Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “La Repubblica - Edizione Roma”
Lavora per l’intelligence del nostro Paese, ma ha anche trovato modo di raggirare un amico grazie al suo ruolo. Così un agente segreto è finito a processo, finendo condannato per truffa a 3 anni di reclusione. La vittima dello 007 è un dentista estremamente facoltoso a cui l’uomo dei Servizi ha fatto credere di essere finito nel mirino dei carabinieri del Nas e delle trame ordite dall’ex moglie per incastrarlo.
Il rischio era che il suo prestigioso studio finisse gambe all’aria. Lo 007, perciò, si è cortesemente offerto come suo difensore occulto, in quanto “uomo di Stato”. Insomma, gli ha promesso la massima difesa possibile nella veste di super spia, quale effettivamente era. Ovviamente una tutela da remunerare. Il dentista, amico dello 007, ha iniziato così a pagare per essere protetto. Sino a sborsare 300mila euro. [...]
Poi, quando il dentista ha capito che si trattava di una grande presa in giro, il gioco è finito ed è scattata la denuncia. A quel punto la procura di Roma ha aperto l’inchiesta condotta dalla pm Alessandra D’Amore, e ha ottenuto una condanna a tre anni di carcere per truffa nei confronti dello 007, come certifica la sentenza della giudice Antonella Bencivini.
Nelle carte della procura si legge come l’agente fosse riuscito a creare nel dentista « il timore di pericoli immaginari, il verificarsi di eventi delittuosi, anche violenti». Ecco la storia costruita dallo 007: per incastrarlo, l’ex dell’odontoiatra, con l’appoggio di personaggi potenti, avrebbe piazzato della droga nello studio dentistico.
Dopo sarebbe successo il patatrac, perché le forze dell’ordine, avvisate da qualcuno, avrebbero fatto un blitz e, trovati gli stupefacenti, avrebbero arrestato il facoltoso professionista facendogli chiudere bottega. Un disastro. Il dentista in carcere e la sua fonte di sostentamento azzerata.
Lo 007, lautamente remunerato, avrebbe risolto tutto, anticipando le mosse dei nemici. Perché, una volta risolto il problema della droga in studio, peril dentista sarebbe sorta anche una nuova e potente minaccia. [...]
Bastava ungere un po’ le ruote. Altri soldi, insomma, per evitare un nuovo guaio. Ma l’agente infedele, che aveva trovato la mucca da mungere, non poteva certo fermarsi qui. Perciò, sempre secondo il racconto dell’aguzzino, sarebbe arrivato un terzo pericolo a minacciare la vita del professionista e dei suoi cari.
Erano tutti spiati, figli e nuova compagna compresa. Insomma, era necessario bonificare le auto del dentista e della sua famiglia. All’interno delle macchine la spia trovava, guarda caso, dei sistemi gps collocati per seguire gli spostamenti. [...]