NEL 2023 OLTRE UN ITALIANO SU CINQUE ERA A RISCHIO DI POVERTÀ O DI ESCLUSIONE SOCIALE: SI TRATTA DI QUASI 13,4 MILIONI DI PERSONE - CHI GIÀ ERA AI MARGINI STA PEGGIO: 2,8 MILIONI DI PERSONE SONO IN CONDIZIONI DI GRAVE DEPRIVAZIONE MATERIALE E SOCIALE (+4,4% SUL 2022, +5,5% AL SUD) - LA DENUNCIA DELLA CGIL: “IN QUESTO SCENARIO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA AGGRAVERÀ ULTERIORMENTE LA SITUAZIONE NEL MEZZOGIORNO, DOVE ANCHE L’INCIDENZA DELLA POVERTÀ È MAGGIORE, E LE DISEGUAGLIANZE SONO DESTINATE AD AUMENTARE”
-Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per “la Repubblica”
C’è una parte di italiani che nel 2023 si è risollevata dalla povertà grazie all’aumento dell’occupazione, anche se l’inflazione ha continuato a eroderne i redditi. Ma chi già era ai margini sta peggio: la quota della popolazione in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale è aumentata del 4,4% sul 2022, e nel Mezzogiorno del 5,5%. Nel complesso, si tratta 2,8 milioni di persone. Peggiorano le condizioni delle famiglie numerose, e di quelle con almeno un componente straniero.
L’indagine Istat sulle “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” delinea un quadro con poche luci e molte ombre, dove le misure di sostegno e l’aumento degli occupati alleviano solo in parte gli effetti dei prezzi.
Nonostante una lieve riduzione della quota, passata dal 24,4% al 22,8%, nel 2023 oltre un italiano su cinque è a rischio di povertà o di esclusione sociale: si tratta di quasi 13,4 milioni di persone. I miglioramenti non si riscontrano in tutto il territorio, sono molto più marcati nel Nord. La media del 22,8% si declina infatti in modo molto differente, tra l’11% del Nord-Est e il 39% del Mezzogiorno. «In questo scenario - denuncia la Cgil - l’autonomia differenziata aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno, dove anche l’incidenza della povertà è maggiore, e le diseguaglianze nel Paese sono destinate ad aumentare ».
Non aiuta la riduzione dei redditi reali, effetto dell’inflazione: il calo è del 2,1%. […] I redditi non diminuiscono solo nel confronto con l’anno precedente, ma anche rispetto al 2007, anno che precede la prima grave crisi finanziaria dell’attuale millennio. In termini reali le famiglie sono ancora in perdita del 7,2%, con il calo maggiore al Centro (-10,8%) e nel Mezzogiorno (-10,2%). […]