STORIA DI UN FLOP ANNUNCIATO – L’OPERAZIONE PER PORTARE CATTELAN IN RAI PARTE NEL 2019 QUANDO SALINI SI ERA IMPUNTATO PER FARGLI FARE SANREMO, MA AVEVA DOVUTO RINUNCIARE DI FRONTE AL NIET DI DE SANTIS E MARANO – IL CONTENTINO ARRIVA AFFIDANDO ALLA “GIOVANE PROMESSA” IL PROGRAMMA “DA GRANDE” CHE FA ASCOLTI DISASTROSI. COLETTA SI LANCIA IN UN DRAMMATICO TENTATIVO DI SALVATAGGIO E SI GIOCA IL BIS ALLA DIREZIONE DI RAI1, MENTRE L'AD FUORTES E' INCAZZATO PER I DUE MILIONI DI EURO SPESI MENTRE SI CHIEDE AGLI ALTRI LAVORATORI DI FARE SACRIFICI. E CATTELAN? NON FA NEANCHE AUTOCRITICA - VIDEO
Giuseppe Candela per Dagospia
Il caso Cattelan. Prima, durante e dopo. Storia di un flop (costoso) nato da lontano.
Estate 2019. A Viale Mazzini si ragiona per il dopo Baglioni a Sanremo, serve un nome forte e rassicurante. L'azienda spinge con forza per l'arrivo di Amadeus, Salini tiene a galla la carta Cattelan. Lo vuole a tutti i costi, avvia anche qualche incontro riservato ma in quei giorni il clima si fa rovente. L'operazione viene ostacolata dal direttore di Rai1 Teresa De Santis e da Antonio Marano (allora ai vertici di Rai Pubblicità), in azienda gira un sondaggio riservato e impietoso: per il pubblico e i pubblicitari è uno sconosciuto, non si venderebbe la pubblicità per il Festival. Vince l'asse De Santis-Marano, Salini accantona l'idea e il resto è storia: Sanremo 2020 è un successo, l'amministrare delegato corre in conferenza stampa a rivendicare la scelta di Amadeus e Fiorello.
"Salini vuole Cattelan", lo ripetono come un tormentone. La De Santis va fuori e Coletta appoggia l'operazione. La "giovane promessa" è assistita da Marta Donà, nipote di Claudia Mori, ma ha dalla sua la forza di Fremantle, il peso di Lorenzo Mieli e la stima di Andrea Scrosati. L'operazione "Da Grande", a cui si lavora in gran segreto, viene svelata da Dagospia a marzo scorso, il programma era previsto a maggio ma slitterà a settembre. Non in esclusiva perché intanto lavora per Netflix a un nuovo titolo.
E qui inizia lo show: annuncio al sabato sera e successiva fuga da Maria De Fillippi, doppio appalto esterno (Fremantle produce, Friends&Partners porta i cantanti), ospitoni, battage pubblicitario importante. Alla conferenza stampa Fasulo piange e lo paragona a Fabrizio Frizzi, Coletta lo esalta con un lungo monologo. Insomma si pompa tutto a dismisura.
È tutto pronto, è tutto deciso: Cattelan è il nuovo volto di Rai1. Si fanno progetti, c'è chi parla di una bozza di contratto: Eurovision, nuove puntate di Da Grande e Sanremo 2023. Ci puntano così tanto che RaiPubblicità, come riporta il sito di Davide Maggio, quando ancora era previsto al sabato sera prevedeva ascolti più alti di Tale e Quale Show, Ballando con le Stelle, The Voice Senior e Arena Suzuki.
Così non va, la versione extralarge di E poi c'è Cattelan ottiene un risultato in Rai mai nemmeno immaginato. 12,7% di share. Coletta viene spinto (dal suo ego o non si sa da chi) a difendere il prodotto ma peggiora la situazione: in un'intervista a La Stampa abbassa l'obiettivo al 16% per la seconda puntata, come Cattelan trova il colpevole del flop nel Volley e nel calcio, assicura che per lui gli ascolti non contano (possono tutti sorridere, nessun programma sarà chiuso per flop) e che non ama cambiare programmazione (poche settimane prima Da Grande era passato dal sabato alla domenica dopo aver vagliato il mercoledì).
Alla seconda va ancora peggio, 12% anche senza il Volley. Quasi doppiato dalla versione low budget di Scherzi a parte nel target 15-34 anni. I giovani non ci sono, il 12% lo fa grazie ai "vecchi" (1.3 milione di telespettatori era over 55). Sul finale arriva il colpo basso: attacca giornalisti e addetti ai lavori perché hanno osato criticarlo. Il monologo sulle pernacchie crea imbarazzo ai vertici.
Il dopo. Cattelan sceglie Repubblica per dire che lui rifarebbe tutto, di fatto ufficializza la conduzione dell'Eurovision, in campo l'ipotesi di due nuove puntate di Da Grande, non concede nulla e va dritto per la sua strada. La giornalista sembra in imbarazzo: "Fa mai autocritica?". Per lui "flop è una parola infantile", saranno contenti gli investitori. Comunicazione drammatica, come segnala anche lo scrittore Gianrico Carofiglio su Twitter: "Lo show di Cattelan su Rai1 è un disastro. Capita, forse qualcuno ne renderà conto forse no. Ma è interessante quello che (pare) ha detto il conduttore: 'rifarei tutto così'. La frase è la sintesi del modo meno intelligente (eufemismo) di affrontare l’errore e il fallimento."
Stando alle nostre fonti il silenzio dell'ad Fuortes nasconderebbe un forte fastidio. Non ha responsabilità, non ha colpe. È arrivato ed era tutto già fatto. L'ad avrebbe però fatto un salto dalla sedia di fronte ai costi: l'operazione Cattelan in due puntate sarebbe costata ben oltre i due milioni di euro. Una cifra importante in un momento in cui a tutti i lavoratori interni vengono chiesti sacrifici, con alcuni programmi di servizio pubblico a rischio.
Cosa farà Cattelan in Rai? L'Eurovision, affiancato da altri tre conduttori e due voci fuori campo. Solo quello, per ora. A Viale Mazzini sono in molti ad essere convinti che il flop di Da Grande farà un'altra vittima: Stefano Coletta, il suo bis ora sembra davvero difficile da immaginare. Il vicedirettore Claudio Fasulo non avrebbe gestito la situazione in modo consono, questo filtra dal settimo piano, e in maniera clamorosa la sua presenza all'Eurovision non sarebbe così certa. Il prima, il durante e il dopo Cattelan. La storia di un flop annunciato.