LA VERSIONE DI MUGHINI – “MI MANCHERANNO MOLTO GLI UOMINI E LE DONNE CON I QUALI PER UN MESE E PASSA HO CONVISSUTO NELLA DANNATISSIMA CASA DEL GRANDE FRATELLO. NELL'APRIRE LA PORTA DELLA MIA STANZUCCIA CHE DAVA SU UN GIARDINETTO SEMPRE DI TROVAVO DI FRONTE IL (QUASI 39ENNE) ALEX SCHWAZER CHE SI CI STAVA DANDO SOTTO, NEL SUO QUOTIDIANO E MOSTRUOSO ALLENAMENTO AL TAPIS ROULANT. MOSTRUOSO PER INTENSITÀ, UNA GALOPPATA CHE LUI PROTRAEVA TALVOLTA PER OLTRE TRE ORE AL GIORNO. LA SUA SQUALIFICA SI ESTINGUERÀ SOLO A METÀ LUGLIO DEL 2024 QUANDO PER LUI SARÀ ORMAI IMPOSSIBILE QUALIFICARSI ALLE OLIMPIADI DELL'ANNO PROSSIMO E…”


Giampiero Mughini per Dagospia

 

giampiero mughini

Caro Dago, mi mancheranno molto gli uomini e le donne con i quali per un mese e passa ho convissuto nella dannatissima "Casa del Grande Fratello" che sorge, assieme straripante e impervia, sulla collinetta di Cinecittà. E siccome i miei compagni di avventura rimanevano a confabulare sino a tarda notte, laddove io mi attenevo alla ormai remota abitudine di chiudere la giornata entro alla mezzanotte, alla mattina non mi svegliavo mai dopo le otto. Quando ancora la gran parte della nostra congrega stava dormendo il sonno dei giusti.

 

E pur tuttavia nell'aprire la porta della mia stanzuccia che dava su un giardinetto sempre di trovavo di fronte il (quasi trentanovenne) Alex Schwazer che si ci stava dando sotto, nel suo quotidiano e mostruoso allenamento al tapis roulant. Mostruoso intendo per intensità, non dico una marcia ma piuttosto una galoppata che lui protraeva talvolta per oltre tre ore al giorno _ alla velocità di oltre 18 chilometri al giorno _ sino a compiere i 50 chilometri che lui percorse in tre ore 37 minuti e spicci il giorno della sua fatidica medaglia d'oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008.

mughini e angelica baraldi

 

Quel trionfo che ho ancora innanzi agli occhi come fosse stato ieri, lui che entra da solo nella pista dello stadio, che attacca la prima curva della pista e che è ancora solo. Ancora solo mentre abborda la seconda e ultima curva, nessun altro ancora mentre è a pochi metri dal traguardo, nessuno mentre lui lo taglia vittorioso. Lo ascoltavo a bocca a parta mentre Alex me la raccontava quella gara. Lui che al venticinquesimo chilometro avverte un forte dolore alle gambe e ci pensa su eccome se è il caso di abbandonare la gara.

 

ALEX SCHWAZER AL GRANDE FRATELLO

Resiste, continua, ce la fa. Sono ancora tre o quattro atleti in testa al quarantesimo chilometro, e Alex sta pensando che non è ancora il momento di sferrare l'attacco decisivo. Solo che al quarantaduesimo chilometro si accorge che non ha più l'ombra degli avversari che gli stavano accanto. Spinge, spinge mentre è rimasto solo, ma non è ancora il momento di sferrare l'attacco vero e proprio. Continua a spingere, al quarantottesimo chilometro è sempre solo.

 

mughini angelica baraldi

A questo punto manca niente al traguardo. A questo punto vola. Medaglia d'oro, trionfo italiano dopo quelli dei grandissimi Dordoni e Pamich. Alex mi ha anche raccontato quello che venne dopo, che la sua testa non ce la faceva più a reggere la caratura atletica e agonistica che era la sua, che cominciò a prendere pillole che non doveva, e che con tutto questo andava più lentamente di prima. Lo trovano positivo, squalifica. Esaurita la pena Alex torna in pista. Vince, anzi stravince.

 

Fino alla nuova squalifica, che si estinguerà solo a metà luglio del 2024 quando per lui sarà ormai impossibile qualificarsi alle Olimpiadi dell'anno prossimo. Alex proclama dappertutto la sua innocenza, avallata nientemeno che da Sandro Donati, il tecnico italiano che alla lotta contro il doping ha affidato il suo destino professionale. La proclama nel corso di un documentario che abbiamo visto in tanti e innanzi al quale ci siamo commossi in tanti. Chiede una riduzione della pena, un niente. Non gliela danno.

alex schwazer al grande fratello

 

Vederlo allenarsi ogni mattina era per me che amo lo sport alla pazzia uno spettacolo indimenticabile. Alto 1,87 Alex è un uomo del tutto verticale. Dalla cintola in su è magrissimo, tutt'ossa. Dalla cintola in giù le sue gambe sono come segnate da un unico e lunghissimo muscolo che è come se le rendesse bollenti di agonismo. La sua falcata è ai confini con l'opera d'arte, le gambe è come se poggiassero sul terreno e rimbalzassero e attraversassero l'aria nello stesso tempo. Una falcata dopo l'altra, a un tempo che Alex cronometrava e che era superiore di niente a quello dei suoi trionfi di quindici anni fa. Di prima della pena che gli ha inflitto la Wada. Ti abbraccio, Alex.

mughini al grande fratello
beatrice luzzi mughini
mughini al grande fratello
alex schwazer
mughini al grande fratello

 

mughini