LA VENEZIA DEI GIUSTI - SARÀ CHE IL CINEMA ITALIANO È IN STATO DI GRAZIA, MA I CRITICI INTERNAZIONALI SEGUITANO A MASSACRARE I NOSTRI FILM ALLEGRAMENTE - "THE HOLLYWOOD REPORTER" E "INDIEWIRE" STRONCANO "AMERICA LATINA" DEI FRATELLI D'INNOCENZO. "VARIETY" E "THE FILM VERDICT" DEMOLISCONO "FREAKS OUT" – È ANDATA MEGLIO A SORRENTINO E A MARTONE, MA IERI ALL'EDEN DI ROMA A VEDERE "QUI RIDO IO" IL POMERIGGIO C'ERANO TRE SPETTATORI. UNA SIGNORA ANZIANA CHE NON LA SMETTEVA DI TOSSIRE E UNO COI CAPELLI BIANCHI CHE ALLA FINE HA APPLAUDITO…
-
Marco Giusti per Dagospia
Sarà che il cinema italiano è in stato di grazia. Intanto i critici internazionali seguitano a massacrare i nostri film allegramente. "The Hollywood Reporter" e "Indiewire" stroncano "America latina" dei Fratelli D'Innocenzo.
"Un lavoro di posture studiate con nulla da dire" scrive David Rooney. "Malgrado i valorosi tentativi di Elio Germano di tenere il film assieme diventa stupido osservare i suoi tentativi di puntare al cuore di un mistero che è tutto tranne che un mistero" scrive invece "Indiewire".
"Variety" e "The Film Verdict", ma anche i critici francesi più illustri come Michel Ciment demoliscono "Freaks Out" di Gabriele Mainetti che era venuto a Venezia pensando al grande lancio internazionale del film.
Mainetti e il suo sceneggiatore non si sono resi conto di aver toccato un tema tabù come l'Olocausto senza le dovute cautele.
Accostare circo, supereroi alla Marvel nazisti e vagoni pieni di ebrei è una cosa che non è permessa a tutti. Ma c'è di più. "È un brutto segno quando uno dal cazzo enorme è usato per farne una fonte di risate" scrive Jay Weissberg su The Film Verdict e seguita bollando il film come "privo di genuino humour, completamente inconsapevole di quanto sia offensivo, così amico di svastiche da far sembrare sobrio un raduno della gioventù hitleriana".
Anche in questo caso il film è massacrato per il suo cattivo gusto. Un film adatto solo ai conoscitori del kitsch conclude il critico di Variety che lo massacra senza pietà.
È andata meglio a Sorrentino e a Martone, ma ieri all'Eden di Roma a vedere "Qui rido io" il pomeriggio, mi dice Ciro Ippolito, c'erano tre spettatori. Una signora anziana che non la smetteva di tossire e uno coi capelli bianchi che alla fine ha applaudito. Poi si è voltato e si è azzittito. Ciro lo ha trovato a metà tra Majano e Bolchi. Uno sceneggiato. Dov'è il cinema? Salva le esecuzioni Sergio Bruni però, a cominciare da "Indifferentemente".