IL VERO GIORNALISMO DI STRADA – EMANUELA AUDISIO, FIRMA DI PUNTA DELLO SPORT DI “REPUBBLICA”, DIRIGE IL NUMERO DI DICEMBRE DI “SCARP DE’ TENIS”, LO STORICO MENSILE CHE PARLA DI CHI VIVE PER LA STRADA, DI CHI È SENZA UN TETTO E VANTA UNA SFILZA COLLABORATORI ILLUSTRI (E GRATIS) – AUDISIO: “PER SUELLA BRAVERMAN, (EX) MINISTRA DELL’INTERNO BRITANNICA, ERA ORA DI FINIRLA CON QUELLE PERSONE CHE VIVONO IN STRADA ‘COME SCELTA DI VITA’. BÉ IL GOVERNO L’HA FATTA FINITA CON LEI...”
-Estratto dell’articolo di https://www.professionereporter.eu/
Il numero di dicembre-gennaio di Scarp de’ tenis, “mensile della strada”, che parla di chi vive per la strada, senzacasa, è diretto da Emanuela Audisio, prima firma dello Sport de la Repubblica. Torna così, a cura del responsabile Stefano Lampertico, l’iniziativa “direttore per un numero”. Audisio ha raccolto molti colleghi di valore, che hanno lavorato senza compenso.
L’inchiesta che apre il giornale è dedicata alle grandi città del mondo, dove è sempre più difficile vivere con pochi mezzi economici. Dall’America arriva l’eco di una situazione in continua crescita, quella dell’”homelessness” (chi è senza casa). Da Mosca faticano a filtrare notizie, ma il fenomeno è in crescita anche lì. Napoli si misura con un turismo che ha fame di spazi proprio nel centro storicamente abitato dalle fasce più povere della popolazione.
L’immagine di copertina è firmata da Gabriele Stabile, fotografo italiano che lavora per New York Times e New Yorker. Giuseppe Smorto racconta la storia del centro “Ace”, nato vent’anni fa nella periferia di Reggio Calabria dalla volontà di Lino Caserta. Stefania Culurgioni racconta la storia di Silke Pan, artista circense svizzera che, dopo essere stata costretta in sedia a rotelle da una rovinosa caduta, è tornata a esibirsi come acrobata. Alessandra Retico spiega come sono cambiati ruolo e funzione delle scarpe da tennis, che oggi possono costare decine di migliaia di euro. Marco Pastonesi parla del Saronno Rugby, società che raccoglie un centinaio di praticanti, costretta ad allenarsi nel parco cittadino per la mancanza di impianti.
Scrive Audisio: “Per Suella Braverman, (ex)ministra dell’interno britannica, era ora di finirla con quelle persone che vivono in strada ‘come scelta di vita’. Bé il governo l’ha fatta finita con lei, è stata silurata. Sosteneva (anche) che gli accampamenti degli homeless rovinano l’estetica della città. Guarda tu, chi ci aveva mai pensato allo skyline?”.
E prosegue: “Abbiamo voluto fare un giro sulle strade del mondo, Los Angeles-Mosca-New York, con i contributi di Niccolò Campriani, tre volte straordinario campione olimpico di tiro a segno, che ora lavora all’organizzazione dei Giochi di Los Angeles 2028, di Rosalba Castelletti che per Repubblica segue la Russia, di Gabriele Stabile. L’indagine sull’impatto dell’economia Bed&Breakfast nella trasformazione dei quartieri bassi di Napoli è firmata da Marta Capuozzo, mentre l’esperienza di integrazione a Camini, borgo del versante ionico, è curata da Jacopo Giuca. Giulia Ghirardi ci racconta le ‘Cucine Popolari’ di Bologna, realtà che garantisce oltre 600 pasti al giorno, voluta da Roberto Morgantini ed Elvira Segreto, con i soldi raccolti in occasione del loro matrimonio. Giorgio Terruzzi parla di Michal e Rim, due madri, una israeliana, l’altra palestinese che marciano unite per la pace, Bianca Stancanelli scrive il ritratto di Palmina Martinelli, barbaramente uccisa nel 1981, infine Marina Viola racconta quante difficoltà vivono ogni giorno gli homeless del Massachusetts [...]”
Emanuela Audisio, è l’unica donna ad aver vinto il Premio Gianni Brera ed è stata la prima giornalista italiana a seguire con continuità i Giochi Olimpici, le Coppe del Mondo di calcio, i mondiali di boxe, atletica, basket e ciclismo, trattando anche gli aspetti sociali, economici e culturali che il gesto sportivo provoca.
Scarp de’ tenis si definisce “un giornale di strada noprofit, nato da un’idea di Pietro Greppi. È un’impresa sociale che dà voce e opportunità di reinserimento a persone senza dimora o emarginate. È un’occasione di lavoro e un progetto di comunicazione. Vendere il giornale significa lavorare, non fare accattonaggio. Il venditore trattiene una quota sul prezzo di copertina. Contributi e ritenute fiscali li prende in carico l’editore”.