VITA, OPERE, GELOSIE E DIPENDENZE DI SVEVO E JOYCE! IN UN LIBRO LA STORIA DELLA LORO AMICIZIA: LO SCRITTORE TRIESTINO AIUTO’ SPESSO JOYCE, SEMPRE A CORTO DI DENARO, E QUESTI RICAMBIERÀ FACENDOLO DIVENTARE UN CASO LETTERARIO INTERNAZIONALE – LO SCRITTORE IRLANDESE FECE NOTARE ALL’AMICO ITALIANO DI AVERE DATO LA BELLA CAPIGLIATURA ROSSA E LO STESSO NOME DI SUA MOGLIE LIVIA ALLA PROTAGONISTA DI “FINNEGANS WAKE” - LA GELOSI NEI CONFRONTI DELLE PROPRIE MOGLI E LE DIPENDENZE: IL FUMO PER SVEVO, IL VINO PER JOYCE...

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Masolino D’Amico per il Venerdì – la Repubblica

 

 

james joyce e nora

In un anno imprecisato del primo decennio del Novecento, a Trieste, città asburgica di lingua prevalentemente italiana, un signore borghese appartenente alla comunità ebraica aveva ormai accantonato le sue ambizioni di scrittore. I due romanzi che aveva pubblicato a sue spese erano stati completamente ignorati, lui aveva passato da tempo la quarantena, si era sposato e si era messo a lavorare nella fabbrica di vernici navali del suocero.

 

Questo comportava trasferte in Inghilterra, e così a un certo punto il nostro ingaggiò per migliorare il suo inglese un giovane irlandese (vent'anni meno di lui) che insegnava alla locale Berlitz School. Combinazione, anche l'irlandese era uno scrittore in erba, fino a quel punto totalmente sconosciuto. Docente e scolaro si trovarono affini, e tra loro crebbe una durevole solidarietà. Circa tre lustri dopo, bum! I due erano diventati rispettivamente nientemeno che Italo Svevo, autore de La coscienza di Zeno, e James Joyce, autore di Ulisse.

 

italo svevo james joyce cover

gli interessi in comune Sul rapporto tra questi artisti avvicinati dalla vita in modo così improbabile si è scritto molto. Ultimo a riprendere il ghiotto tema – in La vita dell'altro. Svevo, Joyce: un'amicizia geniale (Bompiani) – è oggi Enrico Terrinoni, che di Joyce sa tutto. 

 

(...)

 

Dei primi scambi con Svevo non sappiamo molto – a parte che compresero piccoli anticipi e poi prestiti da parte dell'allievo, prestiti che spesso l'altro faceva a meno di ripristino (Joyce ebbe sempre una sovrana indifferenza verso il denaro, proprio o altruista). Comunque la stima reciproca che nacque continuò anche quando Joyce si liberò prima in Svizzera e poi, definitivamente, a Parigi.

italo svevo

 

Lo attestano molte lettere. Certo, a Trieste i due gravitavano in ambienti diversi. Svevo aveva una bella casa dove i Joyce, che facevano la vie de bohème, non risulta siano mai stati invitati. La signora Schmitz conosceva Nora, ma se la incontrava per strada faceva a meno di salutarla. Più tardi una sorella di Joyce che lo aveva raggiunto a Trieste fu anche per un periodo a servizio in casa Schmitz Veneziani.

 

 

(...) Quando era ormai famoso, a Parigi, Joyce festeggiò l'avvento di La coscienza di Zeno – il libro di Terrinoni comincia proprio con l'irlandese alla Gare de Lyon, che aspetta invano l'arrivo dell'amico con una copia del libro. Personaggi ispirati a Joyce nei romanzi di Svevo non ce ne sono, in compenso però lo stesso Joyce ammise più volte di avere tenuto presente Svevo per Leopold Bloom – un ebreo esteriormente abbastanza poco "ebreo", com'erano infatti i membri della comunità in quella città internazionale che fu la Trieste austriaca.

italo svevo con la moglie livia e la figlia

 

E fece notare a Svevo di avere dato la bella capigliatura rossa e lo stesso nome di sua moglie Livia ad Anna Livia Plurabelle, protagonista di Finnegans Wake e incarnazione del fiume di Dublino, la Liffey (peraltro dal suono molto simile). Sia Svevo sia Joyce erano furiosamente, ciecamente e irragionevolmente gelosi delle proprie mogli, e per dimostrarsi superiore Svevo regalò all'amico un ritratto di Livia dipinto da un pittore che aveva avuto molto caro.

James Joyce e Nora Barnacle.

 

Altro tratto comune ai due geni: entrambi ebbero la vita accorciata da una dipendenza insormontabile, Svevo famosamente dal fumo, e l'irlandese dall'alcol. Infine – in una appendice Terrinoni porta il parallelo al parossismo, con un delirio di cifre – entrambi attribuiscono un grande e superstizioso significato ai numeri. Per esempio, Joyce fece uscire Ulisse il 2 febbraio, giorno del suo compleanno, e come tutti sanno l'azione di quel romanzo si svolge il 16 giugno del 1904, giorno in cui aveva incontrato Nora.

 

Sempre nell'Ulisse il 13 è per Bloom il numero della morte: il 13 agosto del 1903 era infatti defunta la madre di Joyce, occasione di un rimorso che l'avrebbe molto perseguitato. E proprio un giorno 13 (del settembre 1928 per Svevo, dell'agosto 1941 per Joyce) fu il giorno della morte di entrambi...

James Joyce Gente di Dublino
ITALO SVEVO
joyce e nora
joyce
James Joyce e Nora Barnacle.