ZITTI E MUTI! AL VIA LA 70ESIMA EDIZIONE DEL RAVELLO FESTIVAL NEL SEGNO DI WAGNER. OLTRE A VALCUHA, ZUBIN MEHTA E HARDING, PREVISTO ANCHE IL RITORNO DI RICCARDO MUTI - DALL’8 LUGLIO AL 3 SETTEMBRE CONCERTI DI CLASSICA E JAZZ, IL DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL ALESSIO VLAD: “NON VOGLIAMO AVERE PRECLUSIONI DI GENERE, CIÒ CHE VA DISTINTA È LA MUSICA BELLA DA QUELLA BRUTTA” - MUTI SALIRA' SUL PALCO CON L’ORCHESTRA CHERUBINI...
-Enrico Parola per il “Corriere della Sera”
«Sembrerà ovvio, ma in quale altro luogo lo spirito di Wagner ha incontrato una natura così generosa? Creare un festival e farlo orbitare ogni anno attorno a questi due fuochi è l'unica cosa che si deve fare quando si ha un incrocio così miracoloso».
Alessio Vlad, direttore artistico del Ravello Festival, torna all'origine, a quel giugno del 1953 in cui due concerti monografici, dedicati a Wagner nel 70° dalla morte, diedero il la a una rassegna che celebra a sua volta la 70esima edizione, glorificata da una cartellone opulento per qualità degli interpreti e varietà dei programmi.
«Ho usato la parola spirito parlando di Wagner perché mi piace pensare che sia il suo spirito a far sì che, al Belvedere di Villa Rufolo, sede scenografica e panoramica dei concerti, il pubblico non soddisfi solo la vista, ma anche l'udito: quasi innaturalmente, mi viene da dire, l'acustica è fantastica; i musicisti sono i primi a stupirsene, ed è per questo che vogliono tornarci o, grazie al passaparola, venirci».
In effetti basterebbe il semplice elenco degli ospiti per rendere Ravello uno dei festival più altisonanti del panorama internazionale: Juraj Valcuha e l'orchestra del San Carlo di Napoli inaugurano con un omaggio wagneriano dove il Preludio e Morte di Isotta , l'Incantesimo del Venerdì Santo del Parsifal e il Mormorio della Foresta da Sigfrido sono intervallati da preludi e ouverture; Christoph Eschenbach e la Slovenian Philharmonic accompagnano Gidon Kremer nel Concerto per violino di Schumann, incastonandolo tra la quinta sinfonia di Ciajkovskij e l'Adagio di Lajovic.
Proseguendo nel cartellone, colpisce l'alternanza tra due concerti classicissimi e altri due all'insegna dei grandi classici del jazz: se Zubin Mehta dirige l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Ciajkovskij ( IV sinfonia e Variazioni Rococò per violoncello, solista Antonio Meneses) e Myung-Whun Chung guida Santa Cecilia nella Pastorale e nella Settima di Beethoven, la Salerno Jazz Orchestra suona con Dee Dee Bridgewater e lo straordinario trombettista Wynton Marsalis si affaccia al Belvedere in compagnia dei suoi «Italian Friends».
«Non vogliamo avere preclusioni di genere, ciò che va distinta è la musica bella da quella brutta; quindi, accanto alla classica, ovviamente preponderante per storia e stile del festival, va benissimo il jazz nelle sue espressioni più alte - commenta Vlad, ricordando - che Ravello è un festival musicale; da una parte significa che tutti gli appuntamenti sono solo musicali, dall'altro che la musica può essere un moltiplicatore delle bellezze di questa terra meravigliosa.
A questo proposito è significativo il supporto che ci viene dalla Regione Campania, che crede moltissimo nelle rassegne culturali per valorizzare ancor di più un territorio già noto in tutto il mondo per Napoli, Pompei, il suo mare e il suo cibo».
Mare che farà da scenografia anche ad altre grandi orchestre: negli ultimi due appuntamenti Pablo Heras-Casado guiderà l'Anima Eterna Brugge nella VII sinfonia di Bruckner, Vladimir Jurowski la Sinfonica della Radio di Berlino nella Grande di Schubert. In mezzo, spazio a realtà giovanili di eccellenza internazionale: Joseph Bastian e la Asian Youth Orchestra accompagnano nel primo Concerto di Paganini il ventunenne Giuseppe Gibboni, che ha trionfato nel concorso violinistico per antonomasia, il Paganini di Genova, quarto italiano a riuscirvi; Daniel Harding condurrà la National Youth Orchestra of the Usa nella Quinta di Mahler, la Cherubini sarà protagonista di un memorabile concerto all'alba (Erina Yashima darà l'attacco con la sua bacchetta alle 5.30) sulle note del Mattino di Grieg e del Nuovo Mondo di Dvorak.
«Se pensiamo a questa sinfonia e all'Italiana di Mendelssohn interpretata dalla Asian, è evidente come Villa Rufolo ispiri un certo repertorio, ricco di colori e suggestioni paesaggistiche» prosegue Vlad, mentre un repertorio più raccolto risuonerà nell'Auditorium Oscar Niemeyer, dove Riccardo Muti porterà la Cherubini (i cui professori offriranno anche sei concerti cameristici) sulle note della sinfonia Roma di Bizet e dei Preludi di Liszt, e Teodor Currentzis schiererà la sua musicAeterna per Metamorphosen di Richard Strauss e la XIV sinfonia di Shostakovich .