Gwynne Hogan per “Dna Info”
E’ chiaro che la scena del presepe è un falso. Riporta “The Atlantic” che Gesù non nacque in una mangiatoia, tantomeno era biondo e la sua sacra famiglia di carnagione chiara. I capelli paglierino, gli occhi celesti, le gote rosa, sono un’invenzione occidentale, iconografia del potere ai bianchi, un’immagine culturale dove solo il bianco è sinonimo di purezza. Gesù Cristo quasi certamente aveva pelle scura, occhi e capelli neri.
A noi piace pensare che la sacra famiglia fosse esposta agli elementi naturali, illuminata dalla stella cometa e tenuta al caldo dal bue e l’asinello, ma probabilmente fu ospitata da qualcuno in casa, non si sa se fossero presenti animali e di quale tipo. Maria e Giuseppe non sono nemmeno arrivati a Betlemme in asino, devono aver viaggiato in carovana, molto più comune e sicuro.
I tre che hanno seguito la cometa con turbanti, abiti in seta e gioielli, non erano re orientali ma “magi”, cioè saggi, probabilmente preti persiani o studenti di astrologia. Nessun monarca, quindi. Anzi forse non erano neppure tre, il numero è stato desunto da quello dei regali (oro, incenso e mirra). I nomi sono inventati e tutto è tanto memorabile quanto astorico. Fare il presepe è un rituale, piacevole, innocuo, ma replicare anno dopo anno questa falsa scenetta rischia di farci accettare inaccuratezze e deduzioni convenienti a qualche credo, ignorando i fatti storici.
nativita frankenstein nativita star wars la scena falsa della nativita nativita dal macellaio
Il presepe che costruiamo ogni Natale è il risultato di secoli di speculazione e invenzione artistica. Chi lo sa, ormai lo interpreta a modo suo, ed ecco la natività zombie creata in giardino da una coppia dell’Ohio, quella con i personaggi di Guerre Stellari (molte sono le versioni), o fatta con le salsicce. A New York ieri è addirittura spuntato un gigantesco pene illuminato all’attico di un lussuoso edificio. Il fallo è visibile da più strade, e i bambini non fanno che chiedere cos’è.