STAMPA È POTERE – IL PRESUNTO ACCORDO “CORRUTTIVO” TRA GIOVANNI TOTI E ALDO SPINELLI PASSA ANCHE DAL TELEFONO DI UN GIORNALISTA DEL “SECOLO XIX”, SIMONE GALLOTTI. È LUI CHE PASSA SPINELLI AL GOVERNATORE, IL 17 SETTEMBRE 2021. E IL PRESIDENTE TRANQUILLIZZA L’IMPRENDITORE: “IL 29 VA LA TUA ROBA. RICORDATI CHE IO STO ASPETTANDO ANCHE UNA MANO EH?” – LE LAMENTELE SU UN ARTICOLO DEL “FATTO” CHE “ROMPE I COGLIONI” E LE MANOVRE PER LA VENDITA DEL QUOTIDIANO GENOVESE: L’ACQUISIZIONE DA PARTE DI APONTE È A UN PASSO (CON LA REGIA DI TOTI…)
-Estratto dell’articolo di Marco Franchi per “il Fatto quotidiano”
C’è un momento in cui l’accordo che la Procura di Genova ritiene “corruttivo” tra Giovanni Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli, potrebbe essersi sostanziato sul telefono di un giornalista del Secolo XIX. Proprio nei giorni i cui i protagonisti di questa vicenda si lamentavano degli articoli del Fatto Quotidiano.
[…] È il 17 settembre 2021 e Spinelli sta aspettando una notizia fondamentale da Giovanni Toti: il rinnovo della concessione delle aree ex Enel e la trasformazione della spiaggia di Punta dell’olmo.
Quel giorno l’imprenditore chiama un cronista del Secolo XIX, Simone Gallotti (estraneo all’indagine), esperto di cose portuali. I due discutono di un’intervista a Spinelli che, a detta dell’imprenditore, avrebbe irritato il manager dell’autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini e vorrebbe una precisazione. “Ma Signorini è incazzato, dice che me la son presa con lui!”, dice Spinelli, a cui replica Gallotti: “Ma no (...) ma l’hai spronato bene”.
A un certo punto si affaccia Giovanni Toti. È un’occasione pubblica: “Ho Aldo al telefono, vuoi parlargli?”. Il cellulare passa in mano al governatore: “Il 29 va la tua roba... – dice Toti a Spinelli – ricordati che io sto aspettando anche una mano eh?”. E Spinelli: “Si va bene, ma digli che metta anche l’enel, digli che metta l’enel, che è tutto a posto pure lì”.
E Toti: “Sì, ma ci dobbiam vedere dai...”. Secondo i pm “da tale conversazione si comprende chiaramente che Spinelli e Toti allargano esplicitamente l’accordo corruttivo già stipulato il 1.9.21”. “Ero a moderare un evento di Gedi. Mi ha chiamato Spinelli, per tagliare la telefonata gli ho passato Toti e sono andato a fumare una sigaretta”, ha chiarito Gallotti al Fatto.
Nel pomeriggio del 8 marzo 2022, notano gli inquirenti negli atti dell’indagine “sul sito internet del Fatto Quotidiano veniva pubblicato (...) un articolo nel quale si riportava che, a soli cinque giorni dall’ottenimento del rinnovo della concessione demaniale del Terminal Rinfuse, erano state disposte erogazioni liberali a favore del “Comitato Giovanni Toti-liguria” da parte di quattro imprese riconducibili ad Aldo Spinelli, per un totale di 40.000 euro”.
Quello stesso giorno, intercettati, Spinelli dice a Toti: “C'è La Verità che rompe i coglioni”. “No... no, ma è Il Fatto”, lo corregge Toti. E Spinelli: “perché abbiamo fatto 40.000 euro di finanziamento. Gli ho detto: ‘Ma cosa cazzo volete? Come vivono i partiti? Gli ho detto: ‘ringraziamo Dio, ringraziamo Dio che abbiamo un trio a Genova, che per 30 anni hanno dormito, abbiamo Toti Signorini e Bucci che finalmente Genova diventerà la capitale europea, non dell’italia, con tutti gli investimenti che (...)”. “Anzi (...) A proposito di finanziamenti, mo ti devo venire a trovare”, dice, beffardamente Toti.
Genova, i suoi poteri forti e la stampa, dunque. Non è un caso se in questi mesi Il Secolo XIX sia nelle mire dei grandi imprenditori che hanno interessi nel porto. Come Gianluigi Aponte, patròn di Msc, che in questa partita è rivale di Spinelli ma che non ha minori interessi nel porto […].
[…] Aponte […] è a un passo dall’acquisizione dello storico quotidiano genovese dal gruppo Gedi. Anche qui, l’armatore si è dovuto scontrare con la concorrenza di Spinelli, che tra febbraio e marzo si è incontrato con l’ad di Gedi, Maurizio Scanavino […]. “Mi è bastato fare il presidente del Genoa, al massimo mi interessa l’aeroporto”, replicò lui, provando a smentire.
Fatto sta che […] l’operazione di vendita del Secolo vedrebbe proprio la regia di Giovanni Toti, cui non piace la linea della direttrice Stefania Aloia. […]