TAYLOR SWIFT, LA VERA "KINGMAKER" DELLE ELEZIONI USA - SECONDO GLI ANALISTI POLITICI, UN ENDORSEMENT DELLA REGINETTA DEL POP PUÒ SPOSTARE IL 20% DEI VOTI: NEL 2020 AVEVA FATTO IL SUO ENDORSEMENT A JOE BIDEN, MENTRE QUEST'ANNO HA PREFERITO NON ANCORA SBILANCIARSI PUBBLICAMENTE - IL PARTITO DEMOCRATICO VORREBBE LA SWIFT, MICHELLE OBAMA E OPRAH WINFREY ALLA CONDUZIONE DI UN FORUM PER VAGLIARE I CANDIDATI ALTERNATIVI A "SLEEPY JOE". LEI NON HA ANCORA RISPOSTO SE PARTECIPERÀ O MENO ANCHE PERCHÉ È IMPEGNATA NEL SUO "ERAS TOUR", CHE NEI PROSSIMI GIORNI ARRIVERÀ A MILANO…
-
Estratto dell'articolo di Stefano Mannucci per il "Fatto Quotidiano"
Scendesse in campo lei, non ci sarebbe partita. La “Presidente” Swift ha però da fare, almeno fino all’8 dicembre, quando dirà addio – ma crescono voci su una proroga live nel 2025 – all’Eras Tour. L’impresa pop più lucrativa di sempre: ricavi per un miliardo di dollari già alla fine dello scorso anno, e prima che si spenga il microfono non è insensato valutare un raddoppio. Dunque Taylor non ha tempo per pensare a una residency alla Casa Bianca, ma di certo è una kingmaker coi fiocchi. Lo sanno bene gli analisti politici. Un suo endorsement può spostare il 20% dei voti. […]
Ora il problema è invece tutto interno allo schieramento progressista: se nel 2020 la cantante non aveva fatto mancare aperto sostegno a Biden, oggi attende il responso clinico su nonno Joe per capire se valga la pena di aderire alla proposta del think-tank guidato dalla giurista di Georgetown Rosa Brooks e dal miliardario Ted Dintersmith che vorrebbe la Swift, Michelle Obama e Oprah Winfrey alla conduzione di forum per vagliare i candidati alternativi a Biden. […]
Trovata formidabile: dovesse aderire, Taylor porterebbe con sé la bacchetta magica. La stessa che, ovunque faccia tappa l’Eras Tour, sposta il Pil locale verso una temporanea prosperità. Lo chiamano “Swiftonomics”: la Banca d’Inghilterra ha rinviato all’autunno il taglio dei tassi in vista del boom di spese dei fan per i concerti d’agosto; Trudeau ha rivolto un appello all’artista perché raddoppi le date in Canada; la città tedesca di Gelsenkirchen ha deciso di ribattezzarsi “Swiftkirchen” per il passaggio del tour subito dopo le due serate milanesi di questo weekend.
[…]Indotto da quasi 180 milioni di euro, stima Confcommercio. E ormai da giorni i fan hanno organizzato una “fila virtuale” con tre appelli quotidiani alla fermata San Siro della M5: chi non risponde si scordi la transenna. Durante il soggiorno in città, Taylor sarà blindatissima: “Previste misure di sicurezza da capo di Stato”, rivela l’organizzatore Mimmo D’Alessandro. “Non possiamo dire dove alloggi”, sottolinea.
[…] Selfie o meno, quel che conta è esserci: a Milano D’Alessandro & Galli hanno ricevuto “richieste per quasi 2 milioni e 300 mila biglietti, mai visto un fenomeno simile”, a fronte di 128 mila posti totali sabato e domenica. Tagliandi andati via già l’anno scorso in mezz’ora (“Il 30% degli spettatori arriverà dall’estero, tra questi il 12% dagli Stati Uniti”, precisa D’Alessandro). Ai disperati non resta che la chance a prezzo nominale di Fansale: chi rinuncerà in extremis può rivendere lì il prezioso ingresso.
Perché – a parte i malviventi che hanno rubato (non per gli show italiani) migliaia di biglietti, l’altra opzione è il dissanguamento sui siti di bagarinaggio. Le associazioni di consumatori hanno denunciato offerte per un posto da 13 mila euro, noi ne abbiamo trovato uno da “appena” 11 mila per un terzo anello al Meazza (14 luglio); gli “onesti” scalper di ViaGogo segnalano, bontà loro, che lassù “la visibilità è limitata”.
[…] Che Taylor, “la fidanzata d’America 2.0”, la Doris Day del 21° secolo”, la 34enne “ragazza della porta accanto” meriti questo successo è questionabile, dal punto di vista artistico. Però è indubbio che il suo repertorio, nel quale elabora sin dagli esordi adolescenziali le proprie pene d’amore e le delusioni professionali […] sia uno specchio nel quale amino riflettersi milioni di “Swifties”. […] Prima o poi dovrà fermarsi: l’America ha avuto un Re rock, Elvis. È il tempo di una Presidente Pop. Magari a Washington.
ARTICOLI CORRELATI