VIDEO! “MI SORRISE E SI AGGRAPPÒ AL COLLO”, QUANDO FRANCO DI MARE, AFFETTO DA UN TUMORE INGUARIBILE, RACCONTÒ IL PRIMO INCONTRO A SARAJEVO CON LA PICCOLA STELLA, CHE SAREBBE DIVENTATA SUA FIGLIA IN SEGUITO ALL’ADOZIONE – “ANDAI IN UN ORFANOTROFIO PERCHÉ ERA STATO COLPITO DA UNA GRANATA. FU UNA FORTUNA CHE SOLO IN DUE RIMASERO FERITI” – IL RAPPORTO CON LA COMPAGNA 33ENNE GIULIA BERDINI E GLI AMICI: “IO CHE HO CORSO SEMPRE DA SOLO, ADESSO CAMMINO CON GLI ALTRI. NON SO DIRE SE ARRIVERÒ LONTANO, MA NON IMPORTA…” – IL LIBRO
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In un’intervista andata in onda nel 2019 a «L’ora solare», su Tv2000, Franco Di Mare raccontò il primo incontro a Sarajevo con la piccola Stella che sarebbe diventata sua figlia in seguito all’adozione. «Andai in un orfanotrofio perché era stato colpito da una granata – raccontò –
Fu una fortuna che solo in due rimasero feriti». La granata colpì, fortunatamente, soltanto le cucine della struttura. «Tra tanti bambini biondi ne notai una con i capelli scuri, era anche l’unica che sorrideva – aggiunse – Io la presi in braccio, lei mi si aggrappò al collo e quello fu l’inizio di una grande storia». La scorsa domenica 28 aprile, Franco Di Mare ha rivelato a Fazio, a «Che tempo che fa», di essere affetto da un tumore inguaribile.
L’AMORE PER LA FIGLIA STELLA
Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Faccio una vita bellissima, sa? Sto con le persone che amo». Nonostante tutto, Franco Di Mare si ritiene un uomo fortunato. Perché ha fatto il lavoro che sognava. E perché, nei momenti belli e ora, in quelli più difficili, ha sempre avuto accanto i suoi affetti, i familiari, gli amici veri, a cui l’ex inviato e conduttore della Rai, 68 anni, dedica l’ultimo capitolo del suo libro Le parole per dirlo (Sem-Feltrinelli), uscito oggi.
Nella bella casa romana appena fuori dalla via Cassia ci sono le due sorelle minori.
Ecco Lucia, vista da lui: «Quella saggia, quadrata, sempre prodiga di buoni consigli (mai seguiti)». E Sara: «Lettrice raffinata e colta, che porta in dote uno sguardo zen sul mondo. Se non fosse per quella sua cocciutissima ostinazione a insegnarmi il mantra ipnotico nam myoho renge kyo ». Poi c’è il fratello Luigi, detto Gino «che mi ha confortato e protetto, nonostante quello più grande fossi io».
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Nel suo cuore un posto speciale è per la figlia Stella, oggi trentenne: «La persona che ha dato senso e scopo a tutta la mia vita». Di Mare l’ha adottata a Sarajevo quando era piccolissima. Sulla loro storia nel 2015 è stata girata la fiction di Raiuno con Beppe Fiorello L’angelo di Sarajevo . «C’è Stella dietro ogni riga che ho scritto, è lei che ha raddrizzato il percorso della mia vita e l’ha salvata. Ogni volta che la guardo camminare libera per il mondo, mi commuovo».
Da otto anni, nella vita di Franco Di Mare è entrata Giulia Berdini, 33 anni, la sua compagna, bella e gentile. «Il mio amore, la donna che ha avuto la forza di sopportarmi perfino quando non mi sopportavo neppure io».
Si sono conosciuti nella sede della Rai di Saxa Rubra, tra una chiacchiera e un caffè.
Giulia era la responsabile del catering del bar interno.
Franco era già separato da qualche anno. Giulia gli rischiara le giornate. «Mi ha contagiato con il suo sguardo allegro sulla vita che temevo fosse andato perduto.
Annoiarsi, accanto a lei, non è mai stato possibile».
Un giorno Giulia gli raccontò una bugia: «Ho trovato per strada questo cagnolino, era nel bidone della spazzatura, non potevo mica lasciarlo lì». Non era vero, era andata a prenderlo lei. Un chihuahua che si chiama Lili e fa le feste sperando in qualche biscotto. Bugia subito perdonata: «Lili è lo zucchero con cui condiamo le nostre giornate».
Nel cerchio di amici stretti ci sono Pietro Raschillà e Paola Miletich, storici autori di Di Mare. Rosa Anna Pastore «mio braccio destro, a volte anche sinistro, quando ero direttore di Rai3». E Jean Pierre El Kozeh, che è anche il suo agente. Perché, come scrive lui a chiusura del libro «io che ho corso sempre da solo, adesso cammino con gli altri. Non so dire se arriverò lontano, ma non importa. Ho imparato che la parte più importante del viaggio non è il traguardo ma il percorso».