VIDEO! IL GIORNO IN CUI I CAPELLI DI MICHAEL JACKSON PRESERO FUOCO - NEL DOC DI ‘SKY ARTE’ L’INCIDENTE AVVENUTO DURANTE LE RIPRESE DI UNO SPOT PER LA PEPSI IL 18 APRILE 1984: DA QUEL GIORNO IL CANTANTE DIVENNE DIPENDENTE DAGLI ANTIDOLORIFICI E INIZIO’ A… - E POI LE CAUSE DELLA MORTE DI 'JACKO' E LE QUESTIONI SULL’EREDITA’ – ‘DISNEY+’ NELLA BUFERA: NON TRASMETTERÀ MAI L'EPISODIO DEI 'SIMPSON' IN CUI MICHAEL JACKSON DOPPIÒ LA VOCE DI UN PERSONAGGIO - VIDEO
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Sono trascorsi ormai dieci anni dalla scomparsa di Michael Jackson, eppure il ricordo della sua musica è ancora ben vivido nella mente dei fan. Il documentario in onda su Sky Arte domenica 17 novembre farà luce sull’ultimo giorno di vita della pop star, prima che il mondo intero venisse a conoscenza della sua scomparsa.
Quali furono le cause della morte? E che cosa accadde veramente in quel giorno fatidico? Contribuiranno a dare risposta a queste domande alcune delle persone più vicine al musicista, fra cui il padre Joe Jackson e i fratelli Tito e Jermaine.
Il documentario descriverà inoltre l’eredità lasciata da Jackson ad alcuni fortunati beneficiari e le sorti del controverso Neverland Ranch, grazie a una serie di testimonianze da parte dello staff che lavorava al fianco del cantante.
MICHAEL JACKSON
Da lastampa.it
Michael Jackson avvolto dalle fiamme brucia per diversi secondi prima che venga salvato dagli operatori presenti sulla scena. Sono i frame agghiaccianti del video dell’incidente che vide coinvolto il re del pop durante le riprese di uno spot pubblicitario della Pepsi. Ricoverato in ospedale per ustioni di terzo grado al cuoio capelluto e alla base della testa che arrivarono quasi fino al cranio, inizia la sua battaglia contro il dolore diventando dipendente dagli antidolorifici e sottoponendosi ossessivamente a continui interventi di chirurgia estetica. Era il 18 aprile 1984, esattamente 35 anni fa, quando Michael Jackson finì per la prima volta sotto i ferri.
Nei primi anni Ottanta, Roger Enrico, amministratore delegato della Pepsi, inventò una campagna di «nuova generazione» attraverso un approccio mirato ai giovani. Lo spot avrebbe dovuto targare la bibita come la fresca e giovane alternativa alla Coca-Cola, che aveva recentemente usato Bill Cosby nelle sue pubblicità. Secondo il magnate Jay Coleman, che stava organizzando la campagna, Jackson era la persona perfetta per la nuova immagine di Pepsi, ma un’operazione del genere, ovviamente, avrebbe avuto un prezzo: Jackson firmò un contratto per 5 milioni di dollari.
La campagna prevedeva due spot commerciali, una conferenza stampa e la sponsorship sul tour di Michael Jackson. Il cantante, invece, impose che la sua canzone, Billie Jean, venisse usata al posto del jingle della Pepsi e che il suo volto non apparisse per più di quattro secondi, un colpo allo stomaco per i dirigenti che avevano sborsato diversi milioni proprio per farlo apparire nella pubblicità. Il primo spot del 1983 fu un successo, tant’è che il fatturato della Pepsi aumentò di diversi miliardi di dollari.
Nel gennaio 1984, seguì una seconda pubblicità e questa volta Jackson sarebbe apparso su un palco insieme al resto dei suoi fratelli davanti a tremila fan. Inizialmente tutto andò secondo i piani, ma ad un certo punto avvenne un’esplosione a causa di un imprevisto guasto pirotecnico durante l’esecuzione di Billie Jean. Le scintille caddero sui suoi capelli gelificati che presero fuoco. Jackson continuò a ballare per qualche secondo, fino a quando gli assistenti non si accalcarono intorno a lui, cercando disperatamente di spegnere le fiamme. Il cantante riportò gravi ustioni di terzo grado al cuoio capelluto e fu quindi costretto a sottoporsi ad interventi di chirurgia plastica ricostruttiva e a trapianti di cuoio capelluto per i dieci anni successivi.
Jackson decise di non fare causa e la Pepsi gli pagò un risarcimento di 1,5 milioni di dollari che il cantante donò in beneficenza a un centro medico californiano, che li utilizzò per finanziare una clinica a lui intitolata.
«Michael si è reso conto che è stato un incidente e non ha avuto sentimenti negativi nei confronti di nessuno, compresa Pepsi», disse Coleman decenni più tardi. Secondo diverse testimonianze, tra cui quella della truccatrice del cantante, Karen Faye, l’incidente ebbe diverse ripercussioni croniche, tra cui devastanti emicranie che lo fecero diventare dipendente dagli antidolorifici. Inoltre parte dei suoi capelli non crebbero più: tutte le operazioni chirurgiche lo portarono a sviluppare un’ossessione anche in questo senso.