L'AUSTRIA HA SCELTO LA LINEA DURA CONTRO I NO VAX: NON POTRANNO ENTRARE NEI BAR, NEI RISTORANTI E NEANCHE SCIARE. E IN RUSSIA, BULGARIA E ROMANIA IL VIRUS CORRE - LA MACCHIA DEL VIRUS SI STA DIFFONDENDO IN EUROPA: ALCUNI PAESI DELL'EST HANNO UN'INCIDENZA 10-15 VOLTE MAGGIORE DELL'ITALIA (VACCINO E RESTRIZIONI CI STANNO SALVANDO LA VITA)
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L'Austria ha scelto la linea dura contro i no-vax: dall'8 novembre i non vaccinati non potranno andare nei bar, nei ristoranti, agli eventi culturali e perfino sciare; è un modo per contrastare il picco dei casi e rianimare la percentuale dei vaccinati che arranca al 63%. La macchia del virus si sta diffondendo in Europa. Certo, conta la stagionalità dei virus respiratori e il freddo che costringe le persone a restare nei luoghi chiusi. Ma dove si è vaccinato di meno, si registrano più casi e, soprattutto, molti più ricoveri e decessi.
Lo stanno mostrando Romania, Bulgaria, Slovacchia, Croazia e Slovenia. Questi ultimi due Paesi, poco protetti dalle vaccinazioni, hanno una incidenza 10-15 volte maggiore di quella dell'Italia. E vista la loro vicinanza rischiano di risultare una minaccia. I medici in Slovenia (vaccinazioni al 57 per cento) dicono che la situazione non è mai stata così drammatica, si pensa di inviare i malati in Austria perché sono finiti i posti letto.
Secondo il quotidiano Dnevnik «tutti gli ospedali stanno già affrontando la scelta di quali attività dovranno sacrificare per avere le minori conseguenze a breve e lungo termine per la salute dei pazienti». Parole che ricordano ciò che successe in Italia nella prima parte del 2020, solo che allora non c'erano i vaccini.
In Croazia (vaccinazioni poco sopra il 50 per cento) in un giorno sono stati contati quasi 7.000 casi, in un Paese che ha meno abitanti del Piemonte. Il governo solo ora corre ai ripari, da oggi nuove restrizioni che proibiscono gli assembramenti e dal 15 novembre obbligo del Green pass. Nei centri vaccinali finalmente si vedono le prime code.
DIFESE Dove la percentuale dei vaccinati è più consistente ma comunque sotto il 70 per cento e non ci sono sufficienti precauzioni, vedi la Germania, il virus corre, anche se causa meno ricoveri. Tuttavia, il presidente della Turingia ha detto che presto gli ospedali «non cureranno più i pazienti non vaccinati». La Germania ora spinge sulla terza dose per tutti. Infine, come mostra il Regno Unito, anche una buona percentuale di vaccinati non basta se si abbandona ogni misura di prevenzione, se ci si comporta come se il Covid non esistesse.
Al momento la scelta di applicare in modo incisivo la formula del Green pass in Italia si sta rivelando vincente: limita i danni. E la Germania invidia il nostra modello: con il record di contagi di sempre, 38mila, alcuni land pensano di ricorrere a una applicazione più diffusa del sistema che chiamano 2G (entri in un determinato luogo solo se sei vaccinato o hai superato l'infezione). In Sassonia (incidenza molto alta) in un esercizio pubblico o agli eventi culturali si andrà solo con quei requisiti.
Nel resto del Paese valgono le regole 3G (vai al ristorante anche con il test antigenico) ma il loro rispetto è, per usare un eufemismo, poco tedesco. Il certificato vaccinale al lavoro non è richiesto. I test gratuiti sono stati un boomerang: in molti invece di vaccinarsi hanno sfruttato questa opzione. Oggi la Germania ha immunizzato il 9-10 per cento in meno di popolazione rispetto all'Italia.
Ma i veri problemi sono a Est: Russia, 41mila casi al giorno, un dato simile a quello tedesco, ma con una grossa differenza. La Germania ha vaccinato il 67 per cento della popolazione e conta 100-120 morti ogni 24 ore, la Russia il 39 per cento e 1.100 decessi. E qui torniamo ai Paesi travolti dalla pandemia perché i cittadini non si sono vaccinati. La Romania (36 per cento di vaccinati) ha 450 decessi giornalieri con 19 milioni di abitanti: sarebbero 1.400 in Italia. Gli ospedali sono allo stremo, è stato chiesto aiuto a Ungheria, Polonia e Germania. Bulgaria: 4.400 casi e 150 morti al giorno. Vaccinati? Ventidue per cento.