I VECCHI DI HOLLYWOOD SI SONO ROTTI LE PALLE DEI SUPEREROI - DOPO SCORSESE, JAMES CAMERON E RIDLEY SCOTT, ANCHE FRANCIS FORD COPPOLA SI SCAGLIA CONTRO LA MARVEL: "UN PROTOTIPO CHE VIENE REALIZZATO ANCORA E ANCORA PER SEMBRARE SEMPRE DIVERSO" - GIÀ NEL 2019 AVEVA ATTACCATO L'UNIVERSO DELLA MARVEL: "MARTIN È STATO GENTILE QUANDO HA DETTO CHE QUEI FILM NON FANNO PARTE DEL CINEMA. NON HA DETTO CHE SONO SPREGEVOLI, COSA CHE IO INVECE PENSO"
-Pedro Armocida per “il Giornale”
«Una volta c'erano film degli Studios. Ora ci sono i film Marvel, un prototipo che viene realizzato ancora e ancora e ancora e ancora e ancora per sembrare sempre diverso». Parte così l'intemerata contro i cinecomic di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Francis Ford Coppola. Il regista de Il Padrino, che, in occasione del 50° anniversario, è tornato nelle sale italiane dal 28 febbraio al 2 marzo, non è nuovo a questo tipo di dichiarazioni, questa volta rilasciate al magazine statunitense GQ.
Già alla fine del 2019 aveva così commentato le parole critiche di un altro grande del cinema: «Martin Scorsese aveva ragione quando ha detto che i film della Marvel non appartengono al cinema, perché dal cinema ci aspettiamo di imparare qualcosa, di ricevere un po' di illuminazione, un po' di conoscenza, un po' di ispirazione. Martin è stato gentile quando ha detto che quei film non fanno parte del cinema. Non ha detto che sono spregevoli, cosa che io invece penso».
Ecco così che due registi della cosiddetta New Hollywood, in una manciata di parole, sembrano passare immediatamente dalle parti della Old Hollywood. Come è possibile non capire, al di là dei gusti personali, che Marvel ha messo in scena un vero e proprio universo, capace di intercettare gusti e sensibilità di intere generazioni come in passato lo hanno fatto altri tipi di film, magari criticati dai padri di Coppola e Scorsese?
Difficile eliminare del tutto il dubbio che la questione generazionale non c'entri nulla, anche se il discorso dei due cineasti è più ampio, articolato e affonda le radici nella storica battaglia per realizzare film molto personali all'interno del sistema hollywoodiano. È stato infatti lo stesso Scorsese, un mese dopo le sue dirompenti dichiarazioni, ad ammettere: «So che se fossi più giovane, se fossi cresciuto più tardi, sarei probabilmente stato entusiasta di vedere questi film, e magari persino di farne uno io stesso. Ma sono cresciuto in un altro periodo storico e ho sviluppato un gusto per i film che è lontano dall'Universo Marvel tanto quanto la Terra è lontana da Alpha Centauri».
Poche settimane fa gli ha risposto pure Tom Holland, il venticinquenne protagonista sia del recente blockbuster di successo The Uncharted che dell'ultimo Marvel, Spider-Man: No Way Home, che ha praticamente retto da solo il botteghino mondiale, in piena pandemia, con un incasso globale di 1,8 miliardi di dollari (maggior risultato del 2021 e sesto film di tutti i tempi): «Io ho fatto dei film Marvel e ho anche girato film che sono stati candidati agli Oscar, e l'unica differenza è che uno è molto più dispendioso dell'altro. Credo che i film Marvel siano vera arte, esattamente come quelli dei grandi registi».
Coppola, a onore del vero, ha articolato il suo pensiero in maniera abbastanza complessa riferendosi al "format" dei film Marvel Cinematic Universe che influenzerebbe anche gli altri blockbuster. Parlando di Dune di Denis Villeneuve e di No Time to Diedi Cary Fukunaga, «registi dotati e di talento», ha detto, rivolgendosi all'intervistatore, «potresti prendere entrambi quei film, e tu e io potremmo tirare fuori le stesse sequenze, con le macchine che si scontrano, per esempio, e metterle insieme. Hanno entrambi quel genere di roba e sono tenuti a mostrarla per giustificare il loro budget».
Ma sono tanti i registi che hanno sentito il bisogno di esprimersi sull'argomento. Così per un lucido Paul Thomas Anderson, di cui il 17 marzo vedremo al cinema il bellissimo Licorice Pizza, felice che il successo di Spider-Man possa spingere le persone a tornare al cinema, c'è un James Cameron, il regista di Avatar, che, quando pensa a film che hanno all'interno eventi epici, «diciamo come i film del Marvel Universe dove vengono distrutte città e via dicendo, devo dire che non sono epici per me».
Ancora più tranchant Ridley Scott per il quale, curioso il paragone, «i film Marvel sono noiosi come una m...» mentre il solito Ken Loach la butta in politica dicendo che, come film, «sono un esercizio cinico di mercato e non hanno niente a che fare con l'arte del cinema. William Blake ha detto: "Quando si discute di denaro, l'arte è impossibile"». Ma i quattro titoli Marvel, presenti nella top ten dei maggiori incassi di sempre, raccontano un'altra storia.