I VENT’ANNI DEL “GRANDE FRATELLO”, CAPOFILA DI TUTTO IL TELETRASH SFORNATO NEGLI ULTIMI DUE DECENNI: QUANDO ANDÒ IN ONDA LA PRIMA EDIZIONE SI SPRECARONO LE ANALISI PSICOLOGICHE, MA IN REALTÀ GLI SPETTATORI ASPETTAVANO SOLO LA PRIMA NOTTE DI SESSO – DA ROCCO CASALINO A ELEONORA DANIELE C’È CHI SI È PIAZZATO BENE, MA NEGLI ULTIMI ANNI HA PERSO LA FUNZIONE DI UFFICIO DI COLLOCAMENTO – CHI SONO I “VIP” DELLA NUOVA EDIZIONE
-Alessandra Comazzi per "La Stampa"
Ogni reality si basa sulla privazione dei bisogni primari: al Grande Fratello tolgono la libertà; a Temptation Island, che buon successo ha avuto in questa estate fatta quasi soltanto di repliche, la fiducia nel partner; all'Isola dei famosi il cibo, a Ballando con le stelle il riposo.
Proprio vent' anni fa debuttava su Canale 5 il Grande Fratello, prima puntata il 14 settembre 2000, format della olandese Endemol, dai nomi dei fondatori Joop van den Ende e John de Mol, una multinazionale dell'intrattenimento: il programma va o è andato in onda ovunque nel mondo. Adesso è solo uno dei tanti reality irrilevanti, allora era un Giano bifronte intellettuale e pop.
Il padre di tutto il trash che il ventennio successivo avrebbe prodotto in tv e poi sul web. Ma il trash, letteralmente «spazzatura», era anche un modo per svoltare da una televisione costipata e costruita, predeterminata. Per la prima volta la «gente comune» diventava protagonista assoluta di questo gigantesco gioco di ruolo: nelle pedine, lo spettatore da casa si poteva riconoscere.
Il reality quale nuova forma di commedia dell'arte, con tutti i ruoli ben definiti. Qui sono sempre andati forte i colpi di scena, le liti, le risse, tutto seguito attraverso quel grande buco nella serratura che era la telecamera nascosta, eppure ben presente nella consapevolezza degli sfidanti.
Tracimati anche nella forma Grande Fratello Vip, con «vip» sempre meno tali: si sta giusto preparando il cast per la nuova stagione, in arrivo a settembre, sempre condotta da Alfonso Signorini, con Pupo e Antonella Elia opinionisti: tra i primi concorrenti annunciati, la più nota è Elisabetta Gregoraci, già signora Briatore.
E poi Dayane Mello, Stefania Orlando, Flavia Vento, Patrizia De Blanck, Eva Grimaldi, Ludovica Pagani. Uomini: Tommaso Zorzi, Paolo Brosio, Francesco Oppini, Enock Barwuah (fratello di Mario Balotelli), Riccardo Fogli, Nicola Ventola e Giovanni Terzi, promesso sposo di Simona Ventura. Capito che glamour?
Voyeurismo televisivo L'inizio del GF fu piuttosto semplice: dieci concorrenti chiusi in una casa e spiati 24 ore su 24. Ci furono allora tante analisi psicologiche, tante introspezioni, «così si può studiare l'animo di un recluso»: in realtà le telecamere, e gli spettatori, aspettavano solo la prima notte di sesso tra partecipanti. Che poi avvenne, come da copione non scritto.
Pirandello aveva già capito tutto, stasera si recita a soggetto. Prima vincitrice fu Cristina Plevani, vincitore morale Pietro Taricone, che diventò bravo e troppo presto morì, e c'era Rocco Casalino, passato a vita politica. Vinse il GF successivo Flavio Montrucchio, bancario torinese rimasto nelle arti varie, e vi parteciparono pure Luca Argentero, adesso attore amatissimo, e Eleonora Daniele, conduttrice.
Con i moltiplicarsi dei reality, la funzione di ufficio di collocamento è andata perdendosi, ma l'autocompiacimento no. Per due anni, l'intellettuale Daria Bignardi condusse la «creatura bella e schifosa», come la definì Antonio Ricci. Poi al posto della Bignardi arrivarono Barbara D'Urso, Alessia Marcuzzi e di nuovo l'instancabile D'Urso. Psicologi, sociologi, critici e semiologi, direttori e confessori, tutti si interrogavano sul successo del programma di Canale 5, dieci milioni di spettatori di media, 16 nella puntata finale (ora sono 2-3 milioni).
Storie d'amore e d'amicizia, tradimenti e baci ardenti, nulla sfuggiva, per definizione, al grande occhio della telecamera, titolo non a caso ispirato a 1984 di George Orwell, in cui si immagina che il dittatore di Oceania, il Grande Fratello per l'appunto, spii con le telecamere i cittadini, condizionandone la vita ed eliminando il libero arbitrio. Il successo fu subito travolgente.
E trasversale. Lo show nacque come l'evoluzione dello specchio segreto, degli scherzi a parte; era il «delitto» nella stanza chiusa però spiato, era il voyeurismo a portata di telecomando, giustificato da tanta mediatica sociologia. Ora alle telecamere, più o meno nascoste, siamo abituati tutti.
E non le viviamo nemmeno più come una violazione della privacy. Dalle banche ai cellulari, dalle immagini rubate di YouTube alle web cam dei computer, l'occhio del Grande Fratello, quello di Orwell, non della Endemol, ci segue dappertutto, altro che nella casa. La condivisione del GF surclassata da quella dei social network.