VIVA LA LI-BERTÉ: I 40 ANNI DI “NON SONO UNA SIGNORA” – “VOLEVO FARE UN INNO ALL'EMANCIPAZIONE FEMMINILE, CONTRO I CLICHÉ COME CHIAMARE SIGNORE LE DONNE SPOSATE E CATALOGARE LE ALTRE COME SIGNORINE A VITA. NON AVVIENE LA STESSA COSA CON GLI UOMINI: NESSUNO CHIAMEREBBE UNO SCAPOLO ATTEMPATO SIGNORINO - CE L'HO MESSA DAVVERO TUTTA PER COSTRUIRE UNA FAMIGLIA CON BJORN BORG. PER LUI LASCIAI TUTTO E MI TRASFERII IN SVEZIA, PRIMA DI CAPIRE CHE L'AMORE È SOPRAVVALUTATO: TI INVADE E TI FINISCE…” - VIDEO
-
Estratto dell’articolo di Mattia Marzi per “il Messaggero”
[…] Loredana Bertè: «No. Non sono mai stata una signora e mai lo sarò. Anche a distanza di quattro decenni questa canzone continua a essere il mio manifesto. E se devo dire una cosa, la dico».
Si ricorda il preciso istante in cui Fossati gliela fece ascoltare per la prima volta?
«Fu Mimì (la sorella Mia Martini, ndr) a organizzare tutto. Fossati in quel periodo lavorava negli Stati Uniti, affidandosi solo a musicisti internazionali. Mi chiamò per farmi andare da lui ad ascoltare il pezzo. Sembrava la mia autobiografia. Decisi di inciderlo. In studio fu quasi un gioco. Ivano mi diede il foglio e io iniziai a leggere la strofa improvvisando. Come spesso accadeva con lui, fu buona la prima. Mimì registrò il controcanto. Se non fosse stato per lei, Non sono una signora non sarebbe mai esistita».
[…] «Volevo fare un inno all'emancipazione femminile […] Come il fatto di chiamare signore le donne sposate e catalogare le altre come signorine a vita. Non avviene la stessa cosa con gli uomini: nessuno chiamerebbe uno scapolo attempato signorino. […]».
[…] Signora, però, ad un certo punto lo è stata per davvero. Due volte. Prima nel 1983, quando sposò Roberto Berger (figlio dell'imprenditore miliardario Tommaso, ndr). Poi nel 1989, quando disse sì al re del tennis Björn Borg. Quei vestiti hanno mai fatto per lei?
«Nel senso classico del termine, no. Con Berger ci sposammo alle Isole Vergini e per l'occasione indossai una veste bianca e una coroncina di fiori in stile hippie. Con Borg, invece, scelsi un velo rosso. Conosce altre donne che si sono sposate conciate in quel modo? (ride)».
[…] Che moglie è stata Loredana Bertè?
«Ho provato a essere una compagna di vita per Björn e una madre per suo figlio Robin. Ce l'ho messa davvero tutta per costruire una famiglia con l'uomo che amavo. Per lui lasciai tutto e mi trasferii in Svezia, prima di capire che l'amore è sopravvalutato: ti invade e ti finisce. Dopo l'ennesima lite furibonda fuggii a prendere aria sul molo. Era l'alba. Rimasi come ipnotizzata dal paesaggio del Mar Baltico. In spiaggia scrissi Da queste parti stanotte, che suonava come un addio: fu la colonna sonora della fine di quel matrimonio».
[…] Rimpiange il fatto di non aver avuto figli e di non poter lasciare a nessuno qualcosa di suo?
«Ci penso spesso. Ne avrei tanto voluto uno, di figlio. Avevo anche scelto il nome: Lupo. Le circostanze lo hanno impedito. Oggi vedo come figli i miei fan. E il mio lascito per i posteri sarà la mia musica».