ULTIMO SARA’...PRIMO A SANREMO? "TRA LA VITTORIA AL FESTIVAL E LO SCUDETTO ALLA ROMA FATICO A RISPONDERE PERCHÉ SONO MOLTO INDECISO” – LA POLEMICA SULLE ORIGINI A SAN BASILIO (ANCHE SE C’E’ CHI SOSTIENE CHE SIA DI GIARDINO NOMENTANO, “UN BEL QUARTIERINO COSTRUITO DAL PADRE DI ULTIMO, INGEGNERE, CON UNA BELLA VILLA DOVE LUI HA ABITATO”), LE DUE BOCCIATURE A SCUOLA E QUALCUNO IN FAMIGLIA CHE LO SCORAGGIO’ DAL FARE MUSICA…

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Estratto da Corriere dello Sport

 

(…) "Scudetto alla Roma o vittoria a Sanremo? Troppo difficile questa domanda. Fatico a rispondere a questa domanda, perché sono molto indeciso. Ed è un0indecisione che mi divide in due".

 

 

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Giuseppe Fumagalli per “Oggi”

 

Non esistono più le stagioni e, diciamocelo, anche i campanili non sono messi benissimo. Gli architetti ormai ne fanno volentieri a meno. Anche Roma, che tra Vaticano e centro storico detiene il primato mondiale di campane (ne verrebbero sbatacchiate quotidianamente oltre 1.200), vede sparire dalle periferie il più atavico e italico totem di appartenenza territoriale. Sparisce il campanile, ma nel cuore e nella mente degli uomini resiste il campanilismo.

 

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I suoi rintocchi si odono distinti già alla prima tappa di un viaggio nell’hinterland della Capitale, alla ricerca di storie e notizie sulle origini di Ultimo, al secolo Niccolò Moriconi, indicato tra i favoriti del prossimo Festival di Sanremo. Il cantante ha sempre sostenuto d’essere cresciuto nel quartiere popolare di San Basilio, ma un giovane abitante del rione agita le dita come tergicristalli impazziti.

 

«Ultimo non è di qua», interviene. «Lo dice lui che è di San Basilio. E sa perché lo dice? Perché fa più scena dire che si è “nati ai bordi di periferia”, come cantava Ramazzotti, in una zona povera, dove non c’è lavoro, gira la droga, la vita è dura ed “è più facile sognare che guardare in faccia alla realtà”». Un coetaneo aggiunge: «Fabrizio Moro, quello sì è nostro. Ultimo no. Lui è del Giardino Nomentano, dall’altra parte della strada, a un paio di chilometri da qui.

 

Un bel quartierino costruito dal padre di Ultimo, ingegnere, con una bella villa dove lui ha abitato finché non è diventato più ricco del babbo suo e se n’è pigliata una più grande e più bella. Sa cos’hanno oggi i ricchi? È che non s’accontentano più di quello che hanno, vogliono fare tutto, pure i poveri. E noi che poveri lo siamo per davvero ci sentiamo un po’ presi in giro».

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Davanti alla chiesona di San Basilio, Ludovica, compagna di scuola media di Ultimo, smonta il caso: «Ma che vuol dire stare di quà o di là di una strada?», ragiona. «L’aria di San Basilio la respiri anche al Giardino Nomentano. Niccolò poi. Uno che non ha mai fatto pesare la sua condizione sociale. Tipo tranquillo, rispettoso, mai arrogante, anzi forse un po’ timido. Legatissimo ai suoi amici Adriano e Alessandro che lavorano ancora con lui e sempre pronto a darsi da fare per gli altri.

 

Me lo ricordo che già cantava e componeva. Molti, anche a casa sua, lo scoraggiavano ma Giuseppe La Rocca, suo professore di musica, aveva capito che ci sapeva fare. L’ho ancora negli occhi: jeans, maglietta, giacchino di pelle, ciuffo sugli occhi, sorriso buono e gentile. Non era il più bello, ma spaccava. Catturava tutti col suo talento e la sua naturalezza. Scoprire che s’era fidanzato con Claudia, la più bella della scuola, fu un trauma collettivo».

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Il ritratto tratteggiato da Ludovica si conferma anche al Caffé del Parco, a due passi da casa Moriconi, e si precisa in modo definitivo qualche chilometro più in là, nel quartiere Bufalotta, davanti al liceo Giordano Bruno. Ultimo ha studiato qui per quattro anni. Il profitto non è stato memorabile (due bocciature). Lui sì. Tra il personale della scuola, baristi, assistenti e docenti lo ricordano tutti. Pino, che terminato il turno in portineria lo accompagnava

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ULTIMO ARRABBIATO PER LA SCONFITTA A SANREMO 2019

 

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ultimo al colosseo
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