un film che fosse proiettato in Cina. La scorsa settimana, per giunta, il governo vieta ufficialmente la proiezione di “Doctor Stange nel Multiverso della Follia”, anch’esso di Marvel. Il film ha indignato il Partito Comunista Cinese per un’inquadratura sui giornali dell’Epoch Times, testata molto critica nei confronti del partito. Come se non bastasse, in “Doctor Strange” c’è una lesbica e viene affrontato il tema dell’omogenitorialità.
Ad oggi il Partito consente la proiezione di soli 34 film stranieri all’anno. Ma una dura repressione nel 2021 ha reso ancora più difficile garantire l’uscita per i grandi successi statunitensi. Meno di un terzo dei film, l’anno scorso, erano infatti nuove produzioni. La maggior parte erano film d’archivio. Questo andazzo si somma alla sempre più pesante censura nel montaggio dei film occidentali.